Il nuovo rifiuto d’Israele. Riflessioni su Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Occidente (Belforte 2024)

Esce un nuovo volume che, attraverso molte voci, prova a dare una lettura diversa rispetto ai tanti pregiudizi che su Israele abbiamo letto e ascoltato dal 7 ottobre 2023

sono 1o1 gli ostaggi stimati ancora prigionieri di Hamas

Come scrive nella Presentazione il curatore del volume, Massimo De Angelis, Il nuovo rifiuto d’Israele è stato concepito un attimo dopo il pogrom del 7 ottobre «dalla volontà di veder chiaro oltre la fitta coltre di orrore, di comprendere in tutta la sua portata il significato di quanto avvenuto e di giungere a un punto di vista il più possibile saldo, argomentato e condiviso», a partire dalla certezza che è sempre e ancora il diritto d’Israele all’esistenza a essere messo in discussione. Si è giunti a rovesciare i termini della questione: a definire genocida il comportamento di difesa contro i terroristi di Hamas e non quello di Hamas stesso. Eppure è Hamas a proclamare esplicitamente che le sue azioni hanno come scopo l’annientamento degli ebrei. De Angelis chiede perché non si è detta ai terroristi di Hamas quella parola chiara utilizzata in altre situazioni per altri terroristi: «Deponete le armi e rilasciate gli ostaggi, arrendetevi senza condizioni»?

manifestazione ProPal a La Sapienza

Il volume da lui curato contiene 25 testi scritti da persone di diversa formazione, con diverse idee politiche e appartenenti a diverse tradizioni religiose. Non vi è dunque espresso un unico punto di vista, ma ciò che accomuna gli autori è il fatto di esprimersi sulla base della conoscenza della realtà, in tutta la sua complessità teologico-politica. Di fronte ai fiumi di fake news, ignoranza, disinformazione organizzata e programmata già solo questo è confortante.

Uno degli autori, Massimo Longo Adorno, nel suo saggio intitolato I tre volti dell’antisemitismo ricorda che a meno di 24 ore dai massacri di Hamas 34 associazioni studentesche dell’Università di Harvard hanno firmato un documento con il quale dichiaravano lo Stato d’Israele responsabile del massacro e «difendevano il diritto della resistenza palestinese a raggiungere i suoi obiettivi con ogni mezzo possibile per liberare la Palestina dal fiume al mare». Si apriva così un nuovo fronte di guerra, osserva Adorno, che non avrebbe coinvolto Israele sui campi di battaglia ma «avrebbe invece coinvolto il mondo ebraico della diaspora in una battaglia di legittimità della propria identità nelle strade, nelle piazze, nei campus universitari e nei luoghi tradizionali di dialogo del mondo occidentale».

rav Michael Ascoli

Tra gli altri autori troviamo rav Michael Ascoli, Sergio Della Pergola, rav Ariel Di Porto, David Elber, padre Innocenzo Gargano, Massimo Giuliani, rav Alon Goshen-Gottstein, pastora Ilenya Goss, Emmanuel Navon, Fiamma Nirenstein, Paolo Sorbi e Shmuel Trigano.

Il libro è diviso in tre sezioni. La prima si intitola L’occidente non capisce più gli ebrei? La seconda Ebraismo e sionismo, la terza Dialogo nel nome di Dio. Poiché è impossibile rendere conto di tutti i diversi aspetti affrontati, mi soffermo su quest’ultima sezione, che è aperta da un mio testo.

Il presupposto è che il significato profondo degli eventi in corso in Medio Oriente non si comprende se non si va alle premesse filosofiche, teologiche e culturali degli avvenimenti. E questo richiede che si tengano presenti il nesso tra ebraismo e cristianesimo da una parte, e il nesso con l’islam dall’altra. La convinzione è che non ci sarà pace in Medio Oriente se non si terrà conto della dimensione religiosa e interreligiosa di un conflitto che non è solo territoriale.

Massimo Giuliani

Ottant’anni dopo la Shoah – ossia l’uccisione dei due terzi degli ebrei europei – l’antisemitismo non è scomparso, anzi si è diffuso a livello planetario, prevalentemente nella forma dell’antisionismo. I tentativi finora intrapresi per risolvere il conflitto mediorientale – dagli Accordi di Oslo agli Accordi di Abramo – non hanno avuto successo in quanto hanno ignorato la dimensione interreligiosa di tale conflitto. Come diceva Hans Küng, non vi sarà pace nel modo se non ci sarà pace tra le religioni, e non ci sarà pace tra le religioni se non ci sarà dialogo tra le religioni.

2 risposte

  1. Sono del tutto d’accordo d’accordo con quanto detto. La permeazione antisemita dell’occidente risorge continuamente. Sento però che ultimamente si insiste nei media sulla impossibilità di paragonare Hamas a Israele. Infatti è chiaro che Hamas e coloro che lo sostengono vogliono la totale distruzione di Israele. Grazie per questo libro

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