Ho fatto un viaggio….in Piazza
Karen Di Porto presenta stasera al Nuovo Sacher il documentario che come protagonista il cuore della comunità ebraica romana
Ciao Karen, questa sera sarà presentato al pubblico il film-documentario “Piazza” di cui sei regista, sceneggiatrice e produttrice con Nanni Moretti. Che cosa ti ha spinto a girare un film su Piazza ?
Ho iniziato a fare le riprese con la sensazione che la ricchezza che io conoscevo della Piazza fosse sconosciuta al mondo esterno che doveva essere conosciuto da tutti e condiviso. Questo è stata il primo istinto: condividere con il mondo esterno le persone che amavo.
Qual è il quadro che è uscito dalle tante interviste che hai fatto?
Lo dirà chi vedrà il film. Io sento che nel complesso esca una comunità articolata, viva e unita da una storia comune.
Quindi c’è qualcosa che non conoscevi e che è emerso dalle tue interviste ?
Sì, Questo è stato forse l’aspetto più interessante del lavoro: tornare ad affrontare temi e eventi storici del passato vedendoli sotto un’altra luce, capendone meglio la portata.
Quanto ti ha arricchito girare il film?
Sicuramente sono cresciuta molto. Non avevo una tesi preconcetta, un punto di arrivo. Mi sono fatta guidare dalla ricerca stessa e dal percorso creativo, sempre con grande attenzione alla delicatezza del tema.
Pensi che lo spirito della Piazza che hai trovato rimarrà nel tempo ?
Con il trasferimento delle nostre scuole, la Piazza si è rivitalizzata molto, tornando ad essere un quartiere molto vissuto dalla nostra comunità. Le persone sono cambiate, la società si modifica e avanza e la Piazza di un tempo, nei ricordi delle persone più grandi, sembra un mondo del passato. Credo però che Piazza rimarrà sempre Piazza.
Quanto è stata importante per la realizzazione del tuo progetto la presenza di Nanni Moretti?
È stata fondamentale perché ha sposato il mio progetto e mi ha spronato a portarlo avanti. Sono partita con molta incoscienza senza sapere dove sarei finita e la delicatezza dei temi e il livello personale ed emotivo del racconto avevano bisogno di un occhio esterno. Io ho avuto l’enorme fortuna di avere accanto in questo percorso, una persona dello spessore di Moretti.
Sabato sera il film è stato presentato in anteprima al SalinaDocFest presso la sala della Casa del Cinema a Roma. Quali sono state le reazioni ed i commenti ?
Era un’edizione del Festival dedicato alle diaspore e quindi con particolare attenzione ai temi che tratto anche io. C’è stato molto calore e curiosità in sala.
Oggi verrà presentato all’Arena del cinema Sacher per una sola serata. Chi vorrà vederlo successivamente dove potrà andare ?
Ci sarà un’altra presentazione che chiuderà la stagione dell’Arena estiva del Meis il 31 agosto a Ferrara e poi dovremmo organizzare un’altra proiezione romana e spero di portarlo a Milano e altrove se me lo chiederanno! Mi piacerebbe molto anche presentarlo nelle scuole perché credo possa essere anche uno strumento di riflessione e scambio per le nuove generazioni. Anzi diciamo che se lo fosse, sarebbe la vittoria più grande.
Grazie Karen, sono sicuro che si parlerà molto di questo film, ed in bocca al lupo !
Grazie Karen, sono sicuro che si parlerà molto di questo film, ed in bocca al lupo !
Guarda il trailer di Piazza
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2 risposte
Bello far conoscere le nostre origini
Ho trovato il documentario (Piazza) molto interessante, caratterizzato da un buon ritmo e da una giusta alternanza di fatti privati e questioni generali. La regista è riuscita soprattutto a farmi capire che cosa ha rappresentato Israele per l’ebraismo romano. Non l’avevo finora afferrato completamente. E invece adesso mi è chiaro. L’esempio di riscossa, di orgoglio, di coraggio e di capacità di Israele ha liberato tante persone dal senso di oppressione di secoli. Ha dato loro la spinta a reagire alle provocazioni, a diventare attivamente decisi e combattivi, non più supinamente passivi! Devo dire però, parlando in generale e questo nulla toglie a Piazza, che questa identificazione dell’ebraismo della diaspora con Israele tuttora non mi convince. Non sviluppa quel senso di appartenenza a una tradizione e di comunità che ci ha caratterizzato per secoli. Israele rimane un paese di cui non siamo cittadini, di cui non parliamo la lingua, dove non votiamo, della cui cultura (compresa quella popolare) partecipiamo marginalmente ecc. Tuttavia, e questo è il messaggio di Piazza, Israele col suo esempio ha svolto una funzione fondamentale per restituire a tante persone la dignità. Qua nella diaspora. Complimenti alla regista e a Riflessi per avermi sollecitato ad andare a vederlo. Alberto Heimler