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Parigi si moblita contro l’antisemitismo

La Francia è stata attraversata da una nuova ondata di violenza contro gli ebrei dopo il 7 ottobre. Ieri a Parigi la risposta delle istituzioni e della società civile. Anche se l’allerta rimane

La manifestazione è stata imponente.

qui e sotto: alcune immagini della manifestazione

La folla si distribuiva  nella grande spianata  di fronte all’Assemblea nazionale, raggiungendo le rive della Senna. Non si riusciva a vederne la fine. Alla fine, saranno circa 200.000 i partecipanti. Poche bandiere, francesi, con qualche rara eccezione. In alto emegevano due bandiere iraniane. Molti i saluti alle persone che le reggevano, due donne di diversa età. Giovani della Comunita ebraica portavano cartelli non molto grandi. Spiccavano due scritte: la prima, rivolta alla Comunita stessa, “con kippà o senza kippa, un’unica battaglia”; la seconda diretta alla società nel suo insieme, “Ebrei minacciati, Repubblica in pericolo”.

Le scritte sembravano rispondere a due diversi quesiti presenti nel dibattito comunitario cosi come nella societa civile.
Nel primo caso: come rispondere a una ostilità crescente? Come difendere le proprie scuole, sinagoghe, case? Come porre fine a un confronto che vede ebrei di diverso orientamento politico protagonisti non solo di confronti ma anche di conflitti?
Nel secondo caso: come porsi di fronte a un antisemitismo diffuso, mascherato o meno da antisionismo? Come interrompere un’ostilita di ampie fasce di popolazione islamica? In particolare, come rispondere a quella giovanile – in genere naturalizzata francese – che rifiuta, a scuola, qualunque discussione che affronti le relazioni interculturali o  che tocchi la Shoah?
Rispetto al primo insieme di quesiti,  il dibattito comunitario, come risulta chiaro dalla stampa ebraica non è evidentemente nuovo, anche se gli eventi recenti hanno accentuato la severità con cui le domande sono poste.
Rispetto al secondo insieme di quesiti, il pregevole pronunciamento del presidente Macron –  secondo il quale la Francia non può e non deve essere un luogo in cui i suoi cittadini si possano sentire in pericolo – è considerato positivo ma non sufficiente. L’attenzione, nel dibattito e nelle discusdioni, verte sul tema della democrazia – quando garantire la libertà di espressione e di azione – e della sua tutela – quando reprimere e punire – se manca il rispetto tra cittadini diversi.
Si coglie, sprattutto, la necessità di ragionare su laicità e secolarizzazione, temi proposti quali capisaldi della tradizione giuridica francese.
Su questo terreno, la riflessione appare suscettibile di sviluppi futuri: appare questa una esigenza imprescindibile di fronte a un cambiamento sociodemografico che investe la Francia come altri paesi europei.
Il conflitto in medio oriente, con la dolorosa tragicità, appare come un catalizzatore di problemi non risolti risolti e di difficolta inefite della convivenza civile.

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