Con il presidente della federazione russa oggi si è avviato un dialogo. Abbiamo avuto una serie di telefonate. Abbiamo costruito uno schema per ricominciare un dialogo su alcuni punti sensibili. Ci siamo scambiati dei prigionieri, delle navi. Dopo tre anni senza vederci abbiamo ripreso lo “schema Normandia” [dialoghi tra Francia, Germania, Russia e Ucraina per superare la guerra del Dombass, n.d.c.] dopodiché c’è stato un secondo grande scambio di prigionieri.
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Putin una volta ha detto che l’Ucraina non è un Paese. Secondo lei lo pensa ancora?
Non credo che lo pensi davvero. A me non l’ha detto. Io credo che lui conosca il mio punto di vista. L’Ucraina è un paese indipendente. Noi siamo un grande paese, il più grande paese europeo. Credo che questo lui lo capisca.
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A parte tutto, come sono le relazioni con Israele?
Credo che siano buone. […] Storicamente Israele e Ucraina hanno buone relazioni e rapporti. Come sa, molti ebrei ucraini hanno contribuito a costruire Israele. Essi sono molto famosi in entrambi i paesi. Le relazioni sono molto forti. Quando Israele e l’Ucraina si parlano, c’è rispetto reciproco. Si scambiano tecnologia e conoscenze.
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Le vorrei chiedere ora qualcosa a proposito della sua famiglia. E della sua personale storia in quanto ebreo.
Da parte di mio padre, mio nonno e i suoi tre fratelli andarono al fronte durante la seconda guerra mondiale, nell’Armata rossa, e ne tornò solo uno. Mia nonna visse a Kryvi Rih, nella parte a sud dell’Ucraina, occupata dai nazisti. Essi uccidevano tutti gli ebrei che restavano, così fu evacuata in Almaty, in Kazakhistan. Molte persone si rifugiarono lì. E lì studiò. Era un’insegnante. Dopo la guerra tornò. Così io sono nato qui.
Che tipo di ebrei siete? Ortodossi, o per niente ortodossi?
Non ortodossi. Siamo stati una normale famiglia ebraica in Unione sovietica. Moltissime famiglie ebraiche non erano religiose. Lei sa che la religione non era ufficialmente riconosciuta in Unione sovietica.
La religione è importante per lei?
(Pausa) Da ragazzo avevo un atteggiamento, e ora ne ho un altro. Non ho mai parlato di religione e non ho mai parlato di Dio perché ho la mia opinione personale al riguardo. Naturalmente, credo in Dio. Ma parlo con Lui solo nei momenti intimi più importanti, e quando mi sento a mio agio.
Che cosa pensa di Israele? Che sentimenti le produce?
Io rispetto enormemente Israele, specialmente quello che si percepisce – la sua unità, l’unità di una nazione. Gli ebrei sono un popolo e una nazione unici. Credo che gli ebrei siano stati capaci di costruire una nazione, e di elevarla, solo con l’aiuto di un popolo e di molte menti. Israele è una forza economica. Ci sono molti piccoli paesi che nel mondo possono difendersi, ma Israele non ha solo la capacità di difendersi, ma anche di combattere e rispondere alle minacce esterne. È un popolo unito, forte e potente. E, nonostante sia sempre sotto la minaccia di una guerra, gli ebrei si divertono ogni giorno. L’ho visto!
Lei è diventato presidente in gran parte perché ha promesso di combattere la corruzione.
Sì, è così.
Come sta andando?
È complicato. Innanzitutto abbiamo rimosso centinaia di funzionari incaricati di perseguire i fatti di corruzione. Molti altri li stiamo riqualificando in un processo che richiederà alcuni mesi. Inoltre stiamo modificando la nostra legislazione, un altro processo che richiederà dei mesi. Quando avremo rafforzato le nostre istituzioni, allora saremo più forti contro la corruzione. Per adesso abbiamo nominato un nuovo capo dell’Ufficio investigazioni, una donna che sta formando la struttura interna. Introdurremo una Corte anti corruzione a settembre [del 2020, n.d.c.]. Ci sono molti problemi al riguardo, che interessano l’intero processo in Ucraina. È una lunga battaglia. Ma quando riusciremo a rafforzare le nostre istituzioni, noi fermeremo la corruzione.
In Israele, Netanyahu sta combattendo contro le accuse di corruzione. Se lei fosse accusato di corruzione in Ucraina, si dimetterebbe o andrebbe avanti?
(ride) Cominciamo dall’inizio: lei crede che io possa mai essere accusato di corruzione?
Spero di no.
Forse lei sa qualcosa che io non conosco. (ride) Se io fossi accusato davvero di corruzione – se cioè non fosse un attacco politico – per qualcosa che realmente fosse successo, secondo la Costituzione io mi dimetterei.
L’Ucraina è coinvolta in una controversia che riguarda il presidente Trump [Trump fu sottoposto a procedura di impeachment perché aveva telefonato a Zelenskj durante la campagna elettorale, promettendogli aiuti militari se fossero emerse accuse contro il figlio di Jo Biden, che aveva fatto affari in quel paese, n.d.c.]
Io amo ogni cosa che riguarda gli Usa e il presidente Trump. (ride)
Che cosa mi può dire al riguardo? Lei non ha fatto nulla di illegale, ma le fu chiesto di fare qualcosa di illegale?
Non ho fatto nulla di illegale. Ho avuto una telefonata con il presidente degli Stati uniti. In qualità di presidente dell’Ucraina, ho fatto quello che un presidente crede sia bene, ossia rafforzare un legame con un nostro partner strategico, gli Stati Uniti. Sono solito comportarmi così, ed evito di essere coinvolto negli aspetti che riguardano la politica americana. Non voglio assolutamente essere coinvolto nei loro affari interni.
E alla fine, la sua storia: lei è stato un attore che interpreta il ruolo di presidente in una serie Tv.
Già.
Ed è diventato davvero presidente. Come è potuto accadere? Non ci sono precedenti, è un fatto straordinario.
In effetti non è mai accaduto prima nel mondo, lei ha ragione. È stata una scelta del popolo ucraino. Avevano il desiderio di cambiare tutto, non solo un gruppo politico con un altro. Volevano cambiare radicalmente la situazione, e l’hanno fatto.
(David Horowitz, 19 gennaio 2020)
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