Cerca
Close this search box.
Ebrei ucraini

Israele ha pronto un piano per salvare 75.000 ebrei ucraini in caso di invasione da parte di Putin.

Mentre infuriano venti di guerra e truppe vengono ammassate ai confini con l’Ucraina, in una delle più gravi crisi di politica internazionale degli ultimi anni, Israele pensa a non lasciare indietro neanche un ebreo.

L’ambasciatore di Israele a Kiev ha chiesto a tutti gli ebrei residenti nel paese di registarsi presso l’ambasciata in modo da poter essere rapidamente contattati in caso di emergenza. Si tratta di circa 75.000 ebrei ucraini, a cui Israele concederà la cittadinanza come Olim, in base alla Legge sul Ritorno che, come è noto, permette a ogni ebreo, di qualunque parte del mondo, di diventare israeliano a tutti gli effetti. In caso di guerra verrebbe subito attivato un ponte aereo per portarli in salvo.

L’Aliya degli ebrei ucraini non è una novità

Più di 35.000 ebrei ucraini si sono già trasferiti in Israele dal 2014 al 2018, spinti da un latente ma crescente antisemitismo, lì dove un tempo sorgeva una delle più antiche e grandi comunità ebraiche del mondo, composta da centinaia di migliaia di membri. Basti pensare che l’Ucraina fu la culla dei Chassidim, che prima della Seconda Guerra Mondiale poco meno di un terzo della popolazione ucraina era composta da ebrei e che l’yiddish fu a lungo una delle lingue ufficiali della Repubblica Ucraina.

Arnold Margolin
Arnold Margolin, avvocato, politico e diplomatico ucraino (1877 – 1956)

Gli ebrei erano arrivati nell’attuale territorio dell’Ucraina alla fine del nono secolo, per fuggire dalle persecusioni dai paesi circostanti e si erano stabiliti sulle rive del fiume Dnieper, nel sud est dell’Ucraina. Le loro vicende furono alterne, legate alla storia geo-politica della regione. Dai pogrom sotto il dominio russo, alla piena eguaglianza e autonomia, sancita nel 1919 grazie anche alla presenza nel governo di un ebreo, Arnold Margolin.

Come per il resto d’Europa, la Seconda Guerra Mondiale segna una tragica linea di sangue

Nel 1941 a Baby Yar i nazisti sono responsabili dell’eccidio di più di 30.000 ebrei: una strage che segna l’inizio della Shoah e che fu a lungo tenuta nascosta dall’Unione sovietica, la cui posizione era censurare e rimuovere la memoria delle responsabilità nell’Olocausto.

Ci furono, dall’altra parte anche un grande numero di Giusti che misero a rischio la loro vita per salvare ebrei: dei 27.921 Giusti riconosciuti da Yad Vashem, ben 2.673 sono ucraini. A loro sono state anche intitolate vie in 32 vittà e villaggi ucraini.

Rav Azman Baby Yar
Rav Moshe Azman alla commemorazione di Baby Yar

Nel corso della commemorazione dell’eccidio di Baby Yar, lo scorso 29 settembre, uno dei più autorevoli rabbini ucraini, Rav Moshe Azman, si è rivolto in modo accorato a Putin, chiedendogli di mettere da parte le ambizioni e fare di tutto per prevenire la guerra, per evitare una nuova ondata di morte e distruzione verso l’Ucraina.
Sarà ascoltato il suo appello? Nell’attesa, Israele resta vigile. Come sempre.

2 risposte

  1. X fortuna che ci sono persone che contrastano e si muovono x cercare di far ragionare persone indifferenti verso il prossimo e interessate solo al proprio IO!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi:

L'ultimo numero di Riflessi

In primo piano

Iscriviti alla newsletter