COVID: a che punto siamo in Israele?
Mentre si prova a ripartire dopo 2 anni di pandemia, in Israele gli scienziati non abbassano la guardia, e ora pensano che…
I ricercatori dell’Università Ben Gurion nel Negev hanno pubblicato una ricerca secondo cui le varianti Omicron del Covid potrebbero esaurirsi nei prossimi due mesi e la variante Delta potrebbe riemergere in estate.
Proprio in prossimità dell’allentamento delle misure di prevenzione, in Israele (dal 20 maggio non sarà più richiesto il tampone PCR con quarantena di 24 ore ai passeggeri in arrivo), i risultati della ricerca pubblicata sulla rivista Science of Total Enviroment non sono certo rassicuranti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente stimato che quasi 15 milioni di persone sono state uccise dal coronavirus o dal suo impatto sui sistemi sanitari sopraffatti negli ultimi due anni, principalmente nel sud-est asiatico, in Europa e nelle Americhe.
Una scoperta dallo studio delle acque reflue
Pare che le varianti Delta e Omicron non si comportino nello stesso modo. Delta ha spazzato via le varianti precedenti, mentre – secondo il Prof. Ariel Kushmaro e la dott.ssa Karin Yaniv, Omicron non ha eliminato Delta. E questo anche quando PCR e test sapidi sulle persone diminuiscono. Il team di laboratorio del Prof Kushmaro ha sviluppato una tecnica in grado di differenziare le varianti presenti nelle acque reflue, che riescono a fornire informazioni precise. I ricercatori, tra cui il dottor Eden Ozer e Marilou Shagan della Ben Gurion University e il dott Yossi Paitan di Ilex Labs, hanno monitorato le acque reflue di Beer-Sheva da dicembre 2021 a gennaio 2022 e hanno notato l’inquietante interazione tra le varianti Omicron e Delta. Hanno anche costruito un modello con il Prof. Rony Granek, che prevede che Omicron si stia esaurendo mentre Delta sta solo aspettando il suo momento.
“Naturalmente, ci sono molti fattori coinvolti, ma il nostro modello indica che potrebbe esserci un altro focolaio di Delta o un’altra variante di coronavirus quest’estate“, ha avvertito il prof. Kushmaro.
Il Prof. Kushmaro e il suo team fanno parte della School of Sustainability and Climate Change e del Dipartimento di Ingegneria delle Biotecnologie Avram e Stella Goldstein-Goren. La ricerca è stata supportata dalla BGU Coronavirus Challenge e dal Ministero della Salute israeliano.
Ora non ci resta che aspettare l’estate per verificare se effettivamente i risultati della ricerca saranno confermati.