Tra le notizie di questa guerra assurda nel cuore dell’Europa, una ci ha colpito come un pugno allo stomaco ieri sera: i missili lanciati dai russi contro il Memoriale dell’Olocausto di Babyn Yar nei pressi di Kiev.
In una offensiva che ha colpito anche la torre della televisione di Kiev, è stato danneggiato il sito costruito sulla fossa comune dell’Olocausto più grande d’Europa, dove 34.000 ebrei furono massacrati dai nazisti nel 1941.
Il presidente dell’Ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak in una nota ha commentato: “Questi malvagi stanno uccidendo le vittime dell’Olocausto per la seconda volta“.
Che senso ha, infatti, la presunta “denazificazione” dell’Ucraina da parte di Putin, se viene colpito il luogo che vuole preservare la Memoria dell’infamia nazista, attraverso i racconti, le testimonianze, la ricerca storica di uno dei più efferati omicidi di massa della Seconda Guerra Mondiale?
I nazisti, entrati a Kiev il 19 settembre 1941, avevano affisso in città un ordine ai 60.000 ebrei presenti in città (altri 40.000 erano già riusciti a fuggire) di presentarsi il 29 settembre alle 8 nei pressi del cimitero. Molti pensarono alla deportazione, ma non arrivarono treni. Invece, nella stretta gola vicino al cimitero le SS iniziarono a sparare a dieci prigionieri alla volta con armi automatiche, insieme – va detto – a collaborazionisti ucraini. Oltre agli ebrei, nel periodo successivo Babyn Yar divenne un luogo di esecuzione per i residenti di cinque campi di zingari, per pazienti dell’ospedale psichiatrico Pavlov, che furono gasati e lanciati nelle rovine, e di migliaia di altri ucraini, alcuni per violazioni minori.
Nel 1943, prima dell’entrata a Kiev dei russi, i tedeschi costrinsero prigionieri a bruciare i cadaveri per non lasciare traccia della loro ignominia. Tuttavia, dopo la guerra, la dimensione del massacro fu nascosta e minimizzata dall’Unione Sovietica, perché la Shoah non fosse percepita come un evento centrale del Ventesimo secolo. Sul sito sotto cui si trovavano resti umani, i sovietici costruirono un centro televisivo, un complesso sportivo, un parco, con l’intento evidentemente di cancellare la vera storia di Babyn Yar. Fu solo a partire dagli anni Novanta che la censura sovietica venne lentamente allentata, permettendo che la strage fosse finalmente conosciuta nelle sue aberranti proporzioni. Ma, ci chiediamo tutti, perché, a quale scopo, è stato bombardato?
Il presidente Zelensky ha annunciato ieri l’attacco su Twitter, con toni aspri di condanna: “Al mondo: che senso ha dire “mai più” per 80 anni, se il mondo tace quando una bomba cade sullo stesso sito di Babyn Yar? Almeno 5 uccisi. Storia che si ripete“. E oggi ha rivolto un accorato appello a tutti gli ebrei del mondo, perché protestino a gran voce contro l’uccisione di civili e di ucraini: “Il nazismo è nato nel silenzio” ha ammonito.
Natan Sharansky, ex parlamentare israeliano ed ex presidente dell’Agenzia ebraica ha condannato l’attacco con parole molto dure: “Putin cerca di distorcere e manipolare l’Olocausto per giustificare un’invasione illegale di un paese sovrano democratico…è simbolico che inizi ad attaccare Kiev bombardando il sito di Babyn Yr, il più grande dei massacri nazisti”
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