A che punto siamo contro il Covid?

Riflessi ha chiesto a Gianluca Russo, medico infettivologo del Policlinico Umberto I di Roma, di aiutarci a capire a che punto è la lotta contro la Pandemia. In 8 domande, da Astrazeneca alla variante Delta, dalle prossime vacanze a Israele, ecco quello che ci ha risposto.

domanda n. 1: Astrazeneca

Gentile dott. Russo, dopo un anno durissimo, finalmente sembra che le misure per limitare il Covid stiano dando effetti positivi, soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione.  Tuttavia, le ultime vicende relative al vaccino AstraZeneca rischiano di riportarci indietro, tra incertezze e timori. A suo avviso, chi si è visto già somministrare la prima dose del vaccino AstraZeneca deve accettare una seconda dose con un vaccino diverso?

Riguardo le questioni che sono sorte in relazione alla sicurezza del vaccino AstraZeneca, va specificato che il tasso di eventi trombotici riscontrato a seguito della somministrazione vaccinale è sovrapponibile a quello osservato anche con altri vaccini (epatite B, morbillo, rosolia, etc.), nell’ordine di 11 casi ogni milione di dosi somministrate. Per quanto attiene i casi di trombosi trombocitopenica ad esito infausto, il loro numero ad oggi è troppo esiguo per poter definire alcun rapporto di causa-effetto. A tal proposito, nell’ottica di un principio precauzionale generale, gli enti regolatori hanno comunque fatto aggiungere nel foglietto illustrativo del vaccino tale informazione. Ritengo che la seconda dose di vaccino AstraZeneca possa esser somministrata in tutta sicurezza a chi ha già ricevuto la prima, proponendo un’eventuale somministrazione di altro vaccino per la seconda dose solo alle donne giovani (< 40-50 anni) in considerazione del fatto che i casi di trombosi ad esito infausto segnalati hanno riguardato prevalentemente questo gruppo di popolazione. Ma ciò è possibile grazie alla disponibilità di altri vaccini prodotti mediante altre piattaforme tecnologiche (RNA messaggero) che, però, logisticamente richiedono la disponibilità del mantenimento della catena del freddo, ad oggi possibile solo nei Paesi a risorse elevate. In contesti in cui ciò non sia possibile, cioè nei contesti a risorse limitate (in cui vive la maggioranza della popolazione globale), ritengo comunque che, in un’ottica di sanità pubblica, i benefici ottenibili in termini di protezione mediante vaccinazione con AstraZeneca rimangano comunque ampiamente superiori rispetto ai possibili rischi di tossicità.

2 risposte

  1. Interessante
    Condivisibile
    Un parere “logico” sulla doppia dose Astra Zeneca …. Supportato da numeri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi:

L'ultimo numero di Riflessi

In primo piano

Iscriviti alla newsletter