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Ricordando Nedo

Io Nedo lo ricordo insieme con Shlomò Venezia e Piero Terracina, a Nuoro, in giro per scuole per alcuni giorni.

Piero aveva avuto da poco il cavalierato e Nedo, forse con una punta di invidia, lo prendeva in giro. A vederli scherzare a tavola sembravano fratelli. Piero rispondeva molto serioso alle battute di Nedo, e Shlomò li guardava con aria paterna. Era chiaro che tra loro c’era una fraternità che gli altri non potevano condividere e alla quale noi non eravamo ammessi. Ricordo anche altri episodi di quella trasferta. Innanzitutto credo sia stata un’occasione unica in cui erano riuniti ben tre TESTIMONI. Ricordo poi un caso che riguarda proprio Nedo, quando l’ho letteralmente trascinato in una scuola elementare. Non voleva venirci. Come del resto quasi tutti i testimoni, anche Nedo rifiutava di venire nelle scuole elementari. Io credo che si rifiutassero per paura. Paura di far male a dei bambini, che a loro giudizio non meritavano di ascoltare discorsi così duri e tristi. E già questo mi sembra un fatto che meriterebbe ampia riflessione: rifiutare di far male. (Anche Piero l’ho convinto a venire in una scuola elementare di una paesino qua vicino nel basso Lazio, a Vallemaio. Era ancora il Piero che guidava la sua macchina, e ci teneva. In realtà quando si decidevano a farlo era assolutamente incredibili nel loro rapporto con i bambini. A Piero quel paesino, il comune di Vallemaio, ha poi dato la cittadinanza onoraria.)

A proposito del rapporto dei TESTIMONI con i bambini in quella stessa occasione, a Nuoro, ci fu un altro avvenimento del tutto incredibile. Eravamo nell’aula magna della scuola. In platea 200, forse 300 alunni e una quantità di insegnanti. Sul palco Shlomò, Piero, Nedo ed io. Parlavano loro e nel parlare veniva ripetuta la parola “tedeschi”: si parlava di loro, dei tedeschi ovviamente. Quando ad una tratto una bambina, abbastanza grande, bionda, occhi celesti, si è alzata e è scappata via. Dopo un momento di incertezza l’incontro è proseguito ed io sono andato ad informarmi dell’avvenimento. Si trattava di una bambina tedesca, da poco arrivata a Nuoro e che ancora parlava e capiva poco l’italiano. A sentire ripetere che i tedeschi avevano fatto …. non aveva resistito ed era scappata via. La maestra con pazienza ed amore era riuscita a riportarla dentro. Ed io, ritornato sul palco, ho rapidamente raccontato l’accaduto ai tre TESTIMONI. Eallora è successo un fatto strano e straordinario.

Tutti e tre hanno cominciato a consolare quella bambina. Per loro non erano sopportabili quelle lagrime … e per di più provocate da loro. Ci mancava poco che negassero tutto quello che avevano detto fino a un momento prima. In quella occasione si davano sulla voce, volevano parlare tutti e tutti insieme e Nedo, proprio lui, chiese a me di coordinarli. Io che coordinavo Nedo , Piero e Shlomò ….. Sono passati molti anni da allora e quelle scuole, quelle insegnanti continuano il loro lavoro su questi temi. Forse a qualcosa serve tutto questo affaticarci andando in giro per le scuole di mezza Italia.

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