Un voto per cambiare

Il rinnovo del Consiglio della Comunità ebraica di Roma mostra che gli elettori hanno scelto di dare fiducia a chi rappresenta il cambiamento. Ora si tratta di lavorare insieme per il bene di tutti

Ora che questa prima notte dopo il voto per l’elezione del nuovo Consiglio (e della nuova Consulta) della Comunità ebraica di Roma è trascorsa, sarà chiaro a tutti, speriamo, che in politica i voti spesso non solo si contano, ma soprattutto si pesano.

Victor Fadlun, capolista di Dor va Dor

E così, anche se i dati, ancora non ufficiali, assegnano lo stesso numero di seggi (10) a due liste, “Dor va Dor” e “Per Israele”, nessuno può avere dubbi che i veri vincitori sono i primi, e che i secondi sono gli sconfitti.

Va dato dunque il giusto merito alla lista dei cosiddetti ebrei tripolini. Una definizione a ben vedere quanto meno imprecisa, perché si tratta in realtà di donne e uomini che – spesso figli e nipoti di coloro che furono costretti a fuggire dalla Libia sotto minaccia di morte avendo perso praticamente tutto, seppero con orgoglio, tenacia e fatica ricostruirsi una vita a Roma – oggi sono espressione di un’unione riuscita, quella di due tradizioni in origine molto diverse, gli ebrei romani e gli ebrei di Libia, i quali, seppure all’inizio con fatica, si sono infine uniti dando vita, 56 anni dopo, a una nuova generazione, in cui spesso i genitori sono portatori di entrambe quelle tradizioni.

A “Dor va Dor” spetta dunque l’onere, più che l’onore, di dare le carte e proporre il modello di comunità che vuole realizzare. E a Victor Fadlun, imprenditore di successo, di mostrare di conoscere la differenza tra un’impresa e una comunità, tra un consiglio di amministrazione e un organo politico, in cui dovranno trovare spazio le voci, anche (e per fortuna) diverse che lo comporranno.

Antonella Di Castro, capolista di Per Israele

È stato un voto dunque all’insegna del cambiamento. Non solo nell’indicare i vincitori, ma anche gli sconfitti. Non crediamo però che sarebbe giusto addebitare la perdita di voti e di seggi di “Per Israele” alla capolista, Antonella Di Castro, la quale ha dimostrato, reggendo per mesi l’Ospedale israelitico, di essere dotata di qualità di ascolto e gestionali apprezzabili; piuttosto spetta alla vecchia guardia, quella che ha governato la CER per circa 15 anni, giunta al fisiologico esaurimento (visto il limite dei tre mandati consecutivi) interrogarsi sul perché 4 anni di governo praticamente incontrastato non si siano tradotti in una riconferma da parte degli elettori. La causa, crediamo, ha molte possibili spiegazioni; ci limiteremo così a elencarne una sola: non si può governare animati solo dall’intento di apparire gli unici depositari della verità e della rappresentatività della comunità, perseguendo sistematicamente l’obiettivo di oscurare gli altri – non solo gli avversari, ma alla fine anche gli alleati – animati da una spinta monopolizzatrice che ha portato quasi al tentativo di espulsione di alcuni membri di questa comunità da un Bet ha Knesset nell’ormai noto e triste episodio del 9 marzo. Gli elettori crediamo che anche questo abbiano voluto dire: che la CER è un bene troppo prezioso perché qualcuno possa amministrarlo pensando che sia cosa propria; la Comunità ebraica di Roma è e deve rimanere un patrimonio di tutti.

Infine, la novità espressa dal voto ha premiato anche la lista “Ha Bait”.

Daniele Règard, “Billy”, 37 anni, capolista di Ha Bait.

Come i lettori sanno, questo giornale fin dal primo giorno di campagna ha dichiarato in modo trasparente di sostenere la lista n. 2, “Ha Bait”. Era, sulla carta, la lista più debole, destinata, secondo l’auspicio di alcuni, a frantumarsi di fronte alle altre due, e invece non solo è finita non distante nei numeri e nei seggi (7), ma ha saputo vincere in luoghi storici, come a via Balbo, agli Asili e al Tempio maggiore (per quanto, vista la possibilità di votare in qualsiasi seggio, si tratti di vittorie soprattutto simboliche) e di terminare seconda in altri sei. Unica lista nuova a presentarsi, frutto dell’unione di Binah e Menorah, ma capace di attrarre e presentare figure che provenivano da tradizioni diverse, “Ha Bait” ha vinto la sua scommessa, interpretata con efficacia dal capolista più giovane, Daniele Regard (Billy): proporre un modello di comunità inclusivo, aperto, in cui ebrei laici e osservanti sono consapevoli di appartenere alla stessa comunità e sono animati dal desiderio di lavorare insieme per il suo bene.

il cuore storico della comunità ebraica di Roma

Ora toccherà al nuovo Consiglio parlare. Nella prima riunione sarà eletto il presidente, poi la giunta. I seggi assegnati dicono che “Dor va Dor” dovrà formare un governo di coalizione; quanto ampio, lo vedremo. Ci auguriamo comunque che il dialogo e il confronto non vengano mai meno. La Comunità ebraica di Roma è una delle più antiche della diaspora, e dovrà affrontare questioni importanti e non più rinviabili, che vanno da un maggiore stabilità del bilancio a una migliore e trasparente gestione del patrimonio; da una maggiore attenzione per giovani e welfare, a un maggiore intervento contro ogni rischio di intolleranza; fino a un rinnovato dialogo collaborativo con l’UCEI. Per non parlare dei rapporti istituzionali. Fermo restando il sostegno sincero e condivisoper Israele, attenti alle tante voci che lo compongono, occorrerà anche confontarsi con uno scenario nazionale di grande cambiamento, in un contesto europeo in cui il rischio del ritorno ai nazionalismi nel recente passato è stato troppo disinvoltamente trascurato, mentre noi ebrei sappiamo non solo che questo paese è nato dalla Resistenza antifascista (in cui molti ebrei presero parte), ma che la chiusura delle frontiere storicamente non è mai un buon segnale per gli ebrei.

Per ora, siamo però solo al primo giorno dopo il voto. Che allora i vincitori festeggino, come è giusto. Presto, si tratterà di governare, e fare le prime scelte.

A tutto il nuovo Consiglio, i migliori auguri di beazlachà da Riflessi.

Leggi i risultati del voto CER

 

3 risposte

  1. Buongiorno questa è una riflessione giusta
    E importante .discutere e avere btimore che ” gli altri” non di ha -baith siano gente di cui si debba diffidare, non credo serva.
    E vero e ve lo dico da ebrea Romana con una famiglia che da centinaia di anni è cresciuta. Si è sposata ha avuto figli nipoti e pronipoti in questa citta.
    La politica dovrebbe essere una cosa seria,
    Anche se da molti anni nel paese Italia è scomparsa in una quantità di attacchi tranelli insulti feroci tra le arie anime democratiche che a parole si dichiaravano
    Altro, pronte invece a spingere avversari e amici nel baratro,pur di riuscire a vincere.
    La comunita di Roma ha sempre brillato per le esclusioni a chi non era conforme al loro modo di essere Ebrei. Anche negli ultimi anni con il sorgere delle comunità riformate hanno precisato diffidenza e intolleranza nei confronti di un ” nuovo” già presente in molti altri paesi.
    I cambiamenti hanno tempi lunghi,ma in queste ultima elezioni per Cer ho avvertita un cambiamento di rotta dovuto alla nascita di questa nuova lista.
    Per anni mi sono disinteressata alle vicende comunitarie,sia perché il.mio discorso di vitabprivatabe di lavora si è mossa in maniera diversa,ma quest’anno.
    Con lanascita di Ha- bsih per la prima volta ho seguito con grande entusiasmo il tentativo di cambiamento e il lavoro di tutti i partecipanti.
    Credo che il risultato sia molto buono e interessante,sotto tutti i punti di vista specialmente da quello del tempo visto che questa lista ha pochi mesi di vita e i miracoli non avvengono facilmente.
    Viviamo in un.periodo non solo italiano ma internazionale dove le destre. Sono padrone inntutto il mondo.
    Le persone hanno paura spesso non hanno alcuna cultura e quasi sempre non hanno possibilità di averla .in Italia per molti annunci fino a ieri abbiamo creduto che qualche grande raduno e alcune parole d ordine volessero dire che la sinistra c era.
    Ma non era così da molto,nella eterna rissa
    Dei protagonisti xhe su sono sbranati tra loro,facendo finta di andare nella stessa direzione. Il risultato è il governo che abbiamo oggi e che sembra andare avanti a colpi di piccone.Dunque voglio dire che , aa livello di comunita Romana ,visto il risultato di tutti coloro che hanno partecipato attivamente mettendosi a disposizione della nuova lista occorre freddezza eintelligenza politica per
    Tentare di portare le idee di ci hanno parlato a confrontarsi con le altre liste
    Sara’un discorso non facile e lungo ,ma se ha- ha baith crede inei principi che ci ha dichiarato deve metterci forza e coerenza sapendo che non sarà facile e ci vorrà del tempo.zbuon lavoro marina piperno

  2. Avevo già commentato su Kol Israel. Riflessi sempre puntuale agli appuntamenti importanti. Può dar fastidio ad alcuni, a volte la verità fa male, ma arrichisce i più.
    Bravi 👏👏

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