La mia scuola la tua scuola: un progetto UCEI per i giovani delle piccole comunità
Si è realizzato a Roma poche settimane fa il primo passo di un progetto UCEI che vuole portare i giovani delle piccole comunità a conscere il mondo delle grandi
Sabrina, come è nato il progetto “La mia scuola la tua scuola”?
Il progetto nasce su iniziativa del consigliere Ucei David Menasci, e vede il coinvolgimento di Sara Cividalli (consigliera ucei referente dei progetti delle commissioni UCEI in Giunta) oltre che delle comunità direttamente interessate, della scuola ebraica di Roma, dell’UGN, dei movimenti giovanili del bene Akiva e dell’Hashomer Hatzair, oltreché naturalmente dell’UCEI. L’obiettivo che ci siamo prefissati è così quello di agevolare l’ingresso dei giovani ragazzi delle piccole comunità nei movimenti giovanili, favorendo il contatto con i loro coetanei di una grande comunità, in modo da, per così dire, “preparare il terreno” della loro partecipazione ai campeggi estivi, ma anche di legarli a una realtà che poi possa coinvolgerli in altre forme – penso ad esempio all’UGEI – per consentirgli di rimanere legati a un ambiente ebraico.
Perché tale necessità?
Ci siamo accorti che per chi vive nelle piccole comunità, e quindi è lontano dalla possibilità di avere un quotidiano rapporto con i propri coetanei, a volte l’arrivo in un campeggio non assicurava automaticamente il pieno coinvolgimento con gli altri ragazzi che, al contrario, si conoscono e si frequentano quotidianamente. Per questo si è pensato di consentire loro una breve ma intensa esperienza presso una scuola ebraica, a contatto con i ragazzi che poi incontreranno nei campeggi, e con i madrichim dei movimenti giovanili che li ospiteranno. Inoltre, lo scopo del progetto è quello di far rimanere legati i ragazzi a una realtà ebraica anche oltre la soglia dei 12/13 anni, che, come sappiamo, purtroppo per molti segna il progressivo allontanamento dalle istituzioni ebraiche.
Chi è stato coinvolto in questa prima edizione del progetto?
Sono stati coinvolti 9 ragazzi di età variabile, iscritti alla prima, seconda e terza media. I ragazzi provenivano da Verona, Pistoia, Firenze, Napoli e Milano.
Come si è svolto concretamente il progetto?
Come ho detto, si tratta di condividere esperienze ebraiche di alto valore, che consentano di rafforzare la propria identità ebraica, al centro c’è la partecipazione e la condivisione di momenti comuni. I ragazzi sono arrivati a Roma accompagnati dalle loro famiglie e sono stati ospitati per due notti da famiglie della comunità di Roma. In questi tre giorni hanno potuto fare conoscenza con i loro coetanei a scuola, incontrare gli educatori dell’UGN presso la biblioteca Tullia Zevi e soprattutto svolgere attività sia mirate che in comune con i ragazzi della scuola; sia all’interno dell’istituto, sia fuori, mediante una visita della città e lo svolgimento di attività giovanili con i madrichim del Bene Akiva e dell’Hashomer Hatzair.
Chi ha sostenuto i costi del progetto?
I costi sono stati a carico dell’Ucei, anche se le piccole comunità direttamente interessate hanno voluto partecipare alle spese di viaggio, consapevoli dell’importanza che i loro giovani potessero realizzare un’esperienza del genere.
Che difficoltà ha comportato la realizzazione del progetto?
Al di là del problema logistico, ossia trovare delle date che consentissero di far venire a Roma i ragazzi per due notti, tenuto conto degli impegni del loro famiglie e di quelli scolastici, direi che l’aspetto più delicato è quello di riuscire a individuare le famiglie che potessero ospitare questi giovani nel modo migliore, ossia favorendo la loro piena integrazione all’interno della comunità. Molto importante è poi anche il contributo dei movimenti giovanili. Inoltre vorrei ricordare il lavoro di Sonia Brunetti, coordinatrice del progetto di competenza dell’area cultura dell’Ucei. Sonia conosce bene il mondo della scuola e grazie alla sua esperienza siamo riusciti a ottenere il miglior risultato possibile.
Che reazioni hanno avuto i ragazzi al loro rientro?
Le prime reazioni che abbiamo registrato sono state senz’altro tutte estremamente positive. I ragazzi, che nel loro contesto cittadino non hanno possibilità di un quotidiano rapporto con il mondo ebraico, hanno potuto respirare vivere un’esperienza completamente immersa in una realtà ebraica, e dal riscontro ricevuto dalle loro famiglie direi che l’obiettivo che ci eravamo prefissati è stato centrato.
Quindi il progetto verrà ripetuto?
Sì, vogliamo replicarlo. La proposta, accolta con entusiasmo dal Consiglio, è stata quella di renderlo un progetto continuativo. Pensiamo che la prossima occasione dovrà essere realizzata a Milano, è che il periodo migliore sia quello collegato a festività del calendario ebraico che vedano la massima partecipazione dei ragazzi, come Hanukkà e Purim.
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Sara, tu come sei stata coinvolta nel progetto?
Il progetto è nato in commissione giovani. Tuttavia, come avviene in questi casi, per ottenere il successo di quanto deciso occorre una ampia partecipazione e coinvolgimento, soprattutto per i progetti che prevedono la partecipazione dalla comunità più piccole, credo sia importante che tutti diano una mano.
Anche perché il tuo ruolo in Ucei è anche quello di interessarti delle piccole comunità.
Sì, io mi occupo di tutto ciò che può essere di interesse delle piccole comunità, e di intervenire per risolvere nodi e problemi al fine di assicurare il miglior risultato.
Quali aspetti hai curato nel caso del progetto “la mia scuola la tua scuola”?
In questo caso, come si può immaginare ci possono problemi logistici, visto che dei bambini dovevano essere ospitati fuori casa per due notti; inoltre, abbiamo utilizzato dove necessario anche il fondo Ucei per ciò che riguarda la partecipazione a eventi comunitari; il mio ruolo, come assessore di coordinamento, è stato quello di convincere ragazzi e famiglie a partecipare e dare informazioni sul progetto. Tutto questo grazie all’aiuto fondamentale di Sonia Brunetti e di Genny Di Consiglio, dell’UCEI.
Che giudizio dai di questa esperienza?
Molto positivo. Anni fa si era fatto qualcosa di simile a Firenze con i ragazzi del talmud torah, adesso l’UCEI si è fatta ideatrice e realizzatrice di questo nuovo progetto che sarà ripetuto in autunno. Posso aggiungere una cosa al riguardo?
Prego.
Vedo che a Roma, in cui sono prossime le elezioni, c’è chi ha dichiarato che intende realizzare un’esperienza simile. Mi fa piacere, perché è la prova della bontà di un’idea nata dall’UCEI, che ha realizzato per prima questo progetto, che sarà replicato anche in futuro.