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il centro di Leopoli

A dire la verità, sì. In Ucraina sembra che l’antisemitismo nasca proprio da lì, perché ancora oggi c’è un antisemitismo ferocissimo. D’altra parte è forte l’influenza dell’antisemitismo polacco. Quando giravo per le strade, e mi chiedevano di me – gli abitanti della città sono molto curiosi – appena dicevo che ero israeliano avvertivo il pregiudizio e il fanatismo. C’è ancora una forte aggressività ostile agli ebrei. Gli abitanti di Lvov sono anche molto orgogliosi, e sostengono che il cuore della nazione è lì, e che lì è nata l’Ucraina, ma io credo che sia Kiev il cuore del paese. A Lvov sono nazionalisti e fanatici. Non si parla russo, ma solo ucraino. Il russo lo sanno, ma non lo parlano.

Eppure, Zelenskj è ebreo.

cavalli di frisia a Kiev

Ma Zelenskj ha sempre taciuto la sua identità ebraica! Lui, sai, è legato a Kolomosky, il suo magnate, il secondo uomo più ricco d’Ucraina. Anche lui è ebreo. Kolomosky è di Dnepr, la terza città Ucraina, un industriale con interessi nel settore, proprietario della banca più grande d’Ucraina. Anche lui è ebreo. Kolomosky è di Dnipro, la terza città ucraina, città molto industriale nel settore dell’acciaio e del ferro, con diverse miniere. Mentre Kolomosky non ha mai negato la sua identità ebraica – da poco ha costruito anche un ristorante kasher per gli ebrei di Dnipro – Zelenskj è stato sempre più prudente.

Come spieghi la sua vittoria elettorale?

È certo un uomo brillante, di spirito. E poi ha permesso di combattere la corruzione, che in Ucraina è molto forte, con alcuni clan che si spartiscono il paese.

Nei tuoi viaggi frequenti, hai mai percepito la tensione tra russi e ucraini ce alla fine ha portato alla guerra?

folla in fuga da Mariupol

No. Non ho mai pensato che si potesse arrivare a una guerra. In Russia, a Mosca, a S. Pietroburgo, si respira ormai l’aria delle città completamente occidentali, quindi non immaginavo che si potesse arrivare a questo conflitto: là si ama la vita occidentale, si parla inglese. I russi hanno sempre guardato agli ucraini come povera gente, che fa lavori sottopagati, umili, e che non hanno niente da offrire. Tieni conto che in Russia ci sono 3 milioni di ucraini.

Qual è il ultimo ricordo dell’Ucraina?

Non ho dubbi: Moshe Moskovich, sua moglie e i suoi 10 figli.

Chi è?

a Kiev gli abitanti si preparano a un’altra notte nella metropolitana

Un rav Lubavitch. L’ho conosciuto l’ultima volta che sono stato, due anni fa, e mi sono innamorato di questa bella famiglia. Lui è di Caracas, lei è di Sydney. Li ho incontrati mentre ero a Karkhiv, dove mi trovato per trattare un giocatore. Era un venerdì pomeriggio, mi ero sistemato in albergo ed ero uscito per fare un giro. L’ho visto per la strada, mi sono avvicinato e mi sono presentato. Naturalmente, mi ha subito invitato a casa per lo shabbat! Aveva una bella casa, con un grande salone e un lungo tavolo – sai, di quelli alla Putin, per capire – quello che ci voleva per ospitare tutta la sua famiglia. Abbiamo trascorso una bella serata – il rav e sua moglie parlano ebreo, russo, spagnolo ucraino, inglese –, ho conosciuti suoi figli, mi ha raccontato la sua esperienza in Ucraina.

Cosa ti ha raccontato?

Ha fatto grandi cose per gli ebrei del posto. Quando è arrivato gli ebrei locali avevano ancora timore dell’antisemitismo ucraino, mi ha raccontato di gente adulta che di sera bussava alla sua porta, pregandolo di fargli la milà, perché negli anni del comunismo gli ebrei erano stati sempre perseguitati. Parliamo di uomini con più di 50 anni! E lui li ha accontentati. Ho capito ancora una volta quanto siano salde le nostre radici.

E adesso, con la guerra?

rav Moskovitch e sua moglie Myriam

Da quando l’ho conosciuto siamo rimasti in contatto. Al terzo giorno di guerra l’ho chiamato, mi ha detto che era chiuso in casa, ogni tanto provava ad andare al tempio, ma era sempre più difficile perché i razzi cominciavano a cadere in città.

Hai sue notizie di recente?

No, ho perso i contatti. Però ho sentito rav Menachem che ha contattato il figlio, e mi ha confermato che fino allo scorso fine settimana stavano bene. Non riesco ancora a credere che si sia arrivati a tanto. Putin sembrava essere un nuovo Cesare, e ora scopriamo che era un nuovo Nerone.

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