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Facciamo….balagan!

Anche quest’anno la comunità di Firenze organizza, ogni giovedì, la manifestazione ormai diventata patrimonio della città. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico, Enrico Fink

 Enrico, anche quest’anno la Firenze ebraica si mostra alla città con il Balagan caffè.

Enrico Fink, musicista, presidente della comunità di Firenze e direttore artistico del Balagan

Sì, apriremo i giardini del Tempio ogni giovedì. Abbiamo cominciato lo scorso 30 giugno e andremo avanti fino al 1° settembre, ogni giovedì sera.

Ci parli di come è nato il progetto Balagan?

Questa è la decima edizione. Ormai posso dire che non è più un esperimento, ma una bella realtà. L’idea – nata dalla presidente di allora Sara Cividalli e da me, a quel tempo assessore alla cultura – era quella di restituire il giardino della comunità alla città come luogo di incontro, volevamo aprire il cancello sempre chiuso per motivi di sicurezza, che però sottrae alla condivisione uno spazio bello. Il giardino è un valore aggiunto per la città, ma anche per la comunità, perché la conoscenza reciproca è sempre positiva. Speravamo così anche di rafforzare lo spirito comunitario.

E ha funzionato?

Sì. Oggi la comunità partecipa in modo totale, è la comunità che al Balagan si racconta, e questo è quello che lo rende bello: infatti la gente ritorna, e il pubblico è vasto.

alcune immagini del Balagan, a Firenze ogni giovedì fino a settembre (credits: Antonio Viscido)

E nei due anni precedenti? Come siete riusciti ad aprire con il Covid?

Abbiamo avuto la fortuna che in estate c’è sempre stato un abbassamento dei casi, e questo ci ha consentito comunque di organizzare qualcosa. Quest’anno è finalmente una edizione tornata ai livelli precedenti alla pandemia.

Cosa offrite a chi viene a trovarvi?

Nel corso degli anni abbiamo sempre cercato di variare i nostri programma, anche se un elemento costante è la musica. Apriamo alle 19 e proponiamo vari eventi: momenti musicali, la presentazione di un libro, film, ospitiamo grandi autori del mondo ebraico internazionale, e poi ancora momenti di riflessione, spettacoli teatrali. Quest’ anno faremo cinema nelle tre settimane in cui non si può fare musica dal vivo, tra il digiuno di Tammuz e quello di Av: inaugureremo il “Balacinema”, in collaborazione con l’Ambasciata d’Israele, proiettando una serie di film e documentari molto belli e emozionanti selezionati dalla nostra amica e bravissima regista Tamar Tal. Ma poi ci occuperemo anche di cibo, con la partecipazione di tanti: del ristorante Ruth’s, di amici come Michele Hagen, del grande Jean Michel Carasso, cuoco fiorentino noto in tutto il mondo come chef di cucina “etnica”.

Che pubblico è quello del Balagan?

Jean Michel Carasso

È un pubblico molto eterogeneo, di fiorentini e visitatori amici e curiosi del nostro mondo. Da un anno abbiamo attivato anche un progetto detto “Amici della comunità ebraica di Firenze”, con cui manteniamo i rapporti con un mondo prossimo al nostro ma non coincidente con la comunità, un mondo che intanto ci supporta anche economicamente: e poi, è un modo per avvicinare a esempio ebrei americani e israeliani che passano di qua magari per mesi o anni. Questo è strategico per la vita della nostra comunità: Firenze ha un continuo afflusso ebraico, importante, alimentato anche dall’università, compresi i residenti temporanei. Quello che la Firenze ebraica deve continuare a fare e imparare a fare ancora meglio è intercettare questo flusso; se ci riusciamo, allora il nostro futuro è assicurato.

Quanto ci vuole a organizzare il Balagan?

Ci lavoriamo dall’inverno. Uno dei nostri obiettivi è creare iniziative culturali che coinvolgano anche tutta la città di Firenze, perché questo ci lega al territorio e ci consente di trovare i fondi istituzionali. Lavoriamo infatti coi bandi regionali e comunali. Direi che il Balagan poggia oggi su uno staff fisso di una decina di persone e su un gruppo allargato di volontari.

il gruppo Simchat ha nefesh

E per questa estate? Che incontri ci consigli?

Sono tutti importanti! Abbiamo aperto alla grande con Miriam Meghnagi. Poi sicuramente stasera, 7 luglio, sarà uno dei più interessanti, perché dalla Germania arriverà un gruppo di musica rinascimentale ebraica di altissimo livello, Simchat Hanefesh, da Halle, a celebrare l’anniversario dei 1700 anni di presenza ebraica in terra di Germania, anniversario che ricorreva l’anno scorso ma per il covid abbiamo rimandato. Un’altra iniziativa, come ho detto è il Balacinema, poi segnalo il 25 agosto, quando suonerà per noi il maestro Riccardo Joshua Moretti, con un quartetto d’archi. E poi il gruppo Mishmash, da Roma. Infine, mi piace ricordare che quest’anno anche noi, che facciamo parte dell’estate fiorentina, dedicheremo una serata a Enriquez, componente della Bandabardò che ci ha lasciati. Era mio amico personale, gli dedicheremo un tributo l’11 agosto nell’occasione celebrando tu be’Av, la “festa dell’amore”. Avremo l’Orchestra Multietnica di Arezzo che alternerà brani ebraici e brani della Bandabardò, e anche una sorpresa floreale grazie a una nostra amica israeliana.

anche la Bandabardò al Balagan

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