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Un anno di Riflessi

L’11 maggio 2021 Riflessi iniziava le sue pubblicazioni on line: un anno dopo, è tempo di primi bilanci

La copertina del primo nmero pdf di Riflessi, del novembre 2020. Dal maggio 2021, Riflessi è una pubblicazione non periodica on line, nata dal gruppo di Menorah

Oggi, se permettete, parliamo un po’ di noi. E di voi.

Riflessi è nata poco più di un anno fa. All’inizio quasi sconosciuta, ha cominciato a far sentire la sua voce dentro la comunità di Roma e poi, un po’ alla volta, anche fuori. Nata da un’idea del gruppo di Menorah, all’inizio volevamo informare gli elettori in vista delle elezioni Ucei, visto che a Roma quasi nessuno ne parlava. Ma poi ci siamo accorti che avevamo molto da raccontare, e così abbiamo deciso di andare avanti, e non ci siamo più formati.

Da cosa siamo guidati? Cerchiamo ogni giorno di pubblicare un articolo che cerchi di essere interessante per chi ci leggerà. Parliamo di Israele, di ebraismo e, grazie ai tanti rabbanim che ci hanno sempre offerto il loro aiuto prezioso, anche di Torah. E poi parliamo di cultura – ebrei e cultura, non è questo un binomio quasi sempre scontato? – senza rinunciare alla politica e all’attualità.

Per riuscirci, Riflessi si basa sul lavoro di tre sole persone, e questo sarebbe già sorprendente; ma quello che ci piace evidenziare è che se siamo riusciti a proporvi ogni giorno qualcosa da leggere è perché sono stati fondamentali tutti coloro che ci hanno donato un po’ del loro tempo per scrivere un articolo: in un anno, i nostri “collaboratori” sono stati oltre trenta.

A tutti loro va il nostro sincero ringraziamento. Ma soprattutto vogliamo ringraziare, nel nostro primo compleanno, voi lettori, che ci seguite ogni giorno con attenzione, spirito critico, interesse crescente. Forse è questo il segno che il progetto alla base di Riflessi può funzionare: quello di contribuire a una comunità aperta, inclusiva, legata alla propria storia e tradizioni, che rafforza la propria identità ma che offre una voce a tutti, purché si abbiano idee da esprimere, senza polemiche e senza attacchi gratuiti, di cui dovremo tutti, come ci insegnano i nostri Maestri, fare a meno.

E siccome c’è un compleanno da festeggiare, allora ecco il nostro piccolo regalo: una classifica, necessariamente parziale, di alcuni degli articoli più letti in questo anno.

 

Al numero zero mettiamo il nostro primo articolo, l’editoriale firmato da Livia Ottolenghi. Un esordio drammatico, ma per questo necessario: quello concomitante con l’attacco di Hamas a Israele dello scorso anno;

Livia Ottolenghi, assessore all’educiazione dell’Ucei

1. Al numero uno, ecco l’articolo più letto in assoluto: Luca Barbareschi confida a Eliana Pavoncello qualcosa di sé, del suo essere ebreo, della nostra società;

Luca Barbareschi

2. Al numero due, il ricordo di un uomo molto conosciuto, Armando Tagliacozzo, raccontato con pudore e amore da Massimo Ricci;

Armando Sion Tagliacozzo (1939-2021)

3. Al numero tre, l’attualità: l’ebraismo italiano deve fare endorsement ai partiti politici italiani? A Milano è successo qualcosa che ha scosso tutto il mondo ebraico italiano;

settembre 2017: l’on. La Russa in Parlamento

4. Al numero quattro, il ricordo di un passato che non va dimenticato: Kappler, l’occupazione nazifascista, la vergogna italiana della sua fuga, raccontata da Alberto Di Consiglio;

Alberto Di Consiglio è uno dei collaboratori di Riflessi

5. Al numero cinque, ancora un ricordo per chi ci ha lasciato: Carla Di Veroli, passionaria e battagliera, schietta e sempre dalla parte di Israele, nel ricordo di Eliana Pavoncello e Angelica Calo Livne;

Carla Di Veroli (1962-2021)

6. Al numero sei, l’attualità di cui molti parlano, con speranza, timore e dolore: si possono avere nuovi risarcimenti per i crimini nazisti? Ci spiega la situazione l’avvocato Joachim Lau;

soldati nazisti fucilano civili a S. Anna di Stazzema

7. Al numero sette, un discorso su di noi, sull’ebraismo italiano, su memoria e futuro, svolto da uno dei più attenti storici italiani, Alberto Cavaglion;

Alberto Cavaglion insegna storia dell’ebraismo all’università di Firenze

8. Al numero otto, la parola a una giovane donna, Nathania Zevi, che ci parla della sua famiglia e del futuro dell’ebraismo italiano;

Nathania Zevi assieme a sua nonna, Tullia Zevi (1919-2011)

9. Al numero nove, la voce di una grande artista, Myriam Meghnagi, che racconta di Tripoli, dell’Italia, e del suo canto;

Myriam Meghnagi

10. Al numero dieci, ancora la storia protagonista, con un altro grande studioso, Michele Sarfatti, che ci racconta alcuni retroscena della razzia del 16 ottobre 1943;

11. Al numero undici, la presidente dell’Ucei, Noemi Di segni, spiega perché è importante per l’ebraismo italiano essere protagonisti il 25 aprile;

Noemi Di Segni in un incontro ufficiale al Quirinale

12. Infine, al numero dodici, un volto a tutti noto, quello di Gianni Zarfati, che indica alcuni problemi della nostra comunità.

Gianni Zarfati con Franco Gabrielli

E per domani?

Adesso ci prendiamo 3 giorni di vacanza. Da martedì, passate le feste, torneremo a offrivi articoli, interviste, reportage, sperando, grazie ai nostri lettori, di poterci sempre migliorare.

Shabbat shalom ve Hag sameach!

Massimiliano Boni                                        Roberto Coen                                Eliana Pavoncello

                                               

3 risposte

  1. Grazie per il prezioso lavoro che conducete, Vi leggo con grande interesse. Shabbat Shalom e Hag Shavuot Sameah.

  2. Grazie molte. Vi leggo sempre con interesse! Auguri per questa data importante e Chag Shavuot Sameach! Cari saluti e a presto di nuovo.

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