La mia candidatura a difesa dell’Italia nata dalla Costituzione
Emanuele Fiano (PD) lotta per un seggio al Senato; deve contenderlo a Isabella Rauti (FdI), scelta dalla destra per un nome (e una storia politica), che sembra opporsi ai valori dell’antifascismo e della Repubblica nata con la Liberazione
Onorevole Fiano, come sta andando la campagna elettorale?
Molto bene. Da giorni sto visitando i 49 comuni del mio collegio, e vedo che c’è un grande riscontro popolare dovunque vada. Visito i mercati rionali, le piazze, incontro le associazioni e i sindaci, partecipo alle Feste dell’Unità. L’attività poi si svolge anche sui social, che però non può sostituire il rapporto umano, perché sono fondamentali gli incontri sul territorio. Percepisco una corrispondenza, anche emotiva e di pensiero, con le persone. I militanti del partito sono sempre dei gran combattenti, ma vedo attenzione e preoccupazione anche con chi incontro per la strada, molte delle quali non stanno bene economicamente e hanno molte preoccupazioni per il futuro.
Lei si candida al Senato, dopo essere sempre stato eletto alla Camera: il confronto in un collegio diverso la penalizza?
Questa legge elettorale era in vigore già nel 2018, ma il taglio dei parlamentari [da 945 a 600, n.d.a.] ha molto aumentato la dimensione dei collegi elettorali. In tal modo la campagna diventa molto più dispersiva. Per darle un’idea, il collegio in cui sono candidato, “Sesto San Giovanni”, contiene circa 1 milione di abitanti, come se fosse la terza città italiana.
Il suo collegio è doppiamente simbolico: innanzitutto Sesto San Giovanni, per decenni definita “la Stalingrado d’Italia” perché aveva un elettorato tutto orientato a sinistra, è passato negli ultimi anni a destra.
Non sono del tutto d’accordo su questo. Innanzitutto queste elezioni sono nuove per tutti, perché, come le dicevo, in passato non ci sono mai stati collegi così ampi. Il mio collegio prende una fetta di Milano (i municipi 8 e 9, che abbracciamo circa 300.000 abitanti, guidati dal centro sinistra) e poi il territorio a nord ovest. Sesto San Giovanni è un comune di 80.000 abitanti, poi ce ne sono molti altri, tra cui Cinisello, Rho, Legnano, Arese. Però è vero che soprattutto Cinisello e Sesto, amministrate a lungo dalla sinistra, sono ora governate dalla Lega. I motivi sono vari, questo una volta era il caposaldo della cintura industriale compresa tra Milano, Torino e Genova; qui c’erano le fabbriche della Falk, della Breda, della Magneti Marelli, dell’Alfa Romeo. La deindustrializzazione ha causato la crisi della classe operaia, c’è stato un cambio radicale della società, non più operaia ma orientata verso il terziario. Insomma, voglio dire semplicemente che la partita è aperta, e infatti per gli analisti questo è un collegio aperto, contendibile.
Contendibile significa a rischio. Nel suo partito, il Pd, alcuni parlamentari uscenti hanno contestato la decisione di essere candidati in collegi a rischio. Lei come l’ha presa?
Ripeto che per me i risultati non sono scontati. Poi, le dico la verità: la mia reazione è stata di accettare subito la sfida. E sa perché? Perché ho ricevuto moltissimo dalla politica, prima in consiglio comunale a Milano, e poi in Parlamento dal 2006. E poi ho accettato la sfida anche perché non dimentico di essere figlio di un combattente, e so che mio padre [Nedo Fiano, n.d.a.] mi avrebbe detto: vai e combatti! Per questo non solo non ho mai pensato di rinunciare, ma ho preso molto a cuore questo collegio.
Torniamo allora al collegio. L’altro simbolo di Sesto San Giovanni è che lei dovrà vedersela con Isabella Rauti. Ricordiamo ai nostri lettori: la Rauti è moglie di Gianni Alemanno e figlia di Pino Rauti, dirigente del MSI della prima ora, fondatore dell’organizzazione di destra Ordine nuovo, mentore di Stefano Delle Chiaie, che a sua volta è entrato e uscito da molti processi per stragi in Italia per prescrizione o insufficienza di prove. Pino Rauti, soprattutto, è stato un giovane volontario della repubblica sociale italiana (RSI). Cosa prova all’idea di doversi confrontare con la figlia?
La destra ha deciso di candidare Isabella Rauti a Sesto San Giovanni solo dopo che ha visto che c’ero io per il centro sinistra. Quando l’ho saputo, sono stato molto impressionato emotivamente; anzi, mi sono commosso. Sono convinto di quello che ha scritto Furio Colombo: questo è uno scontro tra due Italie. Da una parte c’è la mia storia: sono figlio di un deportato e di un antifascista, che non si è mai stancato di combattere contro l’antisemitismo; dall’altra, c’è chi non ha mai accettato il 1945. Ricordo che Pino Rauti portò dentro il MSI l’ideologo fascista Julius Evola, ed ebbe rapporti con degli antisemiti, come Alain de Benoist, o come Stefano Delle Chiaie, che lei ricordava. Certo, le colpe dei padri non devono cadere sui figli, però credo anche che io ho il diritto di parlare della storia da cui lei viene. Anche perché Isabella Rauti ha sempre vantato una militanza molto stretta con la destra.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche il Pd ha avuto dei casi di pregiudizio antiebraico tra i suoi candidati, o ex tali.
I messaggi scritti un paio di anni fa da un ex candidato del Pd sono inaccettabili, e dunque si è proceduto subito a ritirare la sua candidatura, per cui non entrerà in parlamento. Chiunque si esprima con idee che esprimono un pregiudizio antiebraico è inaccettabile. Mi lasci anche dire che la battaglia per fare chiarezza e combattere chi professa pensieri antisionisti e antisemiti è la mia battaglia da quando milito nel centro sinistra. Però, non è possibile mettere le due situazioni sullo stesso piano! Nel Pd abbiamo registrato e subito risolto casi isolati, mentre la Rauti milita in un partito dove arde la fiamma di Predappio, ossia la tomba di Mussolini: il confronto non regge.
Quindi nel Pd non c’è un problema di antisemitismo?
Una risposta
A prima vista sembrerebbe uno scontro titanico.
Ma credo che il dott Fiano rappresenti oltre il suo partito, rappresenti il rispetto, la tolleranza, la,serietà.
Però questo paese spesso dimostra disattenzione.
Quindi mi permetto di suggerire al dott.Fiano, di spendere le sue forze, le sue battaglie, per il benessere per le categorie oggettivamente in difficoltà.
Per categorie in difficoltà si intende non solo la categoria impiegatizio, ma anche la categoria dei piccoli imprenditori, dei piccoli negozianti, delle piccole partita Iva.
Insomma di quelle categorie che hanno contribuito alla crescita economica del tessuto sociale, ma poiché non hanno mai avuto interlocutori IMPORTANTI sono stati letteralmente stravolti da leggi, leggine,tasse, balzelli, emolumenti tali da portare alla scomparsa di tanti settori.
Lasciando spazio solo a grandi gruppi, o ancora peggio a inserimenti di categorie provenienti da paesi molto lontani i quali conducono le loro attività in maniera molto OPACA.
Calpestando quindi chi invece cerca di restare costantemente nella legalità!
Grazie.