E’ in uscita in questi giorni il suo nuovo libro, “Il pane perduto” (La nave di Teseo). Quali gli elementi di novità Perché quel titolo?
E’ la mia storia. La storia di una ragazza che parte da un povero villaggio ungherese e arriva a calpestare un tappeto rosso, attorniata da alte autorità, per ricevere una laura honoris causa, e all’improvviso sente nostalgia del passato. lI titolo ricorda la nostra ultima Pesach, in Ungheria, quando mia madre aveva preparato le matzot, ma non riuscimmo a consumarle, perché alla mattina i tedeschi ci portarono via.
Cosa rappresenta la religione per lei?
E’ una dimensione molto personale e intima. Per me significa possedere onestà cristallina, etica, morale. Io non faccio male neanche a una mosca.
Nei suoi libri lei ci ha parlato di tutto il male e del dolore passato, ma poi, negli ultimi scritti, ci ha parlato dell’amore. Nel libro “La rondine sul termosifone”, descrive la vita accanto a suo marito, Nelo Risi, fino agli anni della sua malattia. È possibile che l’amore di una vita possa in qualche modo compensare il dolore del passato?
Il dolore non può essere compensato, tuttavia, io ho passato con mio marito anni molto belli. Negli ultimi tempi, con lui malato, è come se avessi tenuto in vita, attraverso lui, tutta la mia famiglia scomparsa. È stata una delle cose più belle della mia vita.
I testimoni stanno scomparendo. L’ultimo, Nedo Fiano, poche settimane fa. Eppure lei continua imperterrita ad andare nelle scuole, e ogni volta dice che si sente riportata alla vita. E poi continua a scrivere. Come è possibile continuare a raccontare?
Come ho detto, parlerò sempre e scriverò sempre fino a quando avrò la forza. Io parlo di Auschwitz per loro, per i giovani. Serve denunciare, serve gridare, anche una goccia nel mare è utile, e se riesco a cambiare una sola persona sono contenta. Mi capita spesso di piangere con i ragazzi, che è una cosa triste, ma anche molto bella. Anche se è un ruolo scomodo, perché mi dispiace molto raccontare quello che è stato ai giovani.
Signora Bruck, è stato un grande onore e una gioia parlarle e imparare dalle sue parole. Per Rabbi Tarfon nessuno può pensare di cambiare da solo il mondo, ma nessuno può sottrarsi dal fare la propria parte. Il suo impegno, come quello di tutti i testimoni, ne è l’esempio migliore. In conclusione, vorremmo chiederle un ultimo regalo: le va di leggerci una sua poesia?
Edith si avvicina all’immancabile macchina da scrivere, raccoglie un foglio e lo legge. La poesia si intitola “Educazione”. Eccola:
Se il futuro non fosse figlio del passato e presente, ma orfano, tabula rasa per i nuovi nati,
da educarli al buono, al bello, al rispetto del prossimo, di qualsiasi etnia e fede.
Non dire mai ai propri figli che sono i più belli, ma che tutti i bambini sono belli.
Educarli a dividere, a scuola, durante la pausa, la propria merendina con chi non ha niente. I giocattoli con chi non ne ha tanti.
La condivisone, fin da piccoli, è creatrice di pace, di un mondo nuovo che non è mai esistito.
Potrebbe mai essere? dipende solo da noi, Senza pregare Dio.
La responsabilità di tutti i mali del mondo è nostra.
“Il pane perduto” è entrato nei 5 finalisti del premio strega 2021:
Il 29 aprile il Presidente Mattarella ha insignito Edith Bruck dell’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’ordine del merito della repubblica italiana: https://www.quirinale.it/elementi/56341