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Gli ebrei resistenti e il 25 aprile

Tra le riflessioni che animano la celebrazione del 25 aprile ci deve essere un posto anche per il contributo degli Ebrei alla Resistenza, come ci spiega Liliana Picciotto

Un fatto, quello della resitenza degli ebrei, poco studiato e poco conosciuto, che manca nelle grandi ricostruzioni della storia della Resistenza e mai tematizzato se non in modo molto limitato.

La Fondazione CDEC, per la verità, ha sempre avuto un occhio di riguardo sulla questione e ha raccolto, negli anni, una certa mole di materiale documentario anche se frammentario. Quanto alle pubblicazioni, esiste solo una pioneristica ricerca di Gina Voghera Formiggini che, nel 1970, pubblicò il libro “Stella d’Italia stella di Davide. Gli Ebrei dal Risorgimento alla Resistenza”. Una ricerca scientifica e una riflessione organica sulla questione non è mai stata condotta.

La Fondazione CDEC ha messo in campo, sotto la mia guida, un grande progetto che durerà sicuramente parecchi anni (ma, si sa, la ricerca chiede tempi lunghi) teso al censimento nazionale di tutti gli Ebrei che parteciparono, a diverso titolo, alla Resistenza.

Emanuele Artom (1915-1944), storico e partigianoa

E’ emerso chiaramente che ce ne furono a tutti i livelli e con tutte le caratteristiche: ci sono coloro che hanno fatto parte di formazioni armate nelle montagne (Emanuele Artom, Giulio Bolaffi) o in pianura (Ennio Segre, Walter Lenghi); ci sono quelli che operavano in città nei GAP-Gruppi Armati Patriottici (Giorgio Formiggini, Alessandro Sinigaglia) o nelle SAP-Squadre Armate Patriottiche (Giorgio Alpron, Primo e Lelio Lampronti), ci sono coloro che sono rientrati dalla neutrale Svizzera per combattere ( Gianfranco Sarfatti, Gilberto Coen). Ci sono quelli che, fuori dal territorio italiano, si sono arruolati nei servizi segreti britannici o americani facendosi paracadutare oltre le linee (Enzo Sereni, Renato Levi, Luciano Servi) e perfino volontari dell’esercito cobelligerante italiano che erano già al sicuro nell’Italia meridionale (Mario Attilio Levi, Giorgio Richetti). Sto facendo solo degli esempi, naturalmente.

Nel corso di due anni di ricerca abbiamo trovato partigiani bambini come Franco Cesana o Raffaele Del Vecchio e partigiani di una certa età che avevano superato i 40 anni, come Mario Jacchia e Vittorio Servi. Per non parlare di coloro che hanno lottato non tanto con le armi, ma con carta e penna, scrivendo sui giornali clandestini i loro pensieri, come Eugenio Colorni e Eugenio Curiel, oppure soccorrendo altri ebrei come Mario Finzi e Goffredo Pacifici.

Anche nel Lazio, abbiamo avuto parecchi resistenti sia all’interno della città di Roma, sia nei Castelli Romani ( Giuseppe Levi Cavaglione, Marco Moscati, Alberto Terracina).

Approfitto per dedicare un pensiero a una resistente romana sulla quale è appena uscito un libro ad opera di Gaetano Petraglia dal titolo “Elena Di Porto. La matta di Piazza Giudia”. Lei che era uno spirito libero e ribelle, la sera del 14 maggio 1940 in Via Santa Maria del Pianto a Roma, vedendo tre squadristi che malmenavano un signore anziano di nome Valabrega perchè portava in tasca il giornale l’Osservatore Romano, insorse in sua difesa e venne a una colluttazione con loro.

Dopo l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno del 1940, venne considerata dalle autorità “pericolosa per l’ordine pubblico”.

Fu arrestata e assegnata a domicilio coatto in remoti paesini del Sud Italia, peregrinando tra Basilicata, Abruzzo, Marche. Liberata con la caduta del governo Mussolini, nell’agosto del 1943 ritornò a Roma. Dopo l’annuncio dell’armistizio, fece parte di quel gruppo di militari e di coraggiosi civili che cercarono di contrastare l’accerchiamento tedesco sulla città. Si mise alla testa di un nutrito gruppo di ebrei per cercare di procurarsi qualche arma, fece irruzione nell’armeria Vestroni in via Monterona, asportando fucili e munizioni. Si diresse poi verso un’altra armeria in piazza Cairoli tentando di forzarne la saracinesca, fu fermata dalla forza pubblica e portata nel carcere di Regina Coeli. Dopo poco, fu rilasciata.
Durante la razzia del 16 ottobre 1943 della quale era stata per caso preavvertita, corse a gettare l’allarme tra parenti e conoscenti, non ottenendo udienza. Ad un certo punto, vide la moglie del fratello Alberto, Annita Astrologo, e i suoi tre bambini, Graziella, Settimio, Angelo, caricati su un camion tedesco. Non ebbe cuore di lasciarli da soli e si fece arrestare per seguire il loro destino.

alcuni dei Resistenti ebrei studianti dalla ricerca del Cdec

Quello dei resistenti ebrei è tutto un mondo da scoprire, studiare e portare alla luce.
Per non attendere i risultati complessivi, la Fondazione pubblica su internet, nel sito Resistenti Ebrei (cdec.it) i nomi e i dati di coloro che progressivamente vengono identificati: finora più di trecento. Sul sito si trovano anche 15 piccole mostre digitali su personaggi particolari, utili soprattutto ad essere sfruttati dal mondo della scuola.
Sul sito e anche sulla piattaforma Spotify, sono stati pubblicati quest’anno 5 podcast professionali su figure la cui vicenda è stata talmente straordinaria da incantare tutti noi e, sicuramente, anche il grande pubblico.

 

2 risposte

  1. Articolo davvero interessante: lineare, piano ed informativo nella sua stesura, importante perchè contestualizza singoli personaggi in una fase storica di grande significato per l’Italia, ponendone in evidenza l’apporto alla lotta collettiva al dominio nazi-fascista e dimostrando inequivocabilmente che tanti Ebrei diventarono componente rilevante – e forse si dovrebbe dire essenziale – di quei moti di insurrezione agli oppressori che ancora oggi motivano e giustificano il desiderio imperioso di tanti Cittadini di ricordare la Resistenza ai criminali nazisti e fascisti.
    In questo senso, scorgiamo con piacere quella panca unica ove fianco a fianco sedevano socialisti, comunisti, liberali, moderati, conservatori e pure monarchici, cattolici, ebrei ed atei: tanto diversi gli uni dagli altri per molteplici motivi, ma tutti accomunati dalla insofferenza e dalla avversione ad uno Stato fascista rivelatosi servo squallido del Reich nazista prima e durante la guerra.
    In sostanza, la ennesima dimostrazione storica che la Comunità ebraica in Italia risentì fortemente delle connotazioni istituzionali e politiche del Ventennio fascista, subendone la forza dal 1922 al 1943 ma opponendosi ad esso insieme a gran parte della popolazione italiana nei due anni successivi e concorrendo in tal modo a provocarne la disgregazione e la disfatta, nonostante il peso immane delle sofferenze e dei lutti subiti.
    Oggi 25 Aprile 2023 Ebrei giovani ed adulti sfilino per le strade italiane a fianco di tanti altri connazionali, degnissimi eredi di chi ha combattuto nella Diaspora per la Libertà. Ed ha vinto.

  2. Ottimo articolo, che rammenta giustamente l’utile e significativo contributo degli Ebrei alla Resistenza in Italia. Potrebbe apparire ovvio, ma non è così: non è, infatti, stato così in passato, almeno per chi non conosce o fa finta di non conoscere la Storia, quella vera, oggettiva, incontrovertibile.
    Ma, per fortuna, la verità alla fine vince.
    Ed oggi 25 Aprile 2023 ha vinto: al corteo enormemente partecipato svoltosi a Milano, promosso dall’ A.N.P.I. e dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, la Delegazione della Brigata Ebraica è stata accolta con rispetto manifesto e consapevole, sfilando da Protagonista tra Protagonisti.
    La Comunità Ebraica Italiana ne prenda atto, ne sia felice e ne tragga ispirazione per continuare ogni lotta condivisa alle dittature ed a qualsiasi forma – anche la più subdola, sofisticata ed occulta – di attentato alle libertà, segnatamente quella religiosa.

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