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L’asta di tutti i tempi…in nome della zedakà

Si è svolta un mese fa la vendita del patrimonio d’arte di Paul Allen, cofondatore di Microsoft: il risultato è stato strepitoso

Si è svolta lo scorso 10 novembre l’asta dei tesori d’arte di Paul Allen.

qui e sopra: Paul Allen (1953-2018)

Chi era Allen? Basterà dire che è stato cofondatore di Microsoft, assieme a Bill Gates. Malato da circa 35 anni del linfoma di Hodgkin, Allen è comunque riuscito a ritagliarsi un ruolo significativo nella società, che assieme al suo socio aveva fondato nel 1975.

Era nato nel 1953, a Seattle, da Kenneth Samuel Allen e Edna Faye Allen, una coppia di ebrei americani, il padre direttore associato delle biblioteche dell’Università di Washington (anche sua madre era bibliotecaria). Scomparso nel 2018, già trent’anni prima, nel 1988, Allen aveva fondato la Paul G. Allen Family Foundation, nata per amministrare un patrimonio superiore al miliardo di dollari con cui nel tempo sono stati finanziati, tra gli altri, ospedali, centri specialistici, movimenti culturali. Del resto, la filantropia era una necessità per Allen, dal momento che, come lui stesso aveva dichiarato: “Chi è così fortunato da realizzare una grande ricchezza dovrebbe mettersi a lavorare per il bene dell’umanità”. Al momento della morte Forbes ha stimato il patrimonio personale di Allen in oltre 20 miliardi di dollari.

Una delle opere vendute

A quattro anni dalla scomparsa, Allen ha fatto di nuovo parlare di sé. I sui familiari infatti hanno deciso, seguendo la sua volontà, di mettere all’asta la sua collezione d’arte, valutata oltre 1 miliardo di dollari. L’asta, organizzata da Christie’s, è stata subito definita “la più grande mai organizzata”, dal momento che sono stati battuti “pezzi” di Botticelli, Cezanne e Gauguin, L. Freud e Van Gogh, Giacometti e Kandinskij.

Tra le tante opere, ecco alcuni pezzi venduti: Verger avec Cyprès, di Van Gogh, è stato battuto per 117 milioni; Les Poseuses, di Georges Seurat, venduto a 149 milioni; La Montagne Sainte Victoire, di Paul Cézanne, a 138 milioni; la Foresta di Betulle, di Gustav Klimt, a 105 milioni. E poi, ancora: Maternité II di Paul Gaugin, a 106 milioni, Large Interior, W11 (after Watteau) di L. Freud a 86 milioni di dollari, un Botticelli “minore”, con La Madonna del Magnificat, battuta per 40 milioni di dollari.

Allen e Gates, agli inizi e in età recente

Le opere, prima dell’asta, hanno fatto il giro del mondo, ospiti, tra l’altro, a San Francisco, Shangai, Singapore. A New York, al Rockefeller Plaza, la mostra è stata visitata in pochi giorni da oltre 20.000 persone, arrivate per sfruttare un’occasione unica: la collezione, infatti, è stata tutta venduta a collezionisti privati.

un momento dell’asta della collezione di Allen

L’asta, naturalmente, è stata un successo. Tutti i lotti sono stati venduti. L’incasso è stato pari a 1 miliardo e 620 milioni di dollari. «Una vendita storica», l’ha definita Christie’s alla fine del secondo giorno di vendite, che ha polverizzato il record precedente di 922 milioni di dollari stabilito sei mesi fa, quando Sotheby’s ha liquidato la raccolta di Harry e Linda Macklowe.

L’asta è stata organizzata in due parti: il primo giorno, 9 novembre, sono stati battuti i 60 pezzi forti della raccolta e in due ore il ricavato aveva già raggiunto un miliardo e mezzo di dollari. L’111 novembre, con la seconda tranche, sono stati battuti anche i pezzi minori, con una stima iniziale tra i 10 e i 15 mila dollari, arrivati poi a oltre 200 mila a pezzo.

Anche Botticelli nella collezione Allen

Il ricavato, hanno spiegato gli organizzatori, per volontà di Allen è stato interamente destinato a opere di beneficenza. Come a dire: un’applicazione della migliore tradizione ebraica, per cui la zedakà non è una facoltà, per chi può, ma un dovere.

Vedi il servizio sull’asta

 

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