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manifestazione contro Israele

Quello che la sinistra non riesce a leggere è che da molto tempo l’antisemitismo è un prodotto della società contemporanea, con un linguaggio proprio trasversale a ogni forza politica. Le ricerche sociologiche evidenziano che oggi ci sono 7/8 milioni di italiani puramente antisemiti, non possiamo quindi pensare che non ce ne siano anche a sinistra. Invece il centro sinistra si considera esente dal pericolo, e questo è un grave errore culturale, perché significa non riconoscere quel linguaggio presente nella società. Manca un lavoro approfondito e non retorico di studio e ricerca, per capire come riconoscere l’antisemitismo dentro le proprie file. Tutti i partiti si lavano la coscienza con le celebrazioni del 27 gennaio o fanno affermazioni di principio, magari salgono sui palchi della comunità di Roma e Milano, ma poi nient’altro. Mancano confronti veri e un serio lavoro culturale nel territorio.

Come spieghi questa totale difesa di Israele da parte della destra? È autentica, e che ragioni ha?

manifesti di appartenenti a FdI, il partito di Giorgia Meloni

È una domanda complicata, innanzitutto perché la destra non è per niente omogenea. Forza Italia dà una lettura della democrazia liberale per cui difende Israele perché difende un’altra democrazia, ma più a destra? Alleanza nazionale prima e Fratelli d’Italia oggi tradizionalmente occupano un’area sociale e politica da sempre schierata su posizioni filopalestinesi, come mostrano Forza nuova e Casa Pound. Vedo allora molto opportunismo: la possibilità di andare al governo mette a tacere tutte le posizioni politiche imbarazzanti. Per me c’è opportunismo puro, di Israele non interessa nulla in realtà.

Come si fa a mettere insieme Israele, Putin e l’Ungheria di Orban?

Se si fosse osservata e studiata la ricostruzione del mondo occidentale fatta negli ultimi dieci anni da Russia Today, la tv anglofona più populista della Russia, avremmo compreso che c’è una lettura che sfugge a ogni razionalità, per cui è possibile mettere insieme tutto. C’è poi da dire che Putin e Orban hanno i loro servi sciocchi ebrei a servizio, comprese sponde politiche anche recenti in Israele. Infine, su grandi temi come l’immigrazione, anche in Israele ci sono state posizioni ambigue. Questo ha consentito alla fine di mettere tutto assieme.

antisemitismo da destra

Frasi come lobby economica, complotto, rendite finanziarie, parole alla base dell’antisemitismo moderno, sono state più volte pronunciate a destra: dalla Meloni a Salvini e giù a seguire. Come mai invece oggi è più la sinistra che deve difendersi dall’accusa di accogliere posizioni antisemite?

La sinistra addebita alla destra solo l’eredità del fascismo e l’alleanza con Hitler, ma non è quello oggi l’antisemitismo. Ritorna così il problema: la sinistra non ha capito cos’è l’antisemitismo e quindi non può incidere e denunciare l’antisemitismo dove si manifesta. A destra, invece, c’è una preoccupante inconsistenza culturale, oggi non esiste qui in Italia una destra moderata che possa dirsi distinta dal passato fascista. Basta vedere FdI, che si rifà a simboli del passato, o alla sua base. Ricordo che il MSI aveva sempre intorno al 10% dell’elettorato nostalgico di Mussolini, cui FdI non vuole rinunciare. E così non è mai nato un partito conservatore, come in Germania o in Gran Bretagna.

Il tuo osservatorio presso il CDEC registra un crescente antisemitismo. L’ebraismo italiano oggi è secondo te sufficientemente vigile contro i pericoli di un nuovo antisemitismo, da qualsiasi parte provenga? Non temi una certa “seduzione” verso chi si appresta a governare?

Giorgia Meloni e Victor Orban, sostenitore della “democrazia illiberale”

Tutte le diaspore ebraiche, come ha scritto Yerushalmi, sono state vicine al potere, a prescindere da chi lo esercitasse, per motivi anche comprensibili, diciamo di sopravvivenza; anche dopo l’emancipazione. In questo, le dirigenze ebraiche non si sono mostrate diverse dall’élite non ebraica. Oggi trovo abbastanza sorprendente, ma forse neppure tanto, che vari esponenti anche in vista delle comunità strizzino l’occhio a FdI e addirittura si candidano nelle sue fila, considerandola ormai una formazione matura. Gli ebrei italiani si comportano come tutti gli altri italiani, a differenza degli USA, dove l’ebreo classico è riformato e democratico all’80%. Come il resto della società italiana, anche nell’ebraismo italiano non sono presenti letture particolarmente mature della realtà sociale e storica da parte della sua dirigenza. Quello che però mi dispiacerebbe è vedere che le comunità in quanto tali venissero coinvolte nell’arena del scontro politico.

Leggi anche:

intervista a Emanuele Fiano

l’ebraismo italiano non ha più pregiudizi a destra?

 

Una risposta

  1. Analisi approfondite, con riflessioni intelligenti e considerazioni geopolitiche
    che ti aiutano a comprendere le varie posizioni delle correnti politiche
    Ma alla fine della lettura rimane il.problema del. Voto :nonostante tutto : dobbiamo votare per la sinistra

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