Serata difficile quella del 13 settembre – 28 Elul 5783 al tempio Beit Ya’kov per l’Azkarà/Limud del 30° giorno in memoria di Israel Roger Cesare Hannuna z”l. Difficile per tutti elaborare la perdita di una persona cara.
Il cortile del Tempio pieno fino all’inverosimile di gente di tutte le generazioni, della comunità che Roger ha vissuto, servito, amato, che si è stretta attorno a Nadia, Gavriel, Rebecca, alla madre Pupa, alle sorelle Laura e Karen, al fratello Robert, ai cognati, ai nipoti.
È emerso il ritratto di un uomo che portava gioia, che serviva Hashem con gioia anche nei momenti più difficili, capace di conservare riconoscenza ed amicizia. Un uomo allegro, onesto, felice, educato: un signore, che parlava poco e trasmetteva con il silenzio i suoi valori ed il suo impegno. Che con umiltà e amore e senza troppe parole ha fatto la differenza, dando cuore, energia e tempo per il futuro dei giovani, per la famiglia, per il BA, per la comunità e per Erez Israel, apprezzato qui da noi e anche a livello internazionale.
Daniel Coen descrive Roger come integerrimo, dotato di una onestà materiale e spirituale.
Morigerato, ma anche appassionato, della musica, dello studio, delle discussioni e dibattiti continui su democrazia, libertà, dignità, ebraismo personale, futuro e Israele, impegnato e sempre ironico. Passioni comuni che hanno cementato un’amicizia, costruito un team, con un “affilamento” reciproco.
La rappresentante del Benè Akivà mondiale ha definito Roger un “ispiring role model”, un “modello ispiratore” per tutti coloro che si impegnano nel volontariato comunitario a qualsiasi livello.
Una buona ispirazione per tutti noi in vista di un nuovo Anno. I Rabbanim hanno detto che una preghiera corale va dritta al S.
Eravamo tutti lì, insieme. Che l’anima di Roger z”l sia sempre legata al Tzror a chaijm, al fascio della vita.
«Due falegnami indissero una gara a chi tagliava più legna: li divideva un muro, e il primo falegname sentiva spesso silenzio dall’altra parte. A fine giornata, il primo falegname, certo di avere vinto, dato che aveva dedicato tutto il tempo a tagliare la legna con l’accetta, si sorprese di avere invece perso e chiese al secondo: “Ma cosa stavi facendo durante il silenzio che sentivo?”. E quest’ultimo rispose: “Affilavo la lama”». (S. Covey. Seven habits)
Una risposta
Manca anche se non lo frequentavo!