Sono finiti gli esami?
Giorgia Meloni, ospite della Comunità ebraica di Roma, condanna ancora una volta le leggi razziali e riceve in cambio un credito illimitato, nonostante ancora non si sia espressa su oltre ventidue anni di dittatura fascista
È stata una giornata a suo modo storica, quella registrata ieri sera, in occasione della visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al museo ebraico di Roma.
Storica, perché era probabilmente da oltre 84 anni che il leader del partito politico più a destra dell’arco istituzionale non riceveva dai vertici di una comunità ebraica italiana – nella specie, una delle più antiche della diaspora – un sostegno e un plauso incondizionati come quelli di ieri.
Non giudico certo gli aspetti personali della vicenda. Gli abbracci, i baci, gli sguardi di intesa e i sorrisi, fino a una punta di commozione, che hanno punteggiato i brevi interventi della premier e della presidente della Comunità appartengono alla sfera delle relazioni personali: a volte è sufficiente uno sguardo per raggiungere un’intesa, a volte non basta una vita.
Quello che invece fa riflettere è il contenuto dell’incontro: le parole usate, e il loro valore. E poiché l’incontro non era certo privato, ma istituzionale, perché svolto davanti, tra gli altri, il consiglio della Comunità e l’ambasciatore di Israele, allora le parole pronunciate meritano di essere esaminate con attenzione.
Dunque, l’appuntamento era ufficialmente motivato dall’invito rivolto a Giorgia Meloni alla accensione della seconda luce di Hannukkà. E il saluto della presidente Dureghello ha voluto, come prevedibile, ribadire l’importanza della tenacia del popolo ebraico nella difesa delle proprie tradizioni e valori contro ogni tentativo di assimilazione.
Che un discorso di questo tipo potesse essere utilizzato per portare acqua al proprio mulino dalla leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio protempore era fin troppo prevedibile; e infatti così è accaduto.
Cosa ha detto Giorgia Meloni? Con un trasporto che chiunque era presente non faticherà a definire sincero, la premier ha confessato di aver studiato le origini della festa, e di essere rimasta colpita da ciò che, nella sua interpretazione, essa rappresenta.
E dunque: la rivolta degli Asmonei contro la dominazione ellenica nel II secolo a.e.v. è stata tradotta come il riscatto dell’underdog, concetto così caro alla premier. Da qui una lode all’attaccamento ai propri valori, una difesa a oltranza delle proprie radici, una completa fiducia nella propria fede; da qui, ancora, la necessità di fare sacrifici, e di affidarsi alla volontà di non arrendersi mai; e poi, naturalmente, ecco l’importanza della fiamma – declinata rigorosamente al singolare, benché, come noto, siano otto quelle che completano la festività ebraica, e comunque due quelle accese ieri sera – simbolo, testualmente, della vittoria contro “le tenebre del mondo”.
Insomma, senza tradizioni, fede, valori e radici, ci ha informati la Giorgia nazionale, non c’è futuro. Ieri abbiamo assistito alla ripetizione di quanto già sapevamo, diluito in salsa kasher: Dio, patria e famiglia, ecco come la presidente del Consiglio ha riletto la festività ebraica di Hannukkà.
Non so quanti tra i presenti abbiano fatto l’associazione tra le fiammelle che stavamo accendendo lì, nel museo, e quelle che ogni famiglia ebraica ha poi acceso nella propria casa, con la fiamma tricolore che, ben più ardente, la premier ha più volte dichiarato di non voler spegnere. A giudicare da alcuni commenti raccolti subito dopo la fine della cerimonia, più d’uno.
Ora, naturalmente non è mai una buona cosa invitare qualcuno a casa propria e poi farlo sentire a disagio, o peggio giudicarlo; tuttavia, bisognerebbe come minimo chiarire quali sono le regole della casa, prima di far entrare un estraneo.
E così, essendosi appellate entrambe le oratrici alle tradizioni e ai valori, siamo proprio sicuri che stessero pensando agli stessi contenuti? Tenderei ad escluderlo.
Non basta infatti gonfiare il petto e parlare di importanza delle tradizioni, se non si capisce quali tradizioni si hanno in mente. Perché è evidente che la storia dell’ebraismo in questo paese è stata segnata, al netto di una frangia convintamente fascista che pure ci fu, dalla salvaguardia dei valori liberali prima e, durante la persecuzione e la Shoah, dalla difesa della propria identità e libertà (al punto che ben 9 furono gli ebrei eletti nel 1946 all’Assemblea costituente).
Con questo non si vuole sostenere che, al contrario di noi ebrei, la presidente del Consiglio, oggi, si discosti dai valori della Costituzione. Tuttavia, alcune domande rimangono ancora sospese.
Anche ieri abbiamo ascoltato una netta e convinta condanna delle leggi razziali e dell’antisemitismo, ma per il resto? Possibile che ancora non si sia trovato il modo di sapere cosa pensa Giorgia Meloni di tutta la dittatura fascista? Del tribunale speciale, delle leggi fascistissime, delle squadracce, dei tanti picchiati, manganellati, pugnalati perché oppositori del regime? Delle esecuzioni di Amendola, Nello e Carlo Rosselli, Ginzburg, Gobetti, della morte di Gramsci e di tanti altri? Del patto con la Germania nazista? Finora, queste domande attendono ancora una risposta chiara e univoca. E non pensiamo che, solo perché ebrei, dovremmo dirci soddisfatti per la ripetuta condanna delle leggi razziali, se non accompagnata dalla condanna di tutto il regime in camicia nera.
I valori, in altre parole, non sono tutti uguali. Ad esempio, i nostri non coincidono con quelli professati dal generale Rodolfo Graziani, definito dall’ONU criminale di guerra per i massacri contro le popolazioni dell’Etiopia tra il 1936 e il 1937; ma chissà se invece trovano sintonia con quelli di Francesco Lollobrigida, cognato della premier e ministro della Repubblica, presente e molto ricercato nei conciliaboli di ieri sera, che nel 2012, alla inaugurazione di un mausoleo a Graziani, dichiarò che “per noi della Valle Aniene l’affetto per il generale Rodolfo Graziani è stato sempre un punto di riferimento”.
Quando si dice che bisogna essere legati ai valori, insomma, a volte si rischia di scoprire che l’apparente sintonia è solo il frutto di un drammatico equivoco. Chissà se ieri qualcuno, sul palco, se ne è accorto.
Forse, un po’ più di prudenza non sarebbe guastata.
21 risposte
Ma i consiglieri di Binah e Menorah come hanno potuto permettere questo incontro. Mi auguro che adesso ci sia una reazione adeguata anche alla luce dei discorsi fatti. Ho la fortissima tentazione di cancellarmi da questa comunità
se Ruth dicesse che la terra e’ piatta stareste a far polemica, spiegando che e’ quadrata; siete noiosamente polemici
È innegabile che ci sia un legame politico tra ambienti ebraici e questa destra erede del MSI. Lo scorso 16/10 a soli due giorni dal ballottaggio per il sindaco di Roma li invitarono alla cerimonia che ricorda l’inizio della Shoah in Italia.Un’offesa alla memoria senza precedenti. Avevano in lista decine di nazifascisti molti in piena attività politica, questa è la Fratellanza con la fiamma mussoliniana come simbolo del partito. La presidente Cer dopo baci e abbracci ci dice che “ora hanno fatto i conti con il loro passato” Falso e lo sa. le leggi razziali le hanno sempre condannate e li si fermano, del.fascismo non ne parlano e si tengono stretta la fiamma mussoliniana.. Punto. Nel 2019 il.Sig La Russa partecipò come ospite d’onore ad un convegno dei fascisti di Casa Pound, Dorezione Rivoluzione,al.tavolo della presidenza con i leader di CP. Ne face l’elogio. Oltre a tenere in casa paccottaglia mussoliniana, ed era il vice presidente del Senato.
L’uso di un sopravissuto di 92 anni Sami Modiano da offrire come foto ricordo è stata cosa di pessimo.gusto e non vado oltre.
E questa è la pietra tombale all’unità dell’ebraismo italiano, o di quel poco che ne era rimasto.
Concordo in pieno!
La politica è politica e spesso è una cosa sporca, non dovrebbe essere così, dovrebbe curarsi del bene delle persone, della gestione armonica delle risorse in funzione dell’interesse comune, ma si sporca.
Si sporca nel momento in cui interessi contingenti prevalgono sugli ideali che dovrebbero governare le azioni, si sporca nel momento in cui l’interesse dei gruppi di pressione posti in posizioni chiave prevalgono sugli interessi della collettività ed alla collettività si da un contentino che appare una grande conquista.
Le grandi domande che mi pongo sono, nell’ordine:
1 – “quanto vale per una destra italiana il cui unico punto debole a livello di immagine internazionale ed il suo appeal a livello nazionale tra i moderati è rappresentato proprio dalla continuità con un passato fascista un incontro come quello di ieri con gli ebrei commossi ed acclamanti?”
2 – “quali benefici trae la Comunità Ebraica romana e quella nazionale da un incontro come quello di ieri?”
Ed infine mi chiedo: “in prospettiva, che evoluzione può avere per il mondo ebraico un’egemonia di una destra così a destra legata a livello internazionale con altri partiti molto a destra?”
Conosciamo la miopia dell’essere umano, la tutela di un interesse contingente e particolare può oscurare i rischi che possono esserci in prospettiva: far tacere lo stereo ad alto volume del vicino dà una grande soddisfazione finché poi non si scopre che possono essere messi a tacere anche i propri altoparlanti se non anche la propria voce, ma è un processo silente, osmotico, fatto di sillogismi che guadagnano terreno in maniera esponenziale fino a svegliarci un giorno ed arrivare a dire: “ho fatto una ca**ata, ho alimentato la fiamma che mi sta bruciando”.
E’ successo ai vostri nonni (ai miei no, sono sempre stati antifascisti).
La storia insegna, ma non a tutti.
Nel discorso, Meloni ha più volte citato il termine “fiamma”. Avrebbe benissimo potuto usare altri termini: quanti ce ne sono nella lingua italiana? Ma no, proprio quello.
Ho avuto la stessa identica reazione di quando ho visto La Russa porgere fiori e sorrisi alla signora Segre.
Brrr… Ma che sta succedendo?
Mi permetto solo di aggiungere una considerazione che non e’ stata fatta finora. Il problema dei rapporti con Israele. La Meloni, fin dal suo insediamento ed anche prima, ha sostenuto la causa di Israele e se ne sono visti gli effetti quando recentemente l’Italia si e’ schierata a favore di Israele contro le accuse mossegli dai Palestinesi in sede internazionale. Finora I governi di sinistra avevano tenuto un comportamento molto ambiguo nei confronti di Israele. Vale la pena di riflettere anche sulla situazione odierna. L’accettazione incondizionata del diritto di Israele ad esistere e’ anch’essa una condizione imprescindibile nella lotta all’antisemitismo. Questo e’ un importante argomento di riflessione e tanto piu importante considerando il panorama politico del nostro tempo.
Cara signora tra noi e “loro” ci divide la Shoah. E loro sono i diretti discendenti della Rsi.
Tutto vero: pericoli di un abbraccio forse troppo precoce.
Ma almeno nei voti italiani all ONU ecco segnali di solidarieta , che sono un sollievo.
Nel valutare questa destra dobbiamo anche misurarci con l odio antisemita e antisionista della presente sinistra ( inclusa della Inghilterra).
Peccato che lo scandalo corruttivo del Quatar non abbia fatto emergere quello ben piu’ profondo dei voti contro Israele negli ultimi decenni.
Bisogna essere vigili di destra e sinistra ; segnalare i pericoli passati, ma anche quelli presenti e futuri.
Attenzione: gli altri percepiscono la nostra inguaribile diffidenza
Attenzione a non cadere nella ‘Memoria condivisa ‘ , questi nuovi rinfrescati allievi di Pino Rauti & Co non aspettano altro
Rileggete Furio Jesi, in tempi in cui si ricelebra Julius Evola come genio dell’arte contemporanea .
Vera perversione storica . Ma e’ Chanukkah e il sevivon gira non so se per la salvezza o per strani attorcigliati giochi di equilibrio
Faccio osservare che in 77 anni l’Italia non ha mai fatto veramente i conti col proprio passato, sulla scia della politica di Togliatti, della sua amnistia e della sua nomina di Azzariti a direttore generale del ministero della giustizia di cui era il titolare.
Quanti politici italiani sono stati convintamente nostri amici in tanti anni? Quanti hanno sostenuto Israele (non parlo degli atti governativi, ma dei suoi diritti storici e politici).
Allora aspetto di giudicare dai fatti che attendo senza unirmi ai tanti attacchi politici che le sono mossi dai partiti dell’ opposizione dimentichi di aver governato fino a ieri.
Alla fine sarò libero di giudicare senza preconcetti.
Anche la Presidente Ucei Noemi Di Segni pochi giorni fa a reso visita al Presidente del Senato Ignazio La Russa , eppure non ho visto o letto le stesse critiche , non mi sembra che la Meloni provenga da un partito o da un area politica diversa da La Russa
Ha reso
Sig. Claudio questa vicenda è iniziata lo scorso 16/10/21. In piena campagna elettorale a due giorni dal ballottaggio per l’elezione del.sindaco della capitale.
Un oltraggio allaemoria dell’ebraismo italiano non solo romano. Un invito deciso da poche persone. Un sostegno esplicito ad un partito che aveva nelle sue liste decine di nazifascisti. Quante volte va ripetuto questa storia ??? Altra cosa sono i rapporti istituzionali., nei modi e nei tempi che non siano uno spot publicitario. Quel 16 Ottobre scorso rimarrà ben impresso nella memoria collettiva per anni. Un vero oltraggio
Caro Alberto , mi sembra che te abbia scritto sopra citando anche Ignazio La Russa , che nel 2019 partecipò come ospite d’onore ad un convegno dei fascisti di Casa Pound, ma come mai non hai dimostrato medesima indignazione verso la Presidente UCEI , quando gli ha reso visita in Senato con tanto di foto pubblica ?
Gli incontri istituzionali vanno gestiti con stile e senzo di respondabilità. Non come fu gestito il 16/10 scorso, in stile carbonaro deciso da un piccolo gruppo di persone che offesero la memoria dell’,ebraismo italiano e a solo due giorno dalle votazioni.
Uno schierarsi che non ha precedenti..Cosa simile accadde con Alemanno,. Reclutò decine di camerati che sistemò in campidoglio e amministrate vantando un forte legame con i leader dell”ebraismo romano.
In ultimo questi rapporti istituzionali sono di competemza Ucei. Altro stile e senso di respondabilità. La Cer non può coinvolgere tutto l”ebraismo nazionale su temi così delicati.
E ciò che fecero lo scorso Ottobre rimarrà agli atti. Iniziò tutto da li.
Salve a tutti quelli che hanno scritto ma ringrazio particolarmente Boni che ha dettagliatamente scritto quello che era necessario scrivere sulle dimenticanze storiche e sul consegnare in maniera disinvolta il “fascismo”alla storia come fosse stato una meteora di passaggio”sono d’ accordo con lui e anche con tutti coloro che sentono pieni di vergogna.
Non occorre essere di sinistra per essere antifascisti.ma occorre studiare e approfondire la storia senza dimenticare nulla ,specialmente eventi e
Terribili e documentati da storici e scrittori.Per mia fortuna quando nel 196i quando ho prodotto 16 ottobre 43 .con il primo film documentario sulla Shoah,di cui nessuno osava parlare per il dolore provato,a Roma il Rabbino Capo era Elio Toaf che come molti di noi sanno aveva anche fatto la Resistenza e aveva anche salvato le. Persone della Comunità di Livorno.
Quando gliene parlai insieme al giovane regista e proponente del documentario
Non si spavento ‘ ci accolse e ci aiuto facendoci girare in una sala della comunità,la ricostruzione della richiesta del oro.Queste erano le persone che guidavano la Comunità ebraica allora.
Oggi sono furibonda per quello che è accaduto.ognuno di noi trarrà le sue conclusioni.
Grazie Massimiliano Boni, considerazioni perfette che andrebbero controfirmate ed inviate all’attenzione della presidente del consiglio.
Le lacrime non bastano per lavare l’ambiguità della sua mancata condanna del fascismo per non parlare della strumentalizzazione della presenza di Sami Modiano.
Anzi in mancanza di parole e posizioni chiare le lacrime servono solo a far diventare noi ebrei una lavatrice ed un colpo di spugna di responsabilità e colpe con cui, non solo non si è mai fatto i conti, ma che si continuano a celebrare nel partito della presidente, di cui il simbolo con orrida fiamma nostalgica con la bara del duce è la prova.
Troppo facile commuoversi e carpire un abbraccio con l’ammaliante fascino del potere, dimostri la presidente con parole chiare di essere all’altezza di ricoprire il suo ruolo istituzionale riconoscendo i valori fondanti della nostra repubblica tra cui primo fra tutti l’antifascismo, senza questo gli abbracci ed i pianti hanno un amaro e triste sapore di falsità e furberia politica.
Ringrazio tantissimo Massimiliano Boni e tutti gli autori dei commenti sottostanti. Questa comunità non mi rappresenta.
Caro Boni,ti riscrivo per dirti che il mio essere furibonda ,non solo per la orrenda sceneggiata che le due signore hanno messo in piedi anche con l ‘accordo e la presenza del Rabbino capo e del ambasciatore di Israele,che era lì ,visto che la bionda nazionale andrà presto in visita nel paese,ma mentre Fini 19 anni fa ebbe il coraggio di dire che “il fascismo era stato il male assoluto”forse lei si salverà ripetendo che leggi razziali sono state un ignomia scordandosi che le leggi razziali erano contro, non solo per le razze semitiche.
Ma anche contro quelle Camitiche e altre e inoltre la bionda presidente del consiglio non ha certo detto chi sono stati i proponenti,forse degli elfi dei boschi,?e non il suo adorato ,Almirante segretario della difesa della razza. E il fascismo sembra scomparso dalla vita italiana per chiedere solo perdono agli ebrei e a Cer tutta presa da sé stessa e dai suoi rapporti politici.,ha pianto e si e commossa .
Quel fascismo che ha trascinato il paese Italia in un accordo ,di cui il Duce fu presto succube.,con Hitler che lo guidava.,e la guerra di Spagna ? E l abbissinia con le stragi di Graziani ?
E la banda Kock a Roma e via Tasso…
E la repubblica di Salò.? E la resistenza e i suoi morti?tu fai un corso di storia a questa presidente e ai suoi ,dicendogli che le lacrime della coccodrilla,non sono convincenti e che, il fascismo, che lei non nomina mai ,non è stato solo contro il popolo ebraico che da un giorno al altro si è trovato fuori dal essere italiani,ma e’ stato ed è un male internazionale che va visto e conosciuto ,vedi Bolsonaro Trump e in Europa l Ungheria e ancora Erdogan.sono altri paesi ,ma la matrice culturale e l stessa.
E che dire dei pianti della Meloni mentre il suo presidente del senato e suo sodale,ha ancora come riferimento Graziani che è andato ad incensare ad Affile dove sono riusciti a fare anche un monumento in memoria che tu ha ben fotografato nel tuo post)?
Non voglio scrivere altro ma siccome. ,sei corte costituzionale,e anche consigliere della nostre comunità Romana e Ucei, sono molto felice di averti letto sperando che questo pasticcio sentimental istituzionale non diventi un boomerang.
Ora se vuoi sapere chi ti ha scritto ti invito ad andare sul nostro sito piperno faccini .com.
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Ancora grazie per la tua lucida scrittura