Fascisti su Marte? No, al Campidoglio (ma anche a Primavalle, Garbatella, Tuscolano, Ostia, Acilia, Tiburtino…)
La campagna per l’elezione a sindaco di Roma entra nelle settimane cruciali. I sondaggi assegnano al candidato di centro destra, Enrico Michetti, un vantaggio, mentre lui prova a difendersi: con me nessun simpatizzante fascista. Ma le liste disegnano una realtà diversa…
«L’antisemitismo e il razzismo sono intollerabili e io sono incompatibile con chiunque abbia posizioni opache su questo fronte. Chi sostiene la mia candidatura accetta automaticamente i miei principi e i miei valori, chiaramente scolpiti nella Costituzione italiana».
Enrico Michetti, 9 settembre 2021
Cominciamo col dire tre cose.
Primo: Enrico Michetti è uno stimato professionista, un avvocato che da anni assiste legalmente molti comuni del Lazio, e soprattutto non ha niente a che fare con il fascismo.
Secondo: il fascismo al Campidoglio c’è rientrato già nel 2008, con la vittoria di Gianni Alemanno, che un po’ alla volta – anche facendosi scudo del canale di comunicazione subito avviato con la comunità ebraica di Roma, forse un po’ disattenta quella volta, come su Riflessi è stato ricordato – riempì l’amministrazione di amici fidati, moltissimi provenienti dalla destra neofascista, con quello che poi ne è seguito (Parentopoli, arresti eccellenti, condanne varie, indagini e processi ancora in corso).
Terzo, è chiaro che nell’aula Giulio Cesare, ma un po’ in tutti i Municipi in cui la capitale è suddivisa, i fascisti ci vogliono rientrare eccome; e che il povero Michetti sembra suo malgrado prestarsi a fare il conducente di un torpedone che ha imbarcato molti impresentabili e che punta dritto al Campidoglio.
La questione è nota da giorni, perché ne ha parlato tutta la stampa nazionale, facendo nomi e cognomi. Noi di Riflessi abbiamo così deciso di provare a fare un riassunto.
Se si spulciano le liste elettorali – ormai depositate, quindi definitive – i nomi che saltano fuori parlano chiaro. Alcune delle liste che sostengono Michetti (ce ne sono 6: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia-Udc, Rinascimento-Cambiamo, Lista civica Michetti, Partito liberale europeo) sono infarcite di candidati provenienti tutti dalla galassia di estrema destra che a Roma ha sempre prosperato.
A parte i “soliti noti” (una Rachele Mussolini, nipote, è candidata per il comune da Fratelli d’Italia), le sorprese, amare, sono nascoste nelle liste per i municipi.
È uscito fuori che sia Fratelli d’Italia che la Lega hanno imbarcato a piene mani i militanti di Casa Pound e Forza Nuova, nonché di altri movimenti satellite della galassia del centro destra.
Andiamo a vederne alcuni.
La Lega presenta: Alessandro Aguzzetti, 33 anni, candidato al Comune; Dario Zimbardi, 31 anni (candidato al IV municipio), Arianna Grandinetti, 62 anni (al XV), Ilaria Misantoni, 37 anni (al XIII), Gianmarco Mercuri, 30 anni (al XIV,) Simone Montagna, 36 anni (al XIII), Alessandro Calvo, 55 anni (all’XI) e Fabio Montanini, 31 anni (al IV). Cos’hanno in comune questi signori (e signore)? Avevano tutti già tentato di essere eletti nel 2016. Con chi si erano candidati? Tutti con Casa Pound. Anche Bianca Bravaccini, 21 anni (candidata al X) è considerata vicina a Casa Pound (e comunque si vanta di essere attenta lettrice de “Il primato nazionale”, rivista di riferimento della destra).
Non è finita qui. C’è anche una seconda schiera. Eccola: Alessandro Maria Terra, 23 anni, già candidato a sindaco nel 2016 (ora candidato al XI municipio), Francesco Fedeli, 53 anni (al VII) e Emanuele Licopodio (al VI). Anche loro si erano tutti già candidati alle precedenti elezioni comunali del 2016. In che lista avevano tentato la sorte? In quella di Forza Nuova.
E Fratelli d’Italia? Il partito di Giorgia Meloni, che a Roma combatte una sfida con l’alleato-rivale Matteo Salvini per decidere chi guiderà la coalizione di centro destra alle prossime elezioni politiche del 2023, non sta certo a guardare. Per il comune, oltre alla citata Mussolini, Fratelli d’Italia candida Francesco Cuomo, un passato negli ultras di estrema destra della Lazio appartenenti alla “banda de noantri”, e ritratto nei suoi profili social tra saluti romani e personaggi controversi, come quel Fabrizio Piscitelli ucciso da un killer al Parco degli acquedotti nel 2019.
Il partito della Meloni ha attinto anche da Forza Nuova. È da lì che arrivano infatti Francesca Romana Passarini (candidata al I municipio) e Valentina Torresi (al XIV). Roberto Cappiello, 51 anni (candidato al II) e Claudia Bucci, 51 anni (al XI), sono invece i due candidati entrambi fuoriusciti da Casa Pound, con cui si erano presentati la volta scorsa. Milo Mancini, candidato da Fratelli d’Italia al XII municipio, non ha invece appartenenze politiche pregresse, ma di certo si è fatto notare anche lui: sui social appare a petto nudo, con i tatuaggi di un’aquila con il fascio littorio, sul braccio sinistro il profilo di Mussolini e la scritta gigante DVX.
Non è ancora finita, però. Eh già, perché anche la lista “Cambiamo- Risorgimento”, i cui leader nazionali sono Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, e Vittorio Sgarbi, mettono in lista Carla Salvatore, anche lei già candidata nel 2016 per Forza Nuova.
E poi c’è la lista civica direttamente espressione del candidato sindaco (“Lista civica Michetti”) che presenta come fiore all’occhiello (si fa per dire) Francesca Benevento. La Benevento era stata eletta al XII municipio nel 2016 con i 5 Stelle, poi deve averci ripensato e così ora è salita sulla barca del centro destra. Perché ha fatto parlare di sé? Non solo per la sua campagna no vax, ma soprattutto per gli argomenti utilizzati: il 30 aprile scorso infatti twittava un post contro il ministro Speranza, definito “ebreo ashkenazita, che riceve ordini dall’élite finanziaria ebraica” e contro i suoi ex, cioè il M5 stelle, definito “M5 stelle di David”
Cosa possiamo dire davanti a questa nuova “marcia su Roma”? La dichiarazione di Michetti l’abbiamo già riportata. Anche la Lega ha smentito qualsiasi accordo elettorale con Casa Pound. E tuttavia i nomi sono lì, nero su bianco.
Soprattutto, quella per il comune di Roma sembra una partita aperta anche sul piano nazionale, con un continuo rimettere in discussione l’antifascismo del nostro paese. Riflessi si è già interessato del caso Durigon, e del tentativo di mettere sullo stesso piano Shoah e Foibe.
Per tornare alle elezioni comunali, basterà ora la presa di distanza di Michetti per imporre un passo indietro ai candidati d’improvviso diventati imbarazzanti?
Da sola una dichiarazione non basta. Michetti infatti sa bene che le liste elettorali sono chiuse. Significa che chi è dentro è dentro, e chi sarà votato non potrà essere escluso dall’aula del Campidoglio, o da quelle dei singoli municipi.
Anche su questo Riflessi ha chiesto un’intervista al candidato del centro destra. L’entourage di Michetti si è dichiarato disposto a concederla. Abbiamo inviato le nostre domande alcuni giorni fa.
Aspettiamo ora di conoscere le risposte.
Crediamo che anche tutta la nostra comunità debba conoscerle.
3 risposte
È un fenomeno iniziato anni fa come avete precisato, ora ha assunto proporzioni ben maggiori. Con lega e FdI hanno trovato casa e sono ben accolti
Alberto Di Consiglio
Possiamo dire purtroppo che noi tutti Ebrei e non, siamo vittima di noi stessi.
Nel senso che i romani in genere sono stanchi delle continue vessazioni a cui dobbiamo rendere conto.
L’immondizia, il trasporto, la continua dimostrazione di simpatia verso gruppi di dubbia democrazia, gli strani lavori stradali, (piste ciclabili assurde), provvedimenti per il commercio allucinanti ( intere famiglie che rischiano di essere messe in mezzo alla strada), i mezzi pubblici che in periferia sono lentissimi.
…e chi più ne ha…ne metta!!
Tutte queste cose spingono noi comuni sudditi ad imbracciare con la matita una sorta di ribellione.
È chiaro che leggendo quello che è stato scritto sopra…ci venga un colpo!!
Certo caricare avanzi di galera al comando del comune più grande di Roma ci spaventa!!
…quindi che dire?? …era meglio quando si stava peggio??
Dubito seriamente che questi dati oggettivi possano in qualche modo scuotere i tanti, troppi di noi che hanno deciso di sostenere queste liste, purtroppo la storia si ripete e molti ebrei romani, troppo affascinati dall’ordine, dalle gerarchie e conservatori fino alla negazione della realtà daranno la loro fiducia incondizionata a queste liste esattamente così come fecero i loro genitori e nonni con Benito Mussolini pagando la leggerezza a caro prezzo.