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i Krumiri di Casale

Quanti di noi hanno fatto colazione o merenda con i più classici dei biscotti, i Krumiri?

Oggi, dall’antico laboratorio di Casale Monferrato esce una produzione di Krumiri Casher. Ne parliamo con la responsabile dell’azienda Krumiri Rossi, Anna Portinaro.

Lei è l’erede di una grande tradizione nata nel 1878, quella dei Krumiri di Casale Monferrato. Ci racconta in breve sono nati i Krumiri e quale è stata la loro leggendaria storia?

La nostra storia è cominciata con mio nonno, Ercole, che era pasticcere, aveva una grossa pasticceria e faceva anche “Krumiri Portinaro Ercole” col suo nome all’epoca, dal 1938, però ci teneva ad acquistare il brevetto del Domenico Rossi, che gli piaceva molto. Così all’inizio degli anni ‘50 è riuscito ad acquistarlo ed è cominciata la nostra storia di famiglia. All’epoca facevano solo qualche scatola, ed erano ancora di legno con i chiodini addirittura; c’era la mia mamma, Dorotea, e una signora che le realizzavano e poi incollavano sopra delle bellissime serigrafie con le immagini. Negli anni ’60 è iniziata la distribuzione in Italia con la Unica Talmone e la scatola è diventata di latta, quella attuale. La produzione è rimasta fino a oggi nel laboratorio storico della città vecchia.

Da quanto tempo si occupa dell’Azienda? In quale ruolo?

Mi occupo dell’azienda dal 1974, poco prima della scomparsa di mio padre Romolo. Proprio per il carattere della nostra azienda, non ho un ruolo fisso, mi definisco una “tuttofare”.

Casa Propria KrumiriSul vostro sito, ci sono alcune antiche pubblicità, veri pezzi rari. Una mi ha colpito particolarmente, quella in cui si rivendica l’autenticità della ricetta Rossi e nella firma troviamo un indirizzo con scritto “Casa propria”. Cosa vuol dire esattamente?

Per “casa propria” s’intendeva non l’abitazione, ma il fatto che l’indirizzo, in questo caso un laboratorio, era di proprietà. Era un modo comune per rassicurare sulla propria solidità commerciale.

Quindi davvero un prodotto artigianale. Oggi c’è molta concorrenza?

Sì, sono venuti fuori ultimamente diversi prodotti simili e non è una bella concorrenza, perché a volte fanno anche dichiarazioni ingannevoli. Noi possiamo orgogliosamente dire che i nostri biscotti sono sempre gli stessi dal 1878: stessa ricetta, stessa forma curva che si dice ispirata ai baffi del re Vittorio Emanuele e identico marchio. Non è poco.

Come è nata l’idea di fare una speciale produzione di Krumiri casher?

Ho conosciuto Elio Carmi (n.d.r presidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato) durante un festival Jazz. Parlando dei Krumiri e notando che i cinque ingredienti sono di per sé tutti ammessi dalle regole di alimentazione ebraica, mi ha suggerito di interprellare un rabbino per ottenere l’attestato di Casherut. E così è stato. Oggi c’è una speciale produzione di Krumiri Casher certificati. I Krumiri Rossi sono Kosher Chalavì (contengono latte), non sono Chalav Israel e, pur non contenendo lievito, non possono ovviamente essere consumati durante Pesach. Ma per il resto dell’anno…

Dove sono venduti i Krumiri Casher? E dove c’è maggior richiesta, in Italia e all’estero?

I Krumiri Casher sono venduti quasi esclusivamente in tutta Italia, la maggiore richiesta c’è a Milano. Poi ci sono privati all’estero che fanno ordinazioni ma, appunto, si tratta di singoli e non di punti vendita.

Dove si producono i KrumiriL’azienda produce altri tipi di biscotti e di prodotti o solo Krumiri?

Produciamo e intendiamo continuare a produrre solo Krumiri, gli stessi che hanno vinto la medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Torino nel 1884 e che vendiamo anche a Dubai, che quest’anno ospita l’Expo.

(La trasmissione della Rai Linea Verde, nella puntata del 13 novembre 2021, si è occupata dei Krumiri. Guardala QUI, dal minuto 46:03. Anche se l’origine del nome Krumiri pare provenga da una regione della Tunisia, a noi piace pensare che sia di derivazione tedesca – yiddish, da Krumm che vuol dire “storto”).

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