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Crisi come opportunità, di Livia Ottolenghi

Affrontare le diverse sfaccettature che un periodo critico comporta è, per una comunità, sempre difficile e spesso incompleto. Secondo Albert Einstein è nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Per superarla è quindi necessario valorizzare le possibili soluzioni, più che soffermarsi sui problemi.

Con questo secondo numero della nostra newsletter Riflessi vogliamo così porre alcuni spunti di riflessione sulle ricadute del momento storico che stiamo vivendo, sia dal punto di vista economico che da quello sociale e di prospettiva per il futuro.

In un famoso discorso tenuto a Indianapolis nel 1959, John F. Kennedy disse che la parola crisi scritta negli ideogrammi cinesi è composta da due caratteri, che rappresentano uno il pericolo e l’altro l’opportunità, il punto di svolta. Al tempo stesso, questa rivoluzione nei rapporti interpersonali, nella libertà di movimento delle persone, nel lavoro a distanza, nello studio a distanza, pone per il futuro una sfida: a cercare nuovi paradigmi di attività lavorative, di formazione e di scelte nelle famiglie e soprattutto nelle nuove generazioni. Èquesta una priorità, da esaminare attraverso il parere degli esperti, con un’analisi degli scenari socioeconomici possibili

La sensazione che viviamo è infatti di essere forzati ad una maggiore stanzialità; al tempo stesso, tuttavia, sono molte le esperienze che fanno trasparire un’opportunità importante, come ad esempio la partecipazione di una platea molto più ampia che si collega attraverso la tecnologia.

Crisi e opportunità, dunque, sono davanti a noi. Ecco allora la scelta di Riflessi: 4 testimonianze di settori in crisi (immobiliare, piccolo e grande commercio, ospitalità turistica) che cercano formule di resilienza e di riorganizzazione, per affrontare al meglio il presente. Inoltre, proponiamo un approfondimento importante su quali siano le ricette possibili per un’economia mondiale in crisi.

Infine, come anche nel primo numero, potrete leggere le rubriche di esplorazione dei quartieri di Roma, delle letture scelte e delle ricette culinarie, senza dimenticare il resoconto di un importante risultato ottenuto nel riconoscimento (sempre troppo tardivo) da parte dell’Ordine degli avvocati di Roma dell’ingiustizia subita da avvocati e giuristi ebrei romani durante il fascismo a seguito della promulgazione delle leggi razziali.

Continuiamo così anche con questo numero a trattare le problematiche che probabilmente avranno un ruolo significativo nel definire le priorità di azione per il futuro.

Riteniamo infatti che chi sarà chiamato nei prossimi anni a gestire l’ebraismo italiano, nelle sue istituzioni nazionali e locali, dovrà affrontare un periodo critico, per superare il quale varrebbe la pena considerare un approccio che può avere una prospettiva di successo attraverso l’adesione di tutti, attraverso la condivisione di analisi strategiche per trovare insieme le soluzioni più calzanti per le necessità incombenti. Buona lettura!

 

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