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Posso dire che la nomina di Liliana Segre a senatrice a vita è stato per me un momento molto emozionante, del resto condiviso con gran parte della popolazione italiana.

Il presidente Mattarella con la senatrice Segre; sullo sfondo, Giovanni Grasso

Da qualche settimana siamo entrati nel semestre bianco, il periodo in cui il Presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere. Con quale spirito si vive al Colle la fase finale della presidenza? Il suo lavoro ha subito un rallentamento?

No, nessun rallentamento. L’agenda del Presidente è pienissima fino alla fine dell’anno…

Lei ha curato, assieme a Paco Lanciano, la mostra L’umanità negata. Dalle leggi razziali italiane ad Auschwitz, inaugurata presso il Quirinale nel 2018. Ci spiega come è nata l’idea, e come è stata accolta dal Presidente Mattarella?

Mattarella visita la mostra “L’Umanità negata” assieme ad Anna Foa

Nel 2018 cadeva l’anniversario degli ottant’anni dall’approvazione delle leggi razziali italiane e il Presidente voleva dare un segnale forte, ospitando nel Palazzo del Quirinale una mostra di rievocazione e ricordo.  Realizzata con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus, è stata pensata soprattutto per i giovani. L’idea centrale è stata di stimolare la conoscenza storica attraverso l’utilizzo di istallazioni immersive, cercando di fornire conoscenza ma anche emozioni.  La mostra ha avuto un grande successo e oggi è diventata una esposizione permanente al Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara. Il concetto di fondo della mostra è spiegare che il salto dalla discriminazione allo sterminio di massa è purtroppo molto facile. Quando si cominciano a considerare dei gruppi, delle categorie, delle comunità come “inferiori” la strada della tragedia è purtroppo segnata.

Il Presidente Mattarella ha mostrato più volte nel suo settennato una attenzione verso la comunità ebraica e i valori dell’antifascismo. Ricordo che, appena eletto, si recò alla Fosse Ardeatine, e che nel suo discorso di insediamento si soffermò sul ricordo di Stefano Gaj Taché, il bambino di due anni e mezzo vittima dell’attentato terrorista del 9 ottobre, che causò anche oltre 40 feriti. Inoltre sua è stata la scelta di nominare senatrice a vita Liliana Segre. Infine, tutti ricordiamo la visita al Tempio maggiore del febbraio del 2020. A cosa si deve tanta attenzione, che la nostra comunità ricambia con particolare riconoscenza e affetto?

Gadi Taché e sua madre Daniela ricevuti dal Presidente Mattarella

Il Presidente Mattarella è da sempre molto attento ai problemi delle minoranze ed è pienamente consapevole dell’enorme contributo che l’ebraismo ha dato sul piano culturale, civile e politico alla formazione dell’Italia moderna. Un contributo che, in maniera subdola, è spesso messo in discussione da forme risorgenti e inaccettabili di antisemitismo. Credo di poter interpretare il pensiero del Presidente Mattarella dicendo che la Shoah è un buco nero della storia dell’uomo, un orrore e insieme un monito perenne, con cui non si faranno mai abbastanza i conti.  Ed è una tragedia spaventosa che non riguarda solo gli ebrei, ma l’umanità nella sua interezza e lo stesso futuro dell’umanità.

Lei ha di recente pubblicato un nuovo libro (Icaro, il volo su Roma, Rizzoli), che sta presentando in questi giorni un po’ in giro per l’Italia. Ce ne parla?

“Icaro, il volo su Roma” è l’ultimo libro di Giovanni Grasso

Come per il Caso Kaufmann, anche per questo libro sono partito da ricerche storiche. È la storia, quasi del tutto ignorata, tra realtà e romanzo, di Lauro de Bosis, un poeta appena trentenne che, giusto novant’anni fa, violò il cielo di Roma con un piccolo aereo, per scaricare migliaia di volantini sulla città per incitare gli italiani a ribellarsi alla dittatura del fascismo. Un gesto nobile, motivato da un grande amore per la libertà e per la patria.

Terminato il Suo lavoro al Quirinale, che progetti per il prossimo futuro?

Ho qualche idea, ma ancora è troppo presto per parlarne…

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