Fausto Tagliacozzo (1932-2023)
Anna Segre, a un mese dalla scomparsa, ricorda la figura dell’ultimo discendente di una tra le più note famiglie ebraiche italiane a cavallo del Novecento: i Di Segni-Tagliacozzo
Il 20 settembre a Torino è mancato Fausto Tagliacozzo, psichiatra, per molti decenni una figura centrale nella vita ebraica torinese, sia per i molti ambiti in cui è stato attivo (tra le altre cose, è stato tra i fondatori del giornale Ha Keillah), sia per il suo originale contributo di idee, spesso volutamente controcorrente. Sua moglie, Lia Montel, è stata Presidente della Comunità Ebraica di Torino per un decennio tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso.
Fausto era nato a Roma nel 1932. Le vicende della sua famiglia (deportazione dei genitori, trasferimento con gli zii in quello che poi sarebbe divenuto lo stato di Israele, scelta della madre, sopravvissuta, di riportare la famiglia a Roma) sono state raccontate, attraverso la voce degli stessi protagonisti nelle lettere che si scambiavano, nel bel libro Il ritorno di Tosca di Giordana Tagliacozzo, di cui Riflessi ha già avuto occasione di parlare.
Durante la sua giovinezza romana Fausto Tagliacozzo è stato tra i protagonisti, nel 1957, di un’impresa coraggiosa che merita di essere ricordata: dar vita a un giornale dei giovani ebrei italiani libero e autonomo; Fausto è stato infatti il primo direttore del giornale Ha Tikwa, organo della Federazione Giovanile Ebraica d’Italia, nella sua forma indipendente (fino a quel momento era stato un supplemento del giornale Israel). Il motivo occasionale della rottura del rapporto con Israel fu la mancata pubblicazione di un articolo ma – raccontava Fausto in un’intervista pubblicata su Ha Tikwa del giugno/luglio 1991 – più in generale i giovani volevano fare da soli, e anche prendere posizioni più nette in favore delle forze che richiamavano l’antifascismo e la Resistenza contro l’atteggiamento più prudente e conformista dell’establishment ebraico di allora. Lo stesso clima in cui nascerà, due anni più tardi, il circolo giovanile ebraico romano Kadimah (e anche in quel contesto Fausto Tagliacozzo ebbe un ruolo da protagonista, come ricorda Sergio Di Veroli sulla Rassegna mensile di Israel del gennaio-agosto 2018)[e anche su Riflessi n.d.r.].
Nell’intervista del 1991 Fausto rievoca il clima di quei tardi anni ’50, che con una sintesi efficace definisce non eroici: “… di ideologie forti alla Fgei non ce n’erano; di sionisti chiari, che realizzarono con l’alià il loro desiderio, ce ne furono pochi; il recupero dell’osservanza era molto più indietro di oggi; la conoscenza degli altri ebrei europei era rara. Del resto erano anni in cui il mito sionista andava un po’ diluendosi, e non c’era stato neanche ancora l’Israele bellico del ’67, e gli anni furenti della contestazione del ’68 erano ancora lontanissimi.”
Racconta anche l’entusiasmo del lavoro redazionale, il confronto delle idee e la ricerca degli argomenti (“avevamo intenzione di far scrivere tutti su tutto”), e il distacco “tra coloro che facevano il giornale e coloro che avrebbero dovuto leggerlo”. Niente di nuovo sotto il sole, viene da dire. E in effetti quelle parole autoironiche di Fausto, e ancora di più il suo esempio, sono ancora oggi una guida preziosa.
Che il suo ricordo sia di benedizione.
Il Limmud per Fausto Tagliacozzo si svolgerà stasera alle 21 a Torino.
Interverranno il Presidente Dario Disegni, Rav Alberto Moshe Somekh, Enrico Hirsch, Anna Segre e Maurizio Tagliacozzo.
L’evento si svolge in presenza e sarà inoltre possibile seguirlo via ZOOM.
Chi intende partecipare è pregato di scrivere alla mail [email protected] entro le ore 18.00 di martedì 24 ottobre.
In tempo utile prima dell’inizio del limmud verrà inviato via mail ad ognuno singolarmente il link per accedere.
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