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Canale 12 in Israele

Operazione Esodo

Mentre da sei giorni osserviamo la guerra ai confini d’Europa, anche in Israele ci si confronta con il conflitto, in una terra che da sempre ha legami fortissimi con l’ebraismo.

Davidovich Ministero esteri Israele
Shuli Davidovich, Capo della Divisione Religioni e Diaspora del Ministero degli Esteri israeliano

Shuli Davidovich, Capo della Divisione Religioni e Diaspora del Ministero degli Esteri israeliano fa il suo rapporto alla Tv davanti a milioni di telespettatori in apprensione: “Israele ha iniziato l’operazione esodo, abbiamo trasmesso messaggi e indicazioni in ebraico, russo, ucraino e arabo, tutti i cittadini israeliani verranno assistiti e condotti in Israele”.

Vladislav Roitberg, consigliere speciale del Presidente Zelinsky intervistato dalla stazione 12 israeliana, parla in ebraico nell’intervista con Niv Raskin: “La Russia sta colpendo con tutta la forza, stanno usando tutte le armi del loro arsenale, per noi questa e’ una seconda Shoah. Ci sono perdite terribili dalle due parti. Non riesco a capire come i genitori mandino i loro figli a morire. Ringraziamo Israele e tutti coloro che nel mondo manifestano, appoggiano e sostengono”.

Giocatore di basket israeliano Ron Gutman

Ron Gutman, giocatore israeliano di basket nella squadra di Odessa, racconta la sua fuga mostrando immagini di km di fila davanti al confine e racconta il suono delle sirene, la sorpresa, lo sgomento.

I messaggi e le notizie sono contrastanti: alcuni dicono che Putin sta liberando l’Ucraina da una dittatura ma i cittadini di Kiev sono nei rifugi e invocano la pace…”Qual è la verità?” chiedo a Luciano Assin, membro del Kibbuz col quale pranzo ogni giorno in chadar HaHochel. “Non lo so”- mi risponde “Ma pensa a come siamo confusi noi con le informazioni che ci giungono dai media su chi attacca e chi è attaccato, su chi ha ragione e chi ha torto e come è difficile per chi ascolta i notiziari avere un’idea di cosa è vero o no quando c’è una guerra qui da noi”. Si, ora possiamo capire cosa succede nel mondo quando noi, in Israele, siamo nei rifugi e i nostri figli al fronte.

Igor Begelman è il nostro vicino di casa, è arrivato a Sasa 30 anni fa da Kiev con sua moglie e due bambini con il progetto Bait Rishon baMoledet – La prima casa in patria. E’ una delle persone più simpatiche, più aperte e socievoli del kibbuz. Ieri sera è passato davanti a casa nostra, gli occhi bassi, le spalle strette…”Igor, come va? Notizie dalla tua famiglia?Non ha neanche alzato gli occhi. Ha continuato a camminare chiuso nei suoi interrogativi, nelle sue incertezze, nel senso di impotenza che tutti noi sentiamo davanti a una guerra assurda che scoppia in piena pandemia, in pieno ventunesimo secolo, nella tragica consapevolezza che l’Umanità non impara nulla dalla Storia.

Leggi anche: le bombe vicino alla tomba del Rebbe di Breslav

Una risposta

  1. Si penso a qu’ante cure ci vogliono per assistere un’ unica persona e bum una bomba in un un secondo distrugge tutto

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