Gli Asili Infantili Israelitici di Roma sono da sempre il primo luogo di educazione ebraica
La consigliera Federica Coen ci spiega il lavoro quotidiano, l’impegno e le sfide di questa istituzione dedicata ai più piccoli.
Federica Coen, da quanto tempo sei Consigliera degli Asili?
Da quando mia figlia grande è entrata al nido ed ho cominciato ad interessarmi alla vita dell’Ente e quindi sono sette anni ed è il terzo Consiglio in cui vengo eletta dai genitori.
Quale è stata la ragione che ti ha spinto a candidarti?
Direi l’idea di poter fare qualcosa per migliorare il funzionamento dei servizi che venivano offerti, visto che mia figlia aveva iniziato a frequentare gli Asili.
Quante classi avete?
Abbiamo nove classi. Per ogni annualità abbiamo due classi. Quindi in ogni classe ci sono solo bambini della stessa età che possono svolgere la stessa attività didattica ed avere fra loro un confronto paritario.
Gli Asili Infantili Israelitici sono una delle nostre istituzioni più antiche. Migliaia di ebrei vi sono passati. Che responsabilità si prova a far parte del suo Consiglio?
Una grande responsabilità perché abbiamo ricevuto dai nostri avi un ente straordinario ed abbiamo il dovere di lasciarlo ai nostri figli e nipoti. E’ un Ente riconosciuto dallo Stato italiano, che ha una storia ultra centenaria ed ha sempre svolto una funzione essenziale per il rafforzamento dell’identità ebraica delle nostre famiglie e dei nostri figli. Quasi tutti noi consiglieri abbiamo frequentato questi asili, compreso il presidente Ruben Anticoli, e le mie figlie sono la terza generazione della mia famiglia a frequentare i nostri Asili. Io stessa in quelle aule ho i miei ricordi più vecchi, di quando frequentavo l’asilo e lì ho iniziato a formare la mia identità ebraica.
Ci fai capire, ad esempio, in che cosa consiste il vostro compito? Quali decisioni prendete che riguardano gli Asili?
Il Consiglio è composto da sette persone di cui quattro elette dai genitori e tre dal Consiglio della CER e dura in carica tre anni. Anche se ognuno ha ruoli diversi, siamo sempre partiti dal presupposto che insieme si arriva alle soluzioni migliori e ci confrontiamo su tutto. Il nostro compito è quello di continuare ad offrire dei servizi di livello molto alto per rendere felici i bambini che lo frequentano, farli entrare sempre con il sorriso e soddisfare le esigenze delle loro famiglie. Il Consiglio cerca di mantenere un’amministrazione sana, tendendo, negli anni, nonostante le difficoltà, da ultimo quelle legate alla pandemia, al pareggio dei bilanci.
Dobbiamo seguire i rapporti con il personale e ciò che ne consegue, seguire gli approvvigionamenti per garantire una mensa di livello, seguire il rapporto con i tanti genitori, manutenere la struttura, aggiornarci con le nuove normative, gestire i rapporti con l’Ente di controllo (CER), rapporti col Ministero dell’Istruzione, oltre a gestire la contabilità e il bilancio.
Ci puoi spiegare quali sono le linee didattiche che gli asili seguono? C’è un modello educativo che si prende ad esempio?
La struttura si potrebbe definire montessoriana in quanto tutto è costruito a misura di bambino non solo nelle classi ma in tutti i luoghi frequentati dai bambini. Le insegnanti, grazie ad un costante aggiornamento, integrano questo modello con altri elementi derivati dalle diverse teorie di sviluppo infantile. Dal punto di vista dell’educazione la scuola ha da poco una nuova direttrice didattica, Giorgia Di Veroli, ed un Direttore responsabile dell’ebraico che è Rav Roberto Colombo che segue continuamente la formazione e l’aggiornamento delle morot in collaborazione con il Collegio rabbinico italiano.
I programmi sono quelli ministeriali, dal momento che gli Asili sono una scuola paritaria a tutti gli effetti, e i controlli che riceviamo ci “impongono” di mantenere uno standard elevato.Il modello educativo mette al primo posto l’identità ebraica mediante lo studio della lingua ebraica e delle parashot settimanali, scandendo i tempi sulla base delle festività e festeggiando l’arrivo dello Shabat. L’attività all’aria aperta è quotidiana mentre l’attività sportiva è presente due mattine e un pomeriggio a settimana.
Il Covid, la crisi economica, il calo demografico sono elementi che hanno inciso sul numero delle iscrizioni? Negli ultimi due anni il numero dei bambini iscritti è diminuito?
No, il numero dei bambini non è mai diminuito nonostante il Covid, che, posso dire, abbiamo saputo affrontare nel miglior modo possibile perché siamo riusciti a tenere le classi separate fra loro in modo che non ci fossero contagi tra le classi. Anche l’evidente calo demografico non ha inciso sul numero degli iscritti anche se temiamo per il futuro.
Una novità degli ultimi anni è l’aumento dell’offerta educativa, con altre realtà che operano in quei quartieri di Roma ad alta densità ebraica. Gli Asili come vivono questa presenza? C’è dialogo fra voi oppure ciascuno lavora separatamente?
I rapporti fra i vari asili sono buoni in quanto, lavorando in quartieri diversi, non c’è sovrapposizione. L’offerta formativa dal punto di vista religiosa immagino che sia la stessa per ogni struttura. Nel nostro asilo l’impegno a questo scopo è altissimo, in quanto i bambini vivono una atmosfera ebraica quotidiana, che viene rafforzata durante le festività ebraiche. Queste ultime scandiscono i tempi della didattica che contempla lo studio della lingua ebraica e delle parashot settimanali. Abbiamo, naturalmente, una mensa dotata di teudà rilasciata dal nostro rabbinato che esegue i controlli regolari.
Come vi preparate ad accogliere i bambini per il nuovo anno scolastico?
I bambini che arriveranno il prossimo anno troveranno una bellissima sorpresa perché il giardino del nido verrà completamente ristrutturato ed i lavori sono appena iniziati.
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