Perchè sono favorevole al ddl Zan

Emanuele Fiano, deputato Pd, spiega a Riflessi perchè è favorevole al ddl Zan, e perchè la legge non mette a rischio né la libertà di opinione né la libertà religiosa.

Onorevole Fiano, arrivati a metà legislatura che clima c’è in Parlamento?

Dobbiamo giudicare questi anni consapevoli di stare attraversando la più grave crisi repubblicana, alle prese con questioni straordinarie e drammatiche, con oltre 130.000 morti da Covid, con le attività produttive bloccate, con milioni di lavoratori in cassa integrazione. Tutto è condizionato da questa straordinaria situazione, fino alla scelta di formare un governo molto eterogeneo, che va dalla Lega a Leu. Credo che sia un bene che a guidarlo sia uomo come il presidente Draghi, di straordinaria capacità e statura internazionale, con il sostegno del presidente Mattarella, che ha garantito il passaggio meno indolore possibile tra il governo Conte 2 – il quale ha avuto il merito di ottenere i fondi europei della Next Generation UE – e il governo Draghi, che potrà gestirli guardando al futuro, per far crescere di nuovo il paese.

Oggi si dovrebbe votare in Senato il disegno di legge “Zan”, che si prefigge l’obiettivo di combattere le discriminazioni anche all’identità di genere: a suo avviso che esito avrà il voto?

Non è possibile essere sicuri del risultato. Il centro destra chiederà scuramente il voto segreto, per cui si voterà secondo coscienza, in un senso o nell’altro. Alla Camera si registrarono 4 o 5 voti favorevoli di Forza Italia, per esempio. Non credo che nel Pd ci sia disaccordo sul voto a favore, perché siamo abituati a discutere le nostre posizioni. Aspettiamo il voto, per capire cosa deciderà l’Aula.

Qual è la sua posizione sul ddl “Zan”?

Io penso che questo ddl, per la mia lunga esperienza riguardo la disciplina contro la discriminazione e ogni forma di odio razziale, sia necessario. Abbiamo cioè bisogno di norme che contrastino la discriminazione di genere e di orientamento sessuale, problema attuale in tutto il mondo. Il progetto in votazione, in particolare, contiene tre aspetti controversi: il primo è la espressa indicazione, tra le identità che vanno difese da violenza, di quella di genere, che si ritiene concetto troppo complesso da inserire in una legge. Ricordo però che ormai l’espressione è contenuta nei testi di altre leggi, e che anche la Corte costituzionale l’ha legittimata con alcune sue pronunce (ad esempio: sentenze n. 180 del 2017 e n. 221 del 2015, n.d.r.). Non solo. Di recente, nell’ultima Giornata gay pride, sedici tra capi di stato e capi di governo europei – tra cui Draghi, Merkel, Macron e Sanchez – hanno ribadito la necessità di difendere l’identità di genere.

E gli altri punti critici?

Il secondo riguarda la tutela della libertà d’espressione. Il ddl, all’art. 4 (scritto insieme al centrodestra e votato all’unanimità alla Camera), sostiene che tutte le espressioni sono libere, salvo quelle idonee a produrre discriminazione e violenza. Si teme così che saranno i magistrati a giudicare le opinioni, ed eventualmente a condannarle. Faccio però notare che già oggi esistono i reati di diffamazione, di apologia del fascismo, quelli discriminatori puniti dalla legge Mancino, e infine quelli di apologia di terrorismo. Sono tutti reati di opinione, che esistono e che danno il potere ai magistrati di decidere se un’opinione configura gli estremi del reato. Io comprendo i timori espressi, e credo che le legittime opinioni, per esempio di matrice religiosa, non abbiano carattere discriminatorio, e pertanto siano legittime. Insomma, occorre separare l’opinione, sempre legittima, dalla discriminazione, vietata. Infine, l’ultimo punto critico è l’istituzione della Giornata del contrasto all’omotransfobia.

Si teme, da parte dei critici, che in tal modo le scuole saranno obbligate a divulgare valori contrari al proprio credo. Questo è un tema cui è molto sensibile anche il mondo ebraico.

Lo comprendo, ma non credo che la lotta alle discriminazioni si traduca in una lesione del proprio credo religioso. E poi non dimentichi che c’è l’autonomia scolastica. Già oggi chi non fa attività di informazione per il 27 gennaio, ad esempio, non viene mica sottoposto a censura o sanzione.

Come giudica il recente intervento ufficiale del Vaticano, contrario al ddl Zan?

Non ho autorità per giudicare simili iniziative. Suggerisco però che su leggi di altri Stati non sia la diplomazia a intervenire, altrimenti vale anche la posizione reciproca. Le critiche sono legittime, ma il grado di intervento che è stato scelto (una nota diplomatica ufficiale consegnata al governo italiano, n.d.r.) mi è sembrata inusuale.

il Papa con il segretario di Stato, Parolin

Credo inoltre che i timori dei vescovi italiani, che le scuole cattoliche siano obbligate a promuovere principi che non condividono, siano infondate. Comprendo che lo stesso timore sia percepito anche nel mondo ebraico. Penso però che un rabbino o un prete non possano essere obbligati a dire cose in cui non credono. Il progetto vuole evitare le discriminazioni, non imporre idee non condivise. Israele forse può esserci d’aiuto a capire questo punto. Mi ha colpito che la Corte sprema israeliana abbia di recente legittimato la maternità per coppie omossessuali, l’esempio che in un paese democratico occorre difendere fino in fondo la piena professione di fede e la piena libertà di manifestazione della propria identità.

Un’ultima domanda. A suo avviso come guarda il Parlamento italiano al conflitto che vede coinvolto ciclicamente Israele?

il presidente Mattarella in visita ufficiale in Israele

La mia personale opinione è che in quella terra ci siano 2 diritti, che vadano entrambi riconosciuti. In generale, mi pare che nel corso degli anni sia cresciuta la consapevolezza di come raccontare la verità di quello che succede in medio oriente, che sia cresciuta nella fila di tutti i partiti la capacità di comprendere le ragioni di Israele, e del diritto alla sua difesa, ovviamente accompagnata dall’impulso di dare uno Stato anche ai palestinesi. Ovviamente poi rimangono varie posizioni. Nel M5S, ad esempio, a parte il ministro Di Maio che ha posizioni atlantiste, ci sono orientamenti più schierati su posizioni filopalestinesi. In ogni caso, l’Italia appoggia non solo gli accordi di Abramo, ma questo governo è sicuramente attento alle ragioni di Israele.

Leggi anche l’intervista al senatore Lucio Malan e a Francesco Verducci (v. presidente Commissione Segre)

Una risposta

  1. Non sono d’accordo con Fiano e Letta.
    Ha ragione Malan
    Letta mantiene una posizione ideologica mostrando poca intelligenza politica
    Meglio cambiare il testo come sembra proposto ad esempio da Renzi

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