Una luce di energia dal Negev
Anche dallo spazio Israele fa parlare di sé, grazie alla sua tecnologia solare. Vediamo perché
Nella sua nuova missione spaziale, attualmente in corso, “Mission Minerva”, l’astronauta Samantha Cristoferetti ieri è rimasta colpita da una luce che, in pieno giorno, si poteva osservare anche dell’orbita terrestre.
La luce proveniva dal Negev.
Di che si tratta?
La risposta è semplice: della centrale solare israeliana di Ashalim.
La centrale è entrata in funzione da pochi anni, e utilizza per la produzione di energia solare la tecnologia detta “a concentrazione” (CSP), alimentata da 50.600 pannelli solari (eliostati), disposti su una superficie di 3 chilometri quadrati intorno a una torre alta 250 metri, la più alta mai costruita nel mondo fino a oggi; ed è proprio questa torre che ha colpito l’occhio della nostra astronauta.
La tecnologia utilizzata, sebbene più costosa rispetto al fotovoltaico a cui siamo abituati noi, garantisce però un flusso continuo di elettricità, anche quando non c’è il sole.
Si tratta di un gioiello tecnologico made in Israel, dunque, perché se al mondo esistono già impianti che usano la tecnologia del solare a concentrazione, nessuno di essi ha una torre così elevata. La torre, realizzata dalla Megalim Solar Power Ltd, peraltro è stata una scelta obbligata, per via del fatto che l’area su cui sono installati gli eliostati è relativamente ridotta, per cui è stato necessario alzare l’altezza della torre.
Da quando è in funzione, la torre eroga energia solare per 130mila abitazioni.
Ma non c’è solo questo gioiello tecnologico a costituire l’impianto. La torre infatti è solo una delle tre parti dell’impianto di Ashalim. Oltre al solare termico a concentrazione è presente un’area dell’impianto che serve allo stoccaggio dell’energia solare prodotta per renderla disponibile nel momento in cui il sole non ci sarà. Una terza zona, infine, produce energia elettrica mediante pannelli solari fotovoltaici tradizionali. A regime, si stima che la centrale entrerà in funzione, produrrà 310 megawatt pari all’1,6 per cento della domanda energetica di Israele, abbastanza per dare energia al 5% dei cittadini di Israele, circa 130mila abitazioni.
Insomma, un esempio importante forse utile da studiare anche dalle nostre parti…oltre che dallo spazio