Massimiliano Boni

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Cultura, inclusione, Halakhà senza eccessivo rigore: ecco l’identità dell’ebraismo italiano

Cultura, inclusione, Halakhà senza eccessivo rigore: ecco l’identità dell’ebraismo italiano Ariel Dello Strologo, a guida della comunità di Genova, spiega le difficoltà di una piccola comunità, e indica le priorità di cui la nuova Ucei dovrà farsi carico Avvocato Dello Strologo, da quanto tempo presiede la comunità di Genova? Sono quasi cinque anni. A breve, all’inizio del 2022, andremo al

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Ebraismo italiano

L’ebraismo italiano? Ci vorrebbe più cultura e più leadership

L’ebraismo italiano? Ci vorrebbe più cultura e più leadership Nathania Zevi, giornalista e madre di 3 bambini, racconta a Riflessi come destreggiarsi tra carriera e famiglia, in un paese che ha tanta strada ancora da fare verso la parità di genere. E sull’ebraismo italiano dice… Nathania, tu sei una giornalista dal curriculum importante, anche se giovane: premio Agnes under 35,

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Ebraismo italiano

Ricordo la caccia all’oro, la fuga, l’attesa per chi non tornò più

Ricordo la caccia all’oro, la fuga, l’attesa per chi non tornò più Lello Anav racconta la guerra e l’occupazione nazifascista, vissuta con gli occhi di un ragazzino di 11 anni. Lello, quanti anni avevi nel 1943? Sono a nato nel luglio del 1932, in quell’ottobre del 1943 avevo dunque 11 anni. Che ti ricordi dell’occupazione nazista? Ricordo perfettamente la vicenda

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Ebraismo italiano

La razzia del 16 ottobre fu realizzata grazie all’aiuto italiano

La razzia del 16 ottobre fu realizzata grazie all’aiuto italiano Michele Sarfatti, storico della persecuzione antiebraica italiana, spiega a Riflessi le responsabilità italiane nella razzia del 16 ottobre 1943 Professor Sarfatti, come era la situazione degli ebrei italiani in quell’ottobre del 1943? La situazione era determinata dal fatto che tra l’8 settembre e la metà di ottobre – cioè poco

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Ebraismo italiano

Il fascismo è sdoganato, dobbiamo reagire

Il fascismo è sdoganato, dobbiamo reagire Alberto Di Consiglio ricorda gli assalti in Piazza dei missini di Almirante, e ammonisce a non ascoltare oggi le sirene avvelenate della destra, figlie di quel passato Alberto, una storia che oggi molti della nostra comunità non conoscono, o non ricordano, riguarda gli scontri con i camerati del MSI (Movimento sociale italiano). Di che

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Donne del mondo ebraico

Proteggiamo la morbidezza dell’ebraismo italiano

Proteggiamo la morbidezza dell’ebraismo italiano Simonetta Della Seta, nella Giornata europea delle cultura ebraica,  spiega a Riflessi perché è importante per gli ebrei italiani dialogare, e tornare a farlo con l’ebraismo europeo Simonetta, ci parliamo al telefono con il Mediterraneo a dividerci. Il tuo trasferimento in Israele è definitivo? Per noi in realtà è un ritorno. Abbiamo vissuto in Israele

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Elezioni Ucei

Menorah per l’UCEI

Menorah per l’UCEI Domenica 17 ottobre saremo chiamati a rinnovare l’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane). Menorah si presenta (lista n. 4) I nostri punti cardinali: giovani, futuro, Israele, dialogo. Menorah. Perché l’Ucei è di tutti.

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9 ottobre 1982: una ferita italiana

Non smetteremo di ricordare, non smetteremo di raccontare

Non smetteremo di ricordare, non smetteremo di raccontare Con la testimonianza di Daniela Gaj, si conclude oggi il reportage di Riflessi sull’attentato del 9 ottobre 1982. Arrivati alla fine, vogliamo brevemente spiegare cosa ci ha mosso a realizzare questo contributo alla storia della nostra comunità. Innanzitutto, siamo convinti che quanto accaduto sia da iscrivere ben dentro la storia di questo

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9 ottobre 1982: una ferita italiana

Vi racconto il mio Stefano

Vi racconto il mio Stefano Daniela Gaj racconta a Riflessi suo figlio Stefano, e come sono trascorsi questi 39 anni Signora Daniela, mi racconta la sua famiglia prima di quella mattina? Eravamo una famiglia normale, come tante altre: una moglie, un marito, e due figli; due bambini di 2 e 4 anni. Io ero una mamma felice, fanatica dei miei

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9 ottobre 1982: una ferita italiana

Non dovete dimenticarci

Non dovete dimenticarci Gadiel Taché aveva 4 anni quando venne ferito nell’attentato. A Riflessi racconta come è cambiata la sua  vita da allora Gadi, quanti anni avevi nel 1982? Avevo 4 anni. Dunque eri solo un bambino di pochi anni. Ricordi qualcosa della tua famiglia di allora? No, non ho ricordi particolari. Neanche di Stefano. Posso dirti però che eravamo

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