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La Biblioteca nazionale centrale, a Roma

Finora non abbiamo lavorato su questo tema. Certo è una questione importante, su cui bisognerebbe attivarsi. La Fondazione ha finora partecipato a un convegno organizzato a Venezia dall’Università Ca’ Foscari, ma è un tema complesso. Fondamentale è comunque la collaborazione con le Comunità: la Fondazione è al loro servizio, perché il patrimonio culturale appartiene alle singole Comunità.

Abbiamo parlato fino ad ora delle varie attività svolte dalla fondazione. Vorrei chiederle se, dopo questi anni alla presidenza, secondo lei è possibile individuare un “genio ebraico italiano”?

Il Meis ha sede a Ferrara

Certamente esiste una specificità della cultura ebraica in Italia. Questo è il compito che il Meis si è dato: documentare tale carattere, con le sue mostre. Finora ne sono state fatte tre: la prima, sui primi mille anni di presenza ebraica in Italia; la seconda, dedicata al periodo del Rinascimento; e la terza, che va dai ghetti all’emancipazione.  Le mostre documentano il ruolo della presenza ebraica nel nostro Paese nelle sue multiformi espressioni, e gli influssi e le interazioni che l’Ebraismo italiano ha auto con la cultura e la storia dell’Italia. La storia degli ebrei in Italia è stata caratterizzata da momenti fecondi e da altri di espulsioni e persecuzioni. Nel 2024 realizzeremo la quarta tappa di questo viaggio, concentrandoci sul Novecento, un periodo molto complesso, sul quale i stiamo fin d’ora lavorando. Le mostre fanno conoscere la realtà ebraica in Italia e suscitano riflessioni e domande. Le mostre fin qui realizzate hanno avuto un grade successo, e così il museo si sta imponendo come una realtà importante nel panorama culturale nazionale e internazionale: consideri che quasi il 30% dei visitatori proviene dall’estero.

Qual è la percezione degli ebrei italiani del loro patrimonio storico e artistico?

un’immagine del Meis, una volta attuato l’intero progetto

L’obiettivo della Fondazione e del Meis è proprio quello di stimolare la popolazione ebraica italiana a prendere conoscenza del nostro patrimonio culturale e del nostro ruolo nella storia di questo Paese. Non sempre infatti c’è questa consapevolezza tra gli ebrei italiani, soprattutto in riferimento a realtà diverse dalla propria Comunità e area territoriale di riferimento. I visitatori che vengono al Meis scoprono spesso realtà di cui non erano pienamente consapevoli.

E la percezione da parte degli italiani?

una delle ultime mostre al MEIS

Ci rivolgiamo naturalmente anche e soprattutto alla popolazione non ebraica, con l’obiettivo fondamentale di contrastare il pregiudizio basato sull’ignoranza. Far conoscere la nostra storia e cultura è fondamentale per promuovere la conoscenza della interazione fra culture. Il Meis è così un luogo di dialogo e di confronto, per cui si avviano scambi con altre religioni e altre culture, con risultati fecondi. Tenga conto che queste mostre prefigurano quella che, a regime, sarà l’esposizione permanente del Meis. Moltissimi italiani ancora oggi pensano agli ebrei solo in relazione alla Shoah. Sebbene, ovviamente, il Meis svolga corsi per la didattica della Shoah in Italia, soprattutto rivolte alle scuole, noi vogliamo mostrare la ricchezza di una storia molto più ampia, complessa e che risale a oltre 2.200 anni. Lavoriamo costantemente con questo obiettivo. Il Meis intende proporsi come un grande polo culturale per la conoscenza, la ricerca, il confronto e la collaborazione tra le molteplici componenti della nostra società.

Leggi anche:

Il mio impegno per la cultura ebraica

Una mostra al MEIS

La morbidezza dell’ebraismo italiano

intervista al direttore del MEIS

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