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Donne oltre il recinto

A Camaldoli si è da poco chiusa una settimana dedicata allo studio delle donne nel mondo ebraico. Ne abbiamo parlato con Ida Caiazza, una delle relatrici

Dottoressa Caiazza, lei attualmente è occupata in un progetto di ricerca che ha ad oggetto le donne ebree nell’età moderna e contemporanea.

Ida Caiazza
Ida Caiazza

Si, come ricercatrice presso la New York University e l’università di Oslo, insieme alle colleghe Francesca Favaro (Università di Padova) e Carmen Caballero Navas (Università di Granada) sto lavorando a una raccolta di saggi su rappresentazioni letterarie e vicende biografiche di donne ebree nell’età moderna e contemporanea (pre-Shoah). Il nostro approccio è intersezionale. Vorremmo cioè capire come la vita delle persone, e in particolare delle donne, può essere determinata e limitata dall’azione combinata di una serie di fattori. Partendo dai concetti di “margine” (Natalie Zemon-Davies) e di “recinto” (Gabriella Zarri) elaborati dalle storiche per descrivere le vicende delle donne in età moderna, vorremmo invitare gli studiosi che accoglieranno la nostra proposta a indagare i modi in cui, nel caso delle donne ebree, la marginalizzazione del genere si somma a quella della minoranza religiosa e il recinto delle mura domestiche è ispessito da quello del ghetto o quartiere ebraico. Presenteremo questo progetto nel contesto della Prima settimana di Studi sulle donne ebree che si terrà a Camaldoli a luglio.

Su quali figure si concentrano in suoi studi?

Susanna Limentani ha pubblicato un libro che si occupa di Pacifica Di Castro

Innanzitutto sul confronto tra due donne storicamente esistite: Pacifica Di Castro, su cui ha già scritto l’amica Susanna Limentani, e Sara Copio Sullam, vissute entrambe nel XVII secolo.

Perché questo interesse ?

Perché le loro vicende da una parte sono accomunate dalla fortissima resistenza a difesa della loro identità, e da un medesimo desiderio di oltrepassare le limitazioni da cui furono oppresse; dall’altra furono rese profondamente diverse da una serie di fattori combinati (qui l’intersezionalità), come la classe sociale e la variabile diatopica.

Ce ne può parlare, in breve?

Pacifica Di Castro visse a Roma, nel tardo ‘600, in un ghetto pericolosamente vicino al Vaticano, in cui le conversioni forzate e le violenze erano all’ordine del giorno. Pacifica viene da una famiglia ordinaria, con pochi mezzi, e subisce un trauma: il marito si converte e cerca di imporre la conversione anche a lei, che coraggiosamente si rifiuta. Arriverà fino a usarle violenza, per poter donare il nascituro, e con l’aiuto delle autorità ecclesiastiche a toglierle i figli. Una triplice violenza, dunque, basata sull’appartenenza religiosa, sulla condizione di bisogno materiale e sull’essere donna e madre di Pacifica.

E l’altra figura?

una delle opere di Sara Copio Sullam

Anche Sara Copio Sullam vive nel ‘600, ma a Venezia. Viene, a differenza da Pacifica, da una famiglia agiata e illuminata; suo padre nel testamento dispone infatti che le sue tre figlie avessero un’istruzione, che fossero economicamente indipendenti, e che potessero scegliersi il marito, purché restassero entro la religione e la comunità ebraica. Sara trae il massimo da queste circostanze straordinarie: sceglie come marito Giacobbe Sullam, che la lascia libera di seguire le sue inclinazioni culturali, e dà vita a un circolo culturale a cui partecipano patrizi veneziani e intellettuali cristiani ed ebrei, come Leon da Modena. Inoltre avvia una corrispondenza con un letterato genovese, il prelato Ansaldo Cebà, affascinata dal suo poema sull’eroina ebrea Ester, con la quale Sara si identifica anche per il suo desiderio di giovare al popolo ebraico tramite il dialogo con altre culture.

Che risultati produce questo rapporto?

uno scritto di Cebà

Cebà proverà a convertirla facendo leva sull’ascendente intellettuale che ha su di lei, e addirittura concepirà il progetto megalomane di servirsi di lei per convertire tutta la comunità veneziana. Sara ovviamente resisterà sempre. Non le andrà bene nemmeno con un gruppo di intellettuali non ebrei, Numidio Paluzzi e Alessandro Berardelli, che la derubano, e quando lei li fa arrestare la diffamano, affermando che non è lei l’autrice degli iscritti che aveva composto. Sara sarà tradita anche da Bladassarre Bonifacio, che pubblica una lettera privata in cui lei s’interroga, per puro esercizio intellettuale, sul tema teologico e filosofico dell’immortalità dell’anima. Ciò che colpisce, è che tutti questi personaggi si accaniscano su Sara, nonostante i benefici ricevuti e la fiducia loro accordata, come se fossero indispettiti dall’alzata di testa di una donna ebrea, e colpendola in modo estremamente meschino su un aspetto per lei molto delicato, ovvero la mancata maternità: di nuovo persone mosse da intenti violenti sfruttano la duplice fragilità di una persona che è donna ed ebrea insieme.

Il suo progetto si occupa solo di figure realmente esistite?

Mariastella Eisenberg

No, nella nostra raccolta c’è spazio anche per le rappresentazioni letterarie, in linea con l’idea ultimamente ribadita da Barbara Rosenwein per cui la letteratura e le arti in genere influenzano profondamente il modo in cui noi percepiamo e interpretiamo la realtà. A Camaldoli porteremo l’esempio del personaggio di Sara Rosenberg, protagonista del romanzo “Il tempo fa il suo mestiere” di Mariastella Eisenberg. Sara proviene da una famiglia di ebrei rumeni d’inizio Novecento, e vive una storia terribile di maternità negata, ancora una volta, per un intrecciarsi di motivi: non solo la società condanna la sessualità libera delle donne e la maternità al di fuori del matrimonio, ma in più per la famiglia Rosenberg mantenere la rispettabilità a tutti i costi (anche a quello di condannare all’infelicità la figlia e i nipoti) è imprescindibile per la loro stessa sopravvivenza: come spiega il capostipite della famiglia, Mosè, in quanto ebrei loro non hanno il diritto di esistere di per sé, ma devono guadagnarselo, e la più piccola sbavatura può causare sviluppi imprevedibili di inaudite violenze.

Cosa possiamo imparare da queste realtà storiche e letterarie?

Innanzitutto l’intersecarsi di fattori limitanti e discriminanti è una dinamica attiva anche nella nostra realtà, in una molteplicità di contesti. Inoltre, figure come Sara e Pacifica, protagoniste di storie che non possono lasciare indifferenti e in grado di affascinare anche un pubblico di non specialisti, testimoniano attitudini come l’assertività, la resilienza, la proattività, la curiosità intellettuale, il coraggio della propria identità, che occorre assolutamente promuovere e incoraggiare nelle generazioni di donne presenti e future.

Un’ultima domanda. Lei è stata insegnante per alcuni anni nel liceo ebraico di Roma. Non essendo ebrea, cosa l’ha avvicinata all’universo femminile ebraico?

La mia esperienza presso il Renzo Levi, e attraverso di esso con la comunità ebraica di Roma, mi ha aperto gli occhi rispetto all’importanza della cultura ebraica per la comprensione delle radici della nostra civiltà, al pari del mondo classico. Per quanto la cultura greca e latina (le basi su cui poggia la mia formazione) godano di una fortuna sempre minore nella cultura generale e nell’istruzione scolastica, a vantaggio di una formazione più orientata a un’utilità percepibile nell’immediato, sono pur sempre presenti negli orizzonti ministeriali: ciò non vale per la cultura ebraica, e mi pare una perdita gravissima. Inoltre, i miei interessi di ricerca mi hanno portata a occuparmi di Rinascimento e Controriforma, e dunque dell’impatto delle circostanze storico-religiose sulle vite delle donne e sulle loro espressioni artistiche e letterarie. Da qui all’interesse per le donne ebree il passo è brevissimo.

Leggi il programma della settimana di studio

Per la serie “Donne del mondo ebraico”, leggi anche:

Edith Bruck

Evelina Meghnagi

Miriam Camerini

Simonetta Della Seta

Celeste Piperno Pavoncello

Nathania Zevi

Rotem Fadlon

Laura Raccah

Myriam Silvera

Silvia Nacamulli

Clotilde Piperno Pontecorvo

Daniela Abravanel

Linda Laura Sabbadini

Lia Levi

Anna Foa

Fiona Diwan

Micaela Procaccia

Angelica Calo Livne

Adachiara Zevi

Miriam Meghnagi

Elèna Mortara

Bice Migliau

Annie Sacerdoti

Adriana Torre Ottolenghi

Noemi Di Segni

Livia Ottolenghi

Liliana Picciotto

Elena Loewenthal

Karen Di Porto

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