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Potrebbe essere imminente un accordo tra Israele e Autorità Palestinese per lo sviluppo di un gas naturale marino al largo della costa di Gaza, con la sponsorizzazione del governo egiziano.

L’evento storico arriva proprio nel mezzo della tempestosa crisi del gas causata dalla guerra in Ucraina, crisi che interessa ormai tutto il mondo e segue un simile accordo altrettanto storico, stretto dal primo ministro israeliano Lapid con il governo autorità libanesi.

Nonostante l’Autorità Palestinese ufficialmente lo neghi, trattative tra le parti sarebbero già a buon punto, ma la strada è ovviamente irta di ostacoli. Anzi di un ostacolo: Hamas, che governa Gaza e non riconosce il diritto all’esistenza di Israele.

Spiaggia Gaza
Rafa, a sud di Gaza

Il giacimento di gas è stato scoperto nel 2000 dalla British Gas Company e dai suoi partner (una Confederation of Contractors CCC) a 36 chilometri a ovest di Gaza City, ma è rimasto inutilizzato per ragioni di sicurezza, visto il tentativo dell’Iran di rifornire via mare i palestinesi di armi per compiere attentati terroristici.

All’epoca della scoperta, sono stati perforati due pozzi – Marine Gaza 1 e Marine Gaza 2: una stima di 1,4 trilioni di piedi cubi di gas, sufficienti per Gaza e i Territori controllati dall’Autorità Palestinese per almeno quindici anni.

Dopo un anno di trattative e un pre-accordo tecnico tra Egitto e Autorità Palestinese, da firmarsi alla fine del 2022, il 19 ottobre, l’emittente Kan 11 News ha riferito che l’Egitto, l’Autorità Palestinese e Israele hanno concordato di sviluppare il “giacimento di gas palestinese al largo della costa di Gaza”. I profitti del giacimento di gas torneranno all’Autorità Palestinese e a Israele, che ricordiamo ha i diritti sulle acque al largo di Gaza, con la mediazione egiziana.

E Hamas?

Israele Gaza GasLa situazione è complicata perché otterrà la sua parte per far passare il gas, ma per chi e contro chi userà questi proventi? I dubbi e le domande, vista la posizione di Hamas, sono leciti. Ma la pace, o quantomeno, le relazioni non conflittuali tra stati passano spesso non tanto attraverso trattative e armistizi, quanto attraverso i rapporti commerciali. Auguriamoci che sia questo il caso.

 

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