Scritte antisemite comparse pochi giorni fa a Roma

Io sono da sempre vigile e attento a sinistra. Personalmente credo che nel mio partito sia stato fatto un lungo lavoro negli anni: da Veltroni a Fassino, da Renzi a Gentiloni, da Zingaretti a Letta. Vorrei poi ricordare la responsabile esteri del partito, Lia Quartapelle, o di Piero Fassino. E ricordo che Enrico Letta, quando ha accettato la richiesta di diventare segretario, in silenzio la mattina è passato al portico d’Ottavia e ha reso omaggio alla lapide che ricorda il sabato nero, ossia la retata nazifascista del 16 ottobre 1943. E ancora che salì sul palco della comunità di Roma a esprimere solidarietà a Israele attaccato da Hamas.

La destra è davvero un partito che ha tentazioni antidemocratiche?  Dobbiamo temere un nuovo fascismo?

Bisogna essere razionali. Temere che la Meloni, se vincesse, si possa affacciare dal balcone di Piazza Venezia è una follia. La storia non si ripete mai uguale a sé stessa, questo non è il destino che ci aspetta. Piuttosto, i rischi sono altri. Io penso che l’amicizia tra la Meloni e Salvini con Orban sia pericolosa. Abbiamo di fronte un periodo difficile e complesso, con gravi problemi di natura economica e sociale, con l’arrivo di una nuova povertà energetica. Quello che temo è che questa destra voglia tentare una scorciatoia alla democrazia.

A cosa si riferisce?

Giorgia Meloni, in un suo comizio in Spagna

Come Putin e Orban, Meloni (amica di Vox, partito di destra spagnolo) e Salvini propongono il modello della democrazia illiberale: si diminuiscono gli spazi della rappresentanza a favore di un esecutivo forte. La destra propone una profonda riforma costituzionale del paese, verso il presidenzialismo. Non è un sistema pericoloso in sé – opera negli Usa, in Francia c’è il semipresidenzialismo –, però mi pare che sia come rincorrere una chimera. Dare il potere solo a uno non è la soluzione migliore. Anche perché mi pare che poi in Usa e in Francia non si risolvano tutti i problemi; si guardi alla Corte suprema americana, nominata dal presidente della Repubblica, che pochi mesi fa ha sostanzialmente limitato il diritto delle donne all’aborto. Insomma, io non penso che l’accentramento del potere all’esecutivo funzioni. Credo invece nella democrazia parlamentare.

Secondo lei l’ebraismo italiano ha lo stesso timore che prova lei verso la destra? Come sa, FdI candida la nipote di un deportato.

la manifestazione di solidarietà per Israele (2021)

Personalmente non riuscirei mai a candidarmi con FdI, mi blocco al solo pensiero, avverto fortemente la responsabilità verso la storia della mia famiglia, tradita dai fascisti e venduta ai nazisti. Poi penso che l’ebraismo italiano rispecchi in parte l’andamento della politica e della società italiana; me ne posso rammaricare, ma è vero che c’è stata una de-ideologizzazione dei partiti e che anche l’ebraismo italiano oggi fa fatica a individuare certe differenze. Inoltre c’è la questione che riguarda Israele. L’ebraismo italiano negli ultimi 50 anni è attentissimo e molto sensibile sugli atteggiamenti espressi dai partiti su Israele. Ripeto però che io da quando faccio politica mi sono sempre battuto perché tutte le forze politiche abbandonino ogni pregiudizio contro Israele, e combatto ogni forma di antisemitismo, da qualunque parte provenga. Se mi permette, credo perciò che sarebbe importante mantenere in parlamento un ebreo, oltre alla senatrice a vita Segre, che continui a combattere e rimuovere errori, omissioni, ritardi.

Cosa dobbiamo aspettarci se il 26 settembre si scoprisse che in parlamento non c’è una chiara maggioranza?

il parlamento italiano

Penso che ora i politici debbano occuparsi di trasmettere le proprie idee e dare battaglia politica per esse. Adesso tutte le ricostruzioni del dopo voto non hanno spazio, sono convinto che il centro sinistra può imporsi e battersi per un programma concreto che sostenga il benessere degli italiani. Il tema di questa campagna sarà difendere la condizione di vita degli italiani, oggi difficilissima. Su questo mi sto impegnando.

Leggi anche: Emanuele Fiano, un ebreo che guarda il mondo capovolto

Una risposta

  1. A prima vista sembrerebbe uno scontro titanico.
    Ma credo che il dott Fiano rappresenti oltre il suo partito, rappresenti il rispetto, la tolleranza, la,serietà.
    Però questo paese spesso dimostra disattenzione.
    Quindi mi permetto di suggerire al dott.Fiano, di spendere le sue forze, le sue battaglie, per il benessere per le categorie oggettivamente in difficoltà.
    Per categorie in difficoltà si intende non solo la categoria impiegatizio, ma anche la categoria dei piccoli imprenditori, dei piccoli negozianti, delle piccole partita Iva.
    Insomma di quelle categorie che hanno contribuito alla crescita economica del tessuto sociale, ma poiché non hanno mai avuto interlocutori IMPORTANTI sono stati letteralmente stravolti da leggi, leggine,tasse, balzelli, emolumenti tali da portare alla scomparsa di tanti settori.
    Lasciando spazio solo a grandi gruppi, o ancora peggio a inserimenti di categorie provenienti da paesi molto lontani i quali conducono le loro attività in maniera molto OPACA.
    Calpestando quindi chi invece cerca di restare costantemente nella legalità!
    Grazie.

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