Cerca
Close this search box.

Il metodo Feuerstein lavora in armonia sul rinnovamento della persona

Domenica mattina, in occasione della Giornata europea della cultura ebraica, dedicata al rinnovamento, al Pitigliani si spiega l’importanza dell’equilibrio interiore e di come raggiungerlo. Ne abbiamo parlato con l’insegnante Fiorella Castelnuovo

Dottoressa Castelnuovo, da quanti anni si occupa del metodo Feuerstein?

Fiorella Castelnuovo

Ho frequentato il primo corso organizzato dall’Istituto Pitegliani nel 1998. Nell’estate del 1999 ho soggiornato per 15 giorni presso l’Istituto Feuerstein a Shoresh nei pressi di Gerusalemme, frequentando i corsi e entrando in contatto con il prof Reuven Feuerstein e il gruppo che lavorava con lui. Negli anni seguenti ho completato la mia formazione avendo tra i docenti lo stesso prof. Reuven Feuerstein, suo figlio Rav Raffi Feuerstein, continuatore della sua opera e i membri dello staff dell’istituto.

In cosa consiste, in sintesi, questo metodo?

Presupposto del metodo Feuerstein è la teoria della Modificabilità cognitiva strutturale, che definisce “l’intelligenza come la propensione dell’organismo a modificarsi nella propria struttura in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli di origine sia interna che esterna”, da cui deriva l’altra teoria dell’esperienza di Apprendimento mediato, che introduce la figura del mediatore, il quale ha la funzione di facilitare il processo di apprendimento.

Come agisce questa mediazione?

La presenza di questo fattore è la principale responsabile della realizzazione della flessibilità e plasticità dell’individuo, in quanto proprio attraverso la mediazione il soggetto diventa consapevole dei propri processi cognitivi e capace di elaborare in modo autonomo i dati dell’esperienza. L’esperienza di Apprendimento mediato è cioè alla base della possibilità di intervenire per sviluppare o recuperare le funzioni cognitive dalla prima infanzia sino all’età adulta e anziana.

 

il programma dell’incontro di domenica mattina al Pitigliani (ingresso libero. Dalle 10: percorso esperienziale; dalle ore 11,30: tavola rotonda)

A chi si rivolge il metodo Feuerstein?

I programmi di intervento sono applicabili a tutti gli individui, per tutto l’arco della loro vita, con risultati produttivi anche nella cura delle malattie degenerative della terza età rallentando i processi involutivi e potenziando le abilità presenti.

È possibile individuare un “approccio ebraico” nel metodo Feuerstein?

Le radici ebraiche dell’approccio di Feuerstein sono molto evidenti: Shmuel Feuerstein nel suo importante volume “Biblical and Talmudic Antecedents of Mediated Learning Experience Theory” ne traccia i vari aspetti.

Può aiutarci a capire?

Certo. Possiamo elencarne alcuni:

l’importanza attribuita da Feuerstein alla trasmissione dei valori culturali alle nuove generazioni;

la necessità nell’educazione della presenza di figure che facciano da tramite tra ambiente e individuo, tra passato e presente in prospettiva di avvenimenti futuri;

Rueven Feuerstein (1921-2014) al lavoro

l’essenziale ruolo dei genitori nella formazione dei propri figli;

la rilevanza delle modalità di trasmissione delle conoscenze e delle competenze emotive e cognitive che induce Feuerstein ha dare precise indicazioni in proposito;

l’attenzione posta riguardo al sentimento di appartenenza, così importante nella vita ebraica;

lo stretto legame tra il pensiero e l’azione.

Del tutto evidente infine l’analogia con l’impostazione tradizionale delle lezioni nelle Yeshivot. Infatti gli interventi in cui vengono applicati i principi della mediazione si svolgono con modalità del tutto simili, in particolare la parte che riguarda la discussione e il confronto delle varie opinioni e l’importanza della domanda come elemento educativo.

Domenica prossima si festeggia la giornata europea della cultura ebraica, quest’anno dedicata al rinnovamento: metodo Feuerstein e rinnovamento hanno punti in comune?

Domenica mattina, nell’incontro al Pitigliani che mi vedrà moderatrice della tavola rotonda, evidenzieremo come l’approccio innovativo del metodo Feuerstein, che richiama il tema del rinnovamento, è particolarmente evidente innanzitutto per ciò che riguarda il concetto della modificabilità dell’intelligenza, considerata non più come fattore stabile biologicamente determinato, ma passibile di sviluppo e ristrutturazione. Altri punti del metodo – quale la rilevanza metodologica del Programma di Arricchimento strumentale, a Valutazione dinamica della propensione all’apprendimento e la strutturazione di ambienti adeguati allo sviluppo dell’individuo – sono tutti elementi che si rifanno a ciò che Feuerstein chiama “Ambiente Modificante.” E che hanno appunto a che fare con il rinnovamento

il tema della GECE 2002 è: “Rinnovamento”

Alcuni cenni biografici su Reuven Feuerstein (1921-2014)

Docente di Psicologia dell’Educazione presso l’Università di Bar Ilan di Tel Aviv e adjunct professor presso il George Peabody College della Vanderbilt University di Nashville (Tennessee), Reuven Feuerstein ha diretto in Israele il Feuerstein Institute, Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Potenziale di Apprendimento.

Nato in Romania in una famiglia tradizionale ebraica, la sua attenzione ai problemi dell’apprendimento ha avuto origini molto lontane. Internato e poi fortunosamente liberato nel ’44, raggiunge quello che sarà il futuro Stato di Israele. L’idea che un limite di partenza fosse un dato insanabile era un lusso che il quel contesto non poteva essere accettato. Quindi si dedicò all’educazione degli adolescenti sopravvissuti alle persecuzioni razziali. Si trattava, per la maggior parte, di orfani, appartenenti a varie culture, provenienti da numerosi paesi europei e africani, i quali, a causa delle terribili esperienze vissute, presentavano carenze cognitive molto simili a quelle dei soggetti affetti da insufficienze mentali. Tornato in Europa per completare i suoi studi in Psicologia generale e Clinica all’Università di Ginevra, aveva studiato con Andrè Rey and Jean Piaget. Tuttavia le sue posizioni teoriche erano più vicine a quelle dello psicologo russo L.S. Vygotskij con il quale condivideva l’importanza della relazione e del linguaggio sullo sviluppo della mente infantile.

Nel 1970, Feuerstein ottenne il PhD in Psicologia dello Sviluppo all’Università della Sorbonne. Negli anni 1950 e 1960 egli fu il direttore dei Servizi Psicologici della Youth Aaliyah In Europa.

Nel 1992, Feuerstein ottenne l’Israel Prize per le Scienze Sociali.

Nel 2012 fu proposto per il premio Nobel della Pace.

Il professor Pnina Klein of Bar Ilan University lo ha definito “l’Einstein dell’educazione”. Il ministro dell’educazione Shay Piron, insieme ad altri esponenti politici ha ricordato il tributo di Feuerstein allo sviluppo del potenziale cognitivo umano, mentre il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha affermato che “il professor Feuerstein ha cambiato completamente la mia visione del mondo.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi:

L'ultimo numero di Riflessi

In primo piano

Iscriviti alla newsletter