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La Promessa

Qual è la promessa per Israele? Qual è la promessa per le Chiese? Quale promessa per l’umanità?

Marco Cassuto Morselli e Gabriella Maestri affrontano da due prospettive diverse questo tema, in modo nuovo, tenendo conto delle più recenti acquisizioni del dialogo ebraico-cristiano, per ridare spazio a un contenuto delle Scritture che è stato a lungo dimenticato.

Diamo qui un’anteprima del libro (La promessa – Castelvecchi editore 2023)

Il tema della promessa percorre tutto il Tanakh, si potrebbe dire che in qualche modo ne costituisce il cuore. Se ad Avraham Ha-Shem promette: «Alla tua discendenza darò questo paese» (Gn 12,7), gli promette pure che in lui si diranno benedette tutte le famiglie della terra (Gn 12,3).
Non si tratta di due promesse indipendenti l’una dall’altra ma di due aspetti interconnessi tra loro della medesima promessa. Un’unica promessa articolata in alleanze diverse che non si sostituiscono l’una all’altra ma si completano vicendevolmente.
Il tema dell’esilio contrassegna tutta la storia ebraica. Il primo esilio, Galut Bavel, è durato 60 anni, dal 597 a.e.c. al 538 a.e.c. Il secondo esilio, Galut Edom, è durato quasi 2000 anni, dal 70 e.c. al 1948. Quello dell’esilio e del ritorno è stato e continua ad essere uno dei temi più divisivi nel
confronto tra ebrei e cristiani.
La teologia cristiana per diciannove secoli ha interpretato l’esilio d’Israele come effetto della giusta punizione divina per il terribile crimine del deicidio e di conseguenza ha svuotato i contenuti della promessa per quanto riguarda il rapporto tra Am Israel e Ereṣ Israel, considerando la promessa pienamente realizzata solo nella figura di Cristo. Riteniamo che le recenti acquisizioni del dialogo ebraico-cristiano consentano di affrontare questo tema in modo nuovo, così da ridare lo spazio dovuto a tutto quanto è contenuto nelle Scritture e che nel nostro tempo deve ormai essere
portato alla luce.
Con la Shoah Hitler non è solo riuscito a uccidere due terzi degli ebrei europei e un terzo del popolo ebraico nel suo insieme, ma ci ha posti davanti alla tremenda possibilità che ad essere stata uccisa sia stata la stessa fede ebraica 1 .

Sopravvissuto alla catastrofe, Emil Fackenheim ha voluto continuare ad essere un testimone della presenza di Dio nella storia: Dio non è morto, non si è
eclissato, non è assente dalle vicende umane, né dalle vicende del popolo che ha scelto per realizzare il suo piano di redenzione universale. La voce imperativa di Auschwitz chiede di essere ascoltata anche dalle nazioni, deve trasformare anche la loro testimonianza.
Dice Rabbì Aqivah «ovunque Israele fu esiliato, la Shekhinah, per così dire, andò in esilio con lui. […] E quando essi ritorneranno in futuro, la Shekhinah, per così dire, ritornerà con loro, così come è detto: “Allora Ha-Shem il tuo Eloqim ritornerà dalla tua prigionia” (Dt 30,3). Notate
che non dice: “Ha-Shem farà tornare (we-eshiv) ma ritornerà (we-shav)» 2 .
Se la Shekhinah, la Presenza divina, ha sempre accompagnato il popolo ebraico in tutti i suoi esili, allo stesso modo lo accompagna nel suo ritorno in Ereṣ Israel. La promessa che non è mai stata revocata si sta compiendo, e come l’elezione non è un privilegio per Israele, ma attraverso Israele è rivolta all’intera umanità, così il ritorno della Shekhinah assume un significato universale.
Il Paese della promessa deve diventare luogo dì incontro tra i Cieli e la terra. Yerushalayim deve diventare la città della pace, e potrà esserlo solo se si trasformerà nella città del dialogo.
Scrive Abraham Joshua Heschel:
Noi siamo testimoni della resurrezione. Essere testimoni comporta un cambiamento interiore radicale. Il ritorno alla nsotra terra è un segno evidente che la Redenzione è possibile per tutti gli uomini.
Fermati e osserva. L’incredibile si è avverato. La visione era una promessa di Dio, e la via che portava alla sua realizzazione era lastricata di sacrifici. Il nostro ritorno a Sion è il più grande evento della storia misteriosa che ha avuto inizio con un solo uomo, Abramo, il cui destino è risultato una grazia per tutte le nazioni. Il nostro impegno irrinunciabile è di difendere quella promessa e quel destino: essere una
benedizione per tutte le nazioni 3 .

1 E.L. Fackenheim, La presenza di Dio nella storia, Queriniana, 1977, p. 105.
2 Mekhiltà 1,114.
3 A.J. Heschel, Israele eco di eternità, Queriniana, 1977, p. 180.

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