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Le canzoni della famiglia

Scetete bella be’, fallo pa primmavera e no pe’ me

Il mio amatissimo nonno, Anselmo Calo’ z’l, soprannominato Il Cavaliere, aveva due passioni: i cavalli e le canzoni napoletane. Con queste parole convinse nonna Angelica z’l a divenire la sua sposa. Nonno conosceva a memoria le parole di decine di testi, amava spiegare le storie dei personaggi che cantavano i loro disagi di emigranti, di amanti teneri o non corrisposti e con la sua voce roca intonava il ritonello quando sorgeva in cielo una Luna Rossa.

Questa passione si è trasmessa nei cuori di figli e nipoti, insieme a “Nina se voi dormite“, “Barcarolo romano” e tante altre canzoni della nostra città. Nel maggio del 1978 vivevo già in Israele da tre anni. Mio padre mi inviò un biglietto aereo: “Sono le ultime ore di Nonno Anselmo…vorrebbe abbracciarti!” Partii con la mia chitarra e trascorsi tre giorni accanto a lui sul suo lettone nella bella casa di Trastevere, a cantare insieme “Anema e core”, “Reginella”, “Funiculi funiculà” e decine di altre canzoni che mi insegnava e mi spiegava sul momento.

Canzoni romane e napoletane
Ci si ritrova e appare una chitarra…

Ci lasciammo con un lungo abbraccio e quando arrivai all’aereoporto di Ben Gurion mi dissero che si era spento. Tranquillo. Come un Zaddik – un Giusto – come era stato tutta la vita. La nostra famiglia ha mantenuto la bella tradizione del canto e quando ci si vede tutti insieme, ormai solo in occasioni straordinarie, quando ci raccogliamo dalle varie parti del mondo, dopo un po’ appare una chitarra e si inizia a cantare. Nonni, genitori, nipoti e bisnipoti. I canti in ebraico che si cantavano e si cantano ancora intorno ai fuochi di campo nei campeggi dell’Hashomer Hatzair dove siamo cresciuti noi cugini e le canzoni romane e napoletane con le quali siamo cresciuti in casa, si avvicendano in armonia.

I miei figli che sono nati e cresciuti in Israele ci guardano e ci sentono vibrare, si specchiano nei nostri occhi che scintillano, si tuffano in quell’unione di note e di cuori, in quella sensazione di non esserci mai lasciati, di non aver mai diviso le nostre strade per seguire ognuno i propri sogni e le proprie aspirazioni. In quei momenti anche i nostri genitori, i nonni che ormai non ci sono più, sono lì con noi e si dondolano su quell’affetto, su quel mare sereno e incantato. “Ti vorrei chiedere una cosa mamma” mi ha detto ieri il mio terzogenito, Kfir . “Mi piacerebbe che mi creassi la lista di tutte quelle canzoni che cantate ogni volta che vi incontrate, mi piacerebbe ascoltarle, capirne le parole, imparare la musica, le note” . Con molta emozione ho iniziato a cercare le canzoni.

Mentre sentivo “Io te vurria vasa’” e “Roma nun fa la stupida stasera” rivedevo mio padre e mia madre z’l nei loro momenti romantici dopo una sfuriata alla romana. Rivedevo le nostre recite di bambini alla scuola ebraica “Nel grande e immenso regno d’Assuero, il re aveva sposato la regina…” con la musica degli stornelli. Ho sentito per un attimo un nodo alla gola, ho sentito il senso della famiglia. Tradizione è accendere le candele dello Shabbat, è preparare la casa per Pesach, è scambiarsi i doni a Hanukka ma è anche mantenere viva quella fiamma che riscalda, che unisce, che trasforma un gruppo di persone di età diverse, che vivono vite diverse in luoghi lontani e diversi, in una famiglia. Una famiglia costruita su solide colonne fatte di materiali preziosi: i ponti di Roma, le storie sul 16 ottobre del ’43, le fughe, la fame, i canti del Tempio, le benedizioni sotto al Talled, “Pane e cerase” e “Casetta de’ Trastevere”.

Noi siamo tutto. Siamo un insieme di ricordi, di radici che partono da lontano e si intrecciano, si avviluppano come in un abbraccio, siamo quelle musiche impregnate di sapori, di profumi e di immagini. E i nostri figli e i loro, i nostri nipoti, continuano questa storia, questa meravigliosa storia che ci rende ciò che siamo, che ci fa sentire ricchi, ricchissimi, straricchi di ricordi, di contenuti, di sentimenti e dà un significato e un colore prezioso alla nostra vita, dà il coraggio di andare avanti, anche nei momenti più difficili.

Per la serie “Donne del mondo ebraico”, leggi anche:

Edith Bruck

Evelina Meghnagi

Miriam Camerini

Simonetta Della Seta

Celeste Piperno Pavoncello

Nathania Zevi

Rotem Fadlon

Laura Raccah

Myriam Silvera

Silvia Nacamulli

Clotilde Piperno Pontecorvo

Daniela Abravanel

Linda Laura Sabbadini

Lia Levi

Anna Foa

Fiona Diwan

Micaela Procaccia

10 risposte

  1. Sono commossa.
    Angelica, sei una donna eccezionale!
    Hai tutta la mia ammirazione!
    Mazal tov per le tue mille attivita! ❤

  2. Cosa posso commentare se non il fatto che ti conosco da tanti anni ed ho avuto l’onore di collaborare con te in Sicilia in diverse occasioni e riscontrare le tue doti non comuni che fanno di te una donna eccezionale, meritevole di ogni lode e gratificazione.

  3. Grandiosa e tante cose capisco e condivido. Anche queste sono radici forti. Un grande abbraccio a te e al tuo meraviglioso entusiasmo che a volte mi travolge proprio nei momenti in cui ne ho bisogno. ❤❤❤❤❤❤❤❤

  4. Grazie Angelica!!! Sei arrivata proprio al momento giusto: ero davvero preoccupata per il mio nipotino affetto da COVID ma da oggi va meglio e tu con il tuo entusiasmo hai contribuito a tirarmi su….anche se sono addolorata per la notizia che il Cavaliere ci ha lasciati. Di fronte a questo mi sento male per stare troppo bene….Ti abbraccio forte. Giovanna Anselmi

    1. Bella Giovanna amica mia!!!! Ti invio tante energie per tornare alla normalita e in piena salute!!!!!! Non ti preoccupare mio nonno e’ morto molti anni fa ma Kfir, chiedendomi le canzoni napoletane me lo ha fatto ricordare co intensita’!!!! ti abbraccio tantissimo mia cara

  5. Cara Angelica, non mi sorprendi più, so che da te mi aspetto solo cose belle, e così è! Hai un dono grande quello di trasmettere pace e gioia! Le canzoni che cantavi con tuo nonno io le cantavo con mia madre, ed era una gioia infinita come era gioia quando ci si riuniva tutti di famiglia per far festa! Grazie! ?

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