Ma così non era. Il povero Di Capua dovette soffrire altri dolori. Raccolto prigioniero dagli Austriaci alla sera dopo terminato il combattimento, non curandosi del male che lo travagliava, e delle ferite che lo dovevano condurre in verde età alla tomba, diede un saluto alla famiglia, domandò la benedizione al vecchio padre e poscia volò nel giorno ventinove dello scorso mese di giugno in braccio a Dio da valoroso soldato, e da credente Israelita.
La Comunità Israelitica di Roma può andar gloriosa di un tale figlio. Acuto dolore al certo proverà il povero Genitore sig. Sabbato al leggere queste dolenti parole, ma lo stesso vorrà perdonare l’amico che lenì il proprio dispiacere col discorrere delle doti del Di Capua e che volle dire all’israelitismo tutto « educate la vostra prole, come seppe educarla il sig. Sabbato, e sarete poi eguali agli altri cittadini, e dimostrerete essere ì veri discendenti di quel popolo che seppe morire prima di perdere la libertà e l’ indipendenza, come ne può far attestato la stessa Roma ». Firma il necrologio l’Avv. Benedetto Ottolenghi.[9]
Più giovane del Di Capua, Angelo Tagliacozzo era nato a Roma nel 1847, il giorno 10 febbraio; nel periodo delle guerre risorgimentali, a partire dal 1864, si trovava lontano da Roma per gli studi di Ingegneria, annessi alla facoltà di Matematica.[10]
Se Pisa era ormai unita al Regno d’Italia negli anni in cui vi studia Angelo Tagliacozzo, Roma rimaneva pontificia; la ricerca di una maggiore dignità sociale e l’accesso agli studi concorrevano a determinare l’immigrazione verso Pisa da parte di ebrei di varie comunità italiane, ed a maggior ragione dalla città eterna che gli ebrei lasciavano prevalentemente per disagio economico o mancanza di opportunità di studio. Come documentato nell’Archivio di Stato di Pisa, gli ebrei ivi immigrati furono benevolmente accolti dai correligionari e sostenuti, quando fu possibile, per la ricerca di una sistemazione e di un lavoro; in quegli anni molto si accrebbe nel numero la comunità ebraica, e non pochi ebrei partirono proprio da Pisa per partecipare alle campagne per l’unità d’Italia.
Angelo Tagliacozzo si iscrisse alla Facoltà di Matematica dove erano previsti studi di ingegneria applicata non essendo ancora la Facoltà di Ingegneria un corso autonomo. La scelta della facoltà fu determinata verosimilmente da incipienti interessi familiari nell’ impresa mineraria come pure dal fervore dei lavori urbani che Roma visse sotto Pio IX. Gli anni pisani di Angelo Tagliacozzo furono anni di impegno patriottico; nella Regia Università si viveva in pieno lo spirito risorgimentale. Patrioti e studenti pisani avevano partecipato al Corpo di Spedizione Toscano della Prima Guerra d’ Indipendenza in cui si era arruolato anche Isacco Artom. Molti studenti pisani persero la vita il 29 maggio 1848 presso i paesi di Curtatone e Montanara, nel mantovano, dove si era svolta la battaglia.
Nel faldone di documenti che in famiglia è stato tramandato, si conserva il Libretto di Deconto del cannoniere Angelo Tagliacozzo figlio del fu Daniele e Costanza Citone, che ai connotati risulta essere: “alto 1 metro e 67 cm, capelli castagno chiaro, occhi depressi e fronte spaziosa, naso piccolo e bocca piccola, mento depresso e viso regolare, colorito naturale, di religione israelita, di professione studente, domiciliato a Roma”.
[1] https://archive.org/details/leducatoreisrae00pontgoog/page/n594; ivi si legge che il giovane causidico (che agisce in giudizio come rappresentante di un litigante, pur non essendo avvocato: ndr) signor Benedetto Ottolenghi conseguì a pieni voti la laurea legale (1866)
[1] Giovanna Grenga, Celeste Pavoncello Piperno, Ingegnere Angelo Pace Tagliacozzo presidente dell’ Ospedale Israelitico di Roma, “La Rassegna Mensile di Israel” , n. 84, 2018, pp. 101-127.