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Un Consiglio che prova a guardare avanti

A Roma il consiglio dell’Ucei approva nuovi progetti e avvia una discussione non facile sul futuro dell’ebraismo italiano

Si è svolto ieri il consiglio dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, che di fatto ha aperto gli ultimi 12 mesi di effettiva operatività del consiglio, il quale sarà rinnovato nel novembre del 2025.

È stata una riunione in cui finalmente si è avviata una discussione ormai fondamentale e non più rinviabile sul ruolo, l’identità e la missione dell’ebraismo italiano.

Nel corso del Consiglio sono stati anche riconosciuti i meriti degli avvocati Diletta Perugia e Tommaso Levi per l’impegno legale costante a tutela dell’ebraismo italiano, soprattutto contro atti di pregiudizio e antisemitismo (nella foto, il riconoscimento attraverso la consegna di una pergamena)

Dopo aver approvato il bilancio consuntivo del 2023, che grazie all’operato dell’assessore Davide Romanin Jacur vede i conti dell’Ucei ancora in attivo e in sicurezza, sebbene con cifre minori rispetto all’anno precedente, e con davanti a sé la prospettiva di una forte contrazione delle risorse provenienti dall’otto per mille, si è poi confermata anche la proposta della commissione bilancio di assegnare la quota dei proventi dell’otto per mille destinate ai progetti presentati, come ogni anno, da varie organizzazioni, anche non ebraiche, di interesse per l’Ucei. Quindi si è aperta la discussione sui progetti presentati dalle commissioni giovani, cultura, culto ed educazione.

Il risultato di una discussione franca e a tratti serrata è stato che l’Unione ha confermato di puntare la maggior parte delle risorse disponibili anche nel 2025 sui giovani ebrei italiani, attraverso l’approvazione della maggior parte dei progetti presentati dall’assessore Simone Mortara e dalla coordinatrice Sabrina Coen, per un totale di circa 200.000 € da investire in attività sportive, di public speaking, di orientamento alla leadership delle nuove generazioni, anche in collaborazione con organizzazioni ebraiche internazionali.

il consiglio Ucei si è svolto ieri a Roma

Per quanto riguarda la cultura, sono stati approvati contributi richiesti dal coordinatore Saul Meghnagi alla Giornata della cultura ebraica europea, che quest’anno si svolgerà il 15 settembre ed avrà al centro il tema della famiglia, al festival di musiche liturgiche Nessiah e  al convegno da svolgere a Livorno, per ricordare l’anniversario della morte di Elia Benamozegh, per un totale complessivo di circa 20.000 euro. Quanto alle commissioni culto e educazione, il coordinatore Moscati, e l’assessore Livia Ottolenghi hanno presentato il progetto, approvato per un importo di circa 20.000 euro, che punta all’istituzione di una collaborazione più stabile con la comunità gli ebrei italiani in Israele, per conservare l’identità culturale religiosa e tradizionale degli ebrei italiani che hanno fatto l’Alyà.

l’8 per mille è una risorsa preziosa per ogni comunità ebraica italiana

Varata anche la modifica dello statuto dell’Unione, che ora prevede espressamente la funzione formativa ed educativa dell’Ucei e la possibilità, in caso di comprovata necessità, di svolgere riunioni a distanza, la sessione del pomeriggio è stata dedicata alla comunicazione, e al rinnovamento editoriale avviato delle varie testate, come illustrato dall’assessore Davide Jona Falco; nonché e soprattutto a dibattere su quale debba essere il ruolo dell’Ucei nei tempi attuali, in cui da un lato è forte la preoccupazione per la sicurezza e il futuro di Israele e dall’altro si osservano con allarme i dati che mostrano un netto aumento dell’antisemitismo.

Il confronto ha fatto emergere diverse posizioni e punti di vista, pur fondati su una base comune, ossia la necessità di tutelare Israele il suo diritto a vivere in sicurezza e prosperità nonché a difendersi dai pericoli che la circondano.

Diversità, anche sensibili, sono invece emerse con riferimento a punti più specifici, quali il rapporto con il governo israeliano in carica, la risposta ai pregiudizi diffusi nella società italiana, il rapporto con le forze politiche, di governo e di opposizione, la funzione dell’Unione, di rappresentanza dell’ebraismo italiano, nelle sue varie sfumature.

Nel corso del consiglio è stata premiata anche Milena Pavoncello, a lungo direttrice delle scuole elementari e medie della CER (nella foto, con Noemi Di Segni e Livia Ottolenghi)

Attraverso gli interventi, tra gli altri, di Milo Hasbani, Giulio Disegni, Gloria Arbib, Alex Zarfati, Daria Carmi, Ariel Dello Strologo, Paolo Gnignati, Livia Ottolenghi, Saul Meghnagi rav Momigliano e il sottoscritto, sono emerse visioni diverse sul ruolo che l’ebraismo italiano dovrebbe svolgere oggi all’interno della società nonché le analisi non coincidenti su quali debbano essere le priorità di azione dell’Ucei e le modalità attraverso su cui farsi portare portatrice della difesa di Israele e dei valori che esso rappresenta.

La discussione, che non poteva terminare in un solo pomeriggio, ha avuto il merito di interrompere un silenzio forse troppo a lungo protratto all’interno dell’ebraismo italiano, che invece in tempi di crisi e pericoli come quello attuale ha bisogno, secondo la pressoché unanimità di tutti gli interventi, di confrontarsi ancora su tali argomenti, al punto che la presidente Noemi Di Segni, al termine dell’incontro, ha annunciato un consiglio straordinario, da tenere a settembre, per continuare il confronto.

L’approssimarsi della fine della consiliatura, infatti, pone l’attuale consiglio nella necessità di consegnare a quello che lo sostituirà, nel 2025, perlomeno l’avvio di una discussione dalla quale dovranno emergere le linee guida dell’ebraismo italiano per il prossimo futuro.

il congresso sionista di Livorno del 1924 (dall’archivio CDEC)

Proprio un secolo fa, nel 1924, il Congresso svolto a Livorno dei giovani ebrei italiani aprì una riflessione inedita all’interno dell’ebraismo italiano, che in tal modo lasciava le certezze della società liberale di fine ’800 per entrare nell’età contemporanea, in cui ad esempio emergeva per la prima volta in modo deciso la spinta al sionismo.

Un secolo dopo sembra arrivato per l’ebraismo italiano il tempo di interrogarsi nuovamente sul proprio ruolo e il proprio destino.

 

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