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Dalla testimonianza del Nova un appello per riportare gli ostaggi a casa

In questi mesi Riflessi ha cercato di dare voce al dolore per i fatti del 7 ottobre e per la guerra che ne è seguita. Oggi diamo conto di un evento realizzato al Pitigliani il 14 aprile scorso

alcuni ragazzi presenti al Nova festival. l’ultima immagine sorridente prima dell’attacco di Hamas

Un evento intenso e denso di emozioni si è tenuto la sera del 14 aprile presso il Pitigliani a Roma. Più di 100 persone si sono riunite con calore e affetto per ascoltare le testimonianze di Hila Fakliro e Naama Gal, due giovani sopravvissute all’attacco terroristico del 7 ottobre al Nova Festival in Israele. Entrambe le ragazze, 26 anni, hanno raccontato con coraggio e lucidità l’orrore e la paura vissuti durante l’attentato. Dalla spensieratezza del festival con gli amici, all’arrivo improvviso dei terroristi e alla fuga disperata in cerca di un rifugio. Hila è riuscita a salvarsi grazie a una corsa sfrenata fino a un vicino moshav, mentre Naama si è nascosta in un cassonetto della spazzatura con altre sette persone. Quando gli uomini di Hamas le hanno trovate, hanno sparato all’impazzata, uccidendo chi si trovava intorno a Naama. Colpita da 4 proiettili, Naama si è finta morta fino all’arrivo dei soccorritori. Trasportata d’urgenza in ospedale, è riuscita a salvarsi e, con il tempo, a riprendersi dalle ferite. Le parole di Hila e Naama hanno commosso e toccato profondamente il pubblico presente, che ha ascoltato con attenzione anche i racconti devastanti a proposito degli amici che non ce l’hanno fatta e degli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi di Hamas. Un forte appello è stato lanciato per chiedere la loro liberazione immediatamente.

l’area del Nova festival

La serata pertanto è stata anche un momento di riflessione profonda. Anselma Dell’Olio, giornalista che ha condotto tutta la serata, ha sottolineato l’importanza di contrastare la narrativa che nega l’accaduto e di promuovere in ogni ambiente la verità sull’attacco del 7 ottobre. Al suo fianco, Silvia Mosseri, esponente di Brit Am, il forum intergenerazionale europeo di sionisti progressisti, ha ribadito la necessità di mantenere alta l’attenzione sulle sorti degli ostaggi e di attivarsi in prima persona per combattere la disinformazione sempre più diffusa sui media. Proprio per questo motivo Brit Am ha voluto lasciare ampio spazio alle domande dei molti giovani presenti in sala. Il confronto ha fatto emergere temi complessi e dolorosi riguardanti i sentimenti, le paure e le speranze per il futuro di Hila e Naama. Dell’Olio ha quindi intervistato Franca Giansoldato, giornalista de il Messaggero, e Lia Quartapelle, deputata del Partito Democratico. Entrambe hanno voluto portare le loro testimonianze dirette, raccontando il loro viaggio in Israele, nei luoghi del 7 ottobre, organizzato dall’AJC per conoscere, vedere e sentire la verità sull’attentato e poterla raccontare al mondo. Quartapelle, oltre a descrivere il dolore e l’orrore vissuti, ha posto l’accento sul futuro di Israele, sulla necessità di un percorso di pace serio e duraturo e sull’importanza di avere leader “storici” disposti a tutto per raggiungere la pace.

Lia Quartapelle è deputata Pd.

Molto è stato detto anche sullo spirito di comunità e sulla forza di Israele nel rialzarsi dopo l’attacco. Sia Quartapelle che Giansoldato hanno però sottolineato l’importanza di scelte coraggiose e di una comunicazione efficace e tempestiva per contrastare la disinformazione e la propaganda polarizzante e condividere informazioni verificate in Europa e in Italia.
La serata si è quindi conclusa con un appello a tutti i presenti da parte di Hila e Naama, insieme al Forum delle famiglie degli ostaggi, affinché sensibilizzino l’opinione pubblica e mantengano alta l’attenzione sulla drammatica situazione degli ostaggi. L’obiettivo è mantenere al centro del dibattito pubblico in Israele e in tutto il mondo la loro sorte e promuovere soluzioni concrete per la loro liberazione.

Astar e il suo compagno con il figlio nato pochi giorni fa: erano entrambi al Nova, sono sopravvissuti

Eventi ed occasioni come queste servono infatti non solo per comprendere l’immensità del trauma e del dolore provocato dal 7 ottobre, ma che per trovare nuove prospettive per il futuro. Israele ha bisogno di riportare a casa tutti gli ostaggi per poter finalmente girare pagina. Noi tutti abbiamo la responsabilità di sostenere le famiglie degli ostaggi che nelle piazze di Israele e di tutto il mondo continuano a chiedere questo impegno ai governi.

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