Antisemiti e francobolli
Riflessi intervista il senatore Dario Parrini (PD), promotore di due interrogazioni parlamentari contro l’emissione di francobolli dedicati a Maffeo Pantaleoni e Italo Foschi
Senatore Parrini, lei ha presentato un’interrogazione parlamentare contro l’emissione di francobolli dedicati a due personaggi marginali ma sicuramente fascisti e/o antisemiti. Ci aiuta a capire perché?
Italo Foschi è stato un’esponente di spicco del fascismo romano, uno squadrista di prim’ordine diventato segretario federale del fascio romano già dal 1923. Tra l’altro la sua carriera politica è legata strettamente ad Amerigo Dumini, uno degli autori del delitto Matteotti, delitto che Foschi elogiò apertamente: ci sono alcune lettere autografe con cui Foschi scrive a Dumini assicurandogli che avrebbe fatto di tutto perché non si tenessero dimostrazioni di omaggio nel luogo in cui il corpo di Matteotti fu sepolto. Non solo: dopo il 1943, nella Repubblica sociale italiana, Foschi fu nominato prefetto a Belluno e in tale veste si contraddistinse anche per lo zelo con cui si dedicò al rastrellamento e alla deportazione di ebrei.
E Pantaleoni?
Maffeo Pantaleoni è stato un economista morto nel 1924, dunque appena all’inizio della stagione fascista. Fece però in tempo a legarsi strettamente alla figura di Giovanni Preziosi, forse il più virulento degli antisemiti italiani, che dalle colonne della “La vita italiana” portò avanti per anni una violenta campagna antisemita, e che fu l’ideatore della traduzione in italiano de “I protocolli dei Savi di Sion”. Pantaleoni e Preziosi promossero inoltre la formazione di elenchi di cittadini ebrei impiegati nella pubblica amministrazione, elenchi che furono tragicamente utili anni dopo al momento della persecuzione. Pantaleoni è inoltre una figura legata al nazionalismo crescente e violento del fascismo, ed è stato, ripeto, un esempio di antisemitismo precoce, per così dire.
Quali sono state le motivazioni della scelta di dedicare loro un francobollo?
Le motivazioni sono molto risibili. Foschi fu un importante dirigente sportivo nonché presidente della Roma calcio nel 1924. Pantaleoni è stato uno dei protagonisti della scienza economica italiana di quel periodo. Si tratta di giustificazioni inconsistenti perché di fronte alle infamie commesse o avallate, ogni altra argomentazione diventa irrilevante.
Nella sua interrogazione lei chiede al governo, in particolare al ministro Urso che se ne è fatto promotore, di ritirare i francobolli. La sua interrogazione ha finora ricevuto reazioni?
Nessuna, nonostante che il caso sia finito anche sulla stampa nazionale. Francamente, mi colpisce l’impudenza del governo e la sua totale indifferenza a suoi comportamenti che vengono ripresi e criticati anche pubblicamente. Occorre poi tener conto che l’annullo filatelico è avvenuto violando la procedura che prevede un parere obbligatorio, seppure non vincolante, della Consulta filatelica. La Consulta, nel caso di Pantaleoni, ha addirittura stigmatizzato la scelta di emettere un francobollo a suo favore e ha chiesto espressamente la revoca dell’annullo. Anche ammesso che la decisione sia stata presa in buona fede, io credo che ora che l’opposizione ha messo in evidenza la biografia di questi due personaggi il caso sia diventato indifendibile e che il governo debba esprimersi.
È possibile secondo lei che anche attraverso scelte come queste si intenda in realtà riabilitare figure del passato e in generale il periodo del fascismo?
Naturalmente si potrebbe pensare che, parlando di due francobolli, ci troviamo di fronte a piccoli episodi del tutto trascurabili. In realtà essi dimostrano la volontà revisionista di questo governo, che ha l’obiettivo di riportare sugli altari soggetti che erano stati lasciati nella polvere, dove francamente meriterebbero di tornare.
Da due anni il governo di Giorgia Meloni guida il paese. Dal suo punto di vista, di parlamentare dell’opposizione, ritiene che Fratelli d’Italia abbia reciso i suoi legami ideologici con il passato?
Il partito di Giorgia Meloni fin dal primo giorno di governo ha manifestato una voglia di rivalsa tipica di un gruppo di persone che ha passato molti anni all’opposizione o anche al governo, comunque sempre in posizioni molto marginali. È evidente che molti all’interno del partito intendano regolare una serie di conti con il passato, rivalutando idee e figure che in realtà non sono compatibili con i valori della Repubblica. È un’operazione grave, per cui occorre stare in guardia e che non va sottovalutata, perché ormai sono tante le dichiarazioni fatte da questa classe politica sul fascismo, sulla Resistenza, ma anche sullo stragismo neofascista degli anni 70, che tendono a riscrivere la storia. La cosa che più mi preoccupa e poi un’altra .
Quale?
Il forte riemergere dell’antisemitismo segnalato da più parti. Io credo che una classe dirigente che proviene da quel passato, per essere all’altezza del proprio ruolo non possa limitarsi a dichiarazioni pronunciate in occasione del 16 ottobre. Occorre coerenza in politica e la coerenza chiede una presa di posizione netta contro tutto il regime fascista. Per questo, episodi come quello dei due francobolli dedicati a dei fascisti e antisemiti non possono essere ha dei semplici infortuni. Occorre che i francobolli vengano ritirati e distrutti e che si chieda scusa di una scelta completamente sbagliata, che altrimenti lascia margini di ambiguità. E Fratelli d’Italia non può permettersi in alcun modo di essere ambiguo.
6 risposte
Una riflessione quanto mai utile sulla strategia dei gesti “innocui”. Certo vigilare su questo revisionismo richiede vigilanza competenza tempo e soprattutto azioni immediate di denuncia. Grazie per Riflessi
Sono un trentino e qui il ricordo del prefetto fascista Italo Foschi è ancora vivo. I suoi comportamenti prima e dopo l’armistizio dell’8 settembre furono censurati perfino dai nazisti che lo rimossero dal ruolo di prefetto e quando si ripresentò a Trento, dopo l’occupazione tedesca, venne allontanato bruscamente per ordine del Gauleiter Hofer. Che oggi ad una simile figura venga dedicato un francobollo è, non solo segno di tempi malati, ma anche di una preoccupante perdita di memoria che consente di rileggere la storia ad suo dei vincitori (pro tempore o almeno si spera).
A Trento, dove vivo, il ricordo del prefetto fascista Italo Foschi è ancora vivo. Si trattò di un fascista convinto e con comportamenti che lasciarono il segno sia prima come dopo l’8 settembre 1943.
Nemmeno i tedeschi lo tennero in alcuna considerazione ed anzi, al suo rientro a Trento dopo l’occupazione nazista, non lo degnarono di alcuna considerazione e lo allontanarono. Dedicare un francobollo ad un simile personaggio è segno di tempi malati e di un memoria ormai preda di quotidiani revisionismi e riletture volte a sovvertire la verità storica. Una vera vergogna per questo Paese.
Che subdolo, impudente gesto ‘innocuo’. Che attentato alla memoria e alla storia.
Grazie a “Riflessi” e a Massimiliano Boni. Molto tempestiva la scelta dell’argomento. Ottima anche la scelta della persona da intervistare. E grazie anche al sen. Perrini per la sua puntuale interrogazione.
Mi astengo dal commentare queste ignobili scelte ricadute su tali personaggi, molto più che discutibili, a cui dedicare l’emissione di francobolli commemorativi. Ritengo però pericolosa la richiesta del loro ritiro dalla vendita, che avrebbe il solo effetto di attirare l’attenzione di filatelici e collezionisti di rarità e di aumentare il rumore mediatico sul caso.