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Giacomo Saban

Giacomo Saban (1926-2022)

Presidente della CER, arrivato dalla Spagna in Italia via Turchia, Giacomo Saban è stata una delle figure più importanti dell’ebraismo italiano del Novecento

Nella notte subito dopo Simchat Torà ci ha lasciato Giacomo Saban.

Papa sinagoga Saban
Giacomo Saban accoglie Giovanni Paolo II nella sua storica visita alla Sinagoga di Roma (1986)

In genere il prof. Saban è ricordato in ambiente ebraico soprattutto come il Presidente della Comunità di Roma che, insieme al Rabbino Capo rav Elio Toaff z.l., accolse papa Giovanni Paolo II al Tempio Maggiore nel 1986. Ma Saban andrebbe ricordato anche per molto altro.

Era nato nel 1926 a Costantinopoli/Istanbul da una famiglia di rabbini. Suo zio paterno, Refael David Saban, fu Rabbino Capo della Turchia e dell’allora Impero Ottomano, il Chakham Bashi. Altri parenti erano impegnati nella conduzione della Comunità ebraica turca.

Ovvio quindi che, una volta arrivato stabilmente in Italia verso la fine degli anni ’70, Saban si impegnasse nelle istituzioni ebraiche romane e nazionali. Entrò nel Consiglio della CER nel 1981 e nel 1985 ne divenne Presidente: in questa veste pronunciò al Tempio, davanti al papa, un discorso di grande spessore e fuori dal coro generale, suscitando un fragoroso applauso, “un applauso che dura ancora”, come disse il compianto Renzo Gattegna, presente a quell’incontro storico e futuro Presidente dell’UCEI.

Luzzatto Amos
Giacomo Saban fu vice presidente in UCEI di Amos Luzzato (nella foto)

Dopo il mandato alla guida della CER, Saban entrò a far parte del Consiglio dell’UCEI, divenendone vice-presidente durante la presidenza di Amos Luzzatto, con il quale ebbe una profonda amicizia e comunità d’intenti. Quando Amos dovette rinunciare all’incarico di Direttore della Rassegna Mensile di Israel per l’incompatibilità con il ruolo di Presidente, Saban ne divenne il naturale successore, visto che già da molti anni era membro del Consiglio Direttivo della rivista.

Saban è stato Direttore della RMI dal 2008 al 2013, fino a quando anche lui dovette rinunciare essendo diventato nel frattempo Presidente del Collegio dei Probiviri dell’UCEI.

numero Rassegna Mensile d'Israele
Un numero della Rassegna Mensile d’Israele

È proprio all’interno della redazione della RMI che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere Giacomo (fin dal primo incontro, mi impose benevolmente di darci del tu e chiamarci per nome). Le riunioni di redazione a casa sua a Vigna Clara, precedute o seguite da amabili chiacchierate su svariati argomenti, sono fra i ricordi più cari della mia consuetudine con Giacomo. Durante la sua direzione, sono usciti diversi importanti numeri della RMI: ricordiamo quello dedicato al 70° anno dall’emanazione delle leggi fasciste contro gli ebrei, il numero per i 150 anni dall’Unità d’Italia, un volume in onore di Amos Luzzatto (che includeva un saggio dello stesso Saban sulla storia dell’ebraismo turco), un numero sulla sofferenza degli animali in prospettiva ebraica, un volume sull’ebraismo ashkenazita e molti altri ancora. Saban è stato un grande direttore e ha guidato la rivista con capacità ed efficienza, dandole dignità e prestigio, non limitandosi a una conduzione dall’alto ma occupandosi anche di tutti i dettagli editoriali.

Fin qui alcuni dei ruoli ricoperti da Giacomo in ambito ebraico. Ma Saban era prima di tutto un professore di Matematica. Si laureò all’Università di Istanbul nel 1948 e poi a quella di Roma nel 1950, dove ottenne anche l’abilitazione alla libera docenza in Geometria Analitica. Dal 1959 al 1964 tenne presso l’Istituto Castelnuovo dell’Università La Sapienza di Roma diversi corsi di Geometria e di Teoria Algebrica. In seguito fu professore all’Università dell’Aquila, per poi passare nel 1984 alla docenza nella Sapienza di Roma, dove ricoprì più volte l’incarico di Direttore del Dipartimento di Matematica, molto apprezzato da colleghi e allievi.
Saban univa agli interessi scientifici quelli per la storia, in particolare dell’ebraismo spagnolo da cui proveniva la Comunità ebraica turca. Il ladino era un altro dei suoi interessi e così le vicende legate alla figura di Shabbetai Zevi, tutti temi a cui dedicò diversi saggi in italiano e in inglese. Giacomo era molto fiero della sua origine spagnola, tanto che al suo arrivo a Roma chiese di essere affiliato al Tempio Spagnolo e lo frequentava abitualmente per le feste.
Giacomo Saban è stato un esempio di grande studioso e intellettuale, direi quasi di stampo rinascimentale per i suoi molti interessi scientifici, umanistici e politici. La sua figura, il suo physique du rôle, i suoi insegnamenti meditati, il suo comportamento pacato in ambito comunitario ebraico mancheranno a tutti noi. Yehì zikhrò barukh.

2 risposte

  1. Certamente una persona attenta molto colta e molto gentile ….e anche una persona naturalmente autorevole
    B’D’H’

  2. Purtroppo le figure così tanto carismatiche appartengono solo al passato.La sua provenienza dalla Spagna ,poi Turchia ed infine Italia e discendente di grandi Rabbini ripercorre e ricorda la storia della mia stessa famiglia.Yehì zikhrò barukh.

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