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Un Bilancio ancora troppo pallido per le sfide che ci attendono

Il Consiglio della Cer si è riunito in via d’urgenza per approvare il consuntivo 2021. A fronte di un sostanziale pareggio, troppe sono però le incognite e i punti deboli dei conti presentati dalla giunta

Ancora una volta si è persa un’occasione per provare a lavorare insieme. I conti sono formalmente a posto, tuttavia i dubbi, a leggere i dati con attenzione, permangono, soprattutto se pensiamo al nostro futuro. Binah e Menorah hanno perciò deciso di astenersi, motivando le loro ragioni

Bilancio consuntivo CER 2021: dichiarazione di voto di astensione di Menorah e Binah

la “piazza”, cuore storico dell’ebraismo romano

Binah e Menorah, letta la documentazione relativa al bilancio 2021, pur prendendo atto del risultato contabile sostanzialmente in pareggio, nonché degli sforzi dell’assessore per il raggiungimento di tale risultato, ritengono di non potersi esprimere a favore, per due ordini di motivi.

Da un lato contestiamo anche per quest’anno un deficit di progettualità che, in un documento non solo contabile come il bilancio della Cer, espone a rischi la nostra comunità. Infatti:

1. il bilancio brilla per l’assenza di progetti a medio e lungo termine che permettano di individuare una visione strategica, per far fronte alla necessità di serie riforme interne e a nuove politiche di welfare e per i più giovani;

2. si continua a fare affidamento su donazioni esterne, senza una loro precisa rendicontazione, che renda immediatamente chiari l’ammontare, i donatori, le finalità;

3. anche quest’anno la riforma del contributo degli iscritti è ferma, al massimo c’è una parziale revisione della matricola, per di più senza alcun coinvolgimento del Consiglio, che nell’ultima occasione si era mostrato critico e contrario a interventi tampone;

La Giunta è alla ricerca di nuove risorse. Finora nessuna vera riforma dei contributi è stata presentata, mentre si va verso un aumento a pioggia per tutti del 5%

4. non appare chiara la situazione contabile di Shalom, con incassi pubblicitari ridottissimi, che genera una pesante perdita per il bilancio comunitario;

5. in generale, si registra una perdurante proliferazione dei centri di costo, con conseguente aumento dei costi di gestione e del personale.

Dall’altro, proponiamo:

A. una nuova politica di welfare, frutto del coinvolgimento coordinato di enti, associazioni, volontari del settore;

B. una politica attiva per i giovani, che non si limiti a organizzare singoli eventi (feste, ricorrenze), ma crei luoghi di incontro e iniziative sul territorio, in collaborazione con enti e individui della comunità, aperta alle altre realtà dell’ebraismo italiano, che metta Roma al centro di un percorso di coinvolgimento e inclusione;

C. un confronto, che coinvolga i responsabili degli enti, per individuare le migliori forme di collaborazione per la riduzione dei costi;

D. una rendicontazione chiara e trasparente sulla lista dei donatori della Cer, che renda chiari i donatori, le finalità, i risultati.

Binah e Menorah evidenziano, tra l’altro, l’assenza nel bilancio di risorse per una poltica per i giovani di lungo periodo. Non basta organizzare una festa a Purim per legare le nuove generazioni alla nostra comunità

Infine, vogliamo sottolineare il metodo di lavoro che fin dall’inizio di questa consiliatura si è seguito: quello della esclusione del Consiglio dal confronto.

A differenza che in altre realtà – come l’UCEI, dove la commissione bilancio ha permesso di affrontare vari aspetti, e di raggiungere un punto di incontro che ha portato a un voto all’unanimità sul bilancio 2021 – a Roma si continua a voler governare escludendo il Consiglio da ogni forma di coinvolgimento, dalla partecipazione e dalla possibilità di fare proposte.

I Consiglieri di Binah e Menorah

David Barda

Massimiliano Boni

Daniel Coen

Emanuele Pace

Daniela Pavoncello

Livia Ottolenghi

Cinthia Spizzichino

Leggi anche: intervista all’assessore al blancio dell’UCEI

 

2 risposte

  1. Volevo segnalare che in Consulta riunitasi il giorno prima per discutere il Bilancio, si sono presentati 12 Consultori (su 120). Il non raggiungimento del numero legale non ha consentito alla Consulta di esprimere un parere. Il Consiglio ha quindi votato sul bilancio, non avendo un parere della Consulta. Benché questo sia ineccepibile dal punto di vista del regolamento, mi preme sottolineare la poca considerazione della Consulta da parte delle Istituzioni comunitarie accompagnata dalla colpevole mancanza di partecipazione dei Consultori.

    1. Questo modo di governare la Comunità senza sentire la Consulta e senza coinvolgere il Consiglio i due organi fondamentali ed essenza della democraticità mi ricorda certi regimi di una volta .

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