Il progetto “Diversi tra uguali” saluta a Firenze

Dopo oltre un anno finisce nell’Università di Firenze il viaggio dell’Ucei nel principio di uguaglianza

Saul Meghnagi

Si è chiuso a Firenze il lungo viaggio dell’Ucei intorno all’art.  3 della Costituzione, iniziato 13 mesi fa alla Corte costituzionale; stavolta al centro c’era l’uguaglianza e la solidarietà.

Per l’ultimo incontro era previsto anche un piccolo prologo: Stefano Massini ha introdotto il pomeriggio spiegando che se la storia dell’umanità è stata contrassegnata dalla tecnica che ne ha favorito il progresso, questo non è successo per l’uguaglianza, che invece se praticata avrebbe potuto certo migliorare le condizioni di vita degli uomini. Eppure, per l’artista toscano la disuguaglianza non è innata, perché sarebbe sconosciuta ai bambini. Per arrivare all’uguaglianza si è dovuto attendere molto tempo, considerando che in Italia, ad esempio, nell’Assemblea costituente del 1948 le donne erano solo 21 su 556 costituenti. E oggi? Viviamo tempi, ha detto Massini, in cui purtroppo è tornata l’esigenza di mettere dei confini.

È venuto poi il momento dei saluti istituzionali. La rettrice Petrucci ha evidenziato come il dialogo sia alla base dell’uguaglianza, e che la democrazia è possibile solo col rispetto reciproco, come insegna il giurista John Rawls, per cui una società è giusta se rispetta uguaglianza e differenza. Enrico Fink, a nome della comunità ebraica fiorentina, ha sottolineato come l’ebraismo è cartina di tornasole della società, avendo conosciuto, ai due estremi possibili, l’età dei ghetti e quella dell’assimilazione, augurandosi che in futuro si sappia guardare all’ebraismo italiano come una parte attiva dentro la società. Saul Meghnagi, responsabile della commissione cultura, ha inserito il progetto sull’articolo 3 dentro un percorso avviato cinque anni fa, volto alla lotta contro il pregiudizio e al dialogo nella scuola e nella società, per riflettere sulle modalità di convivenza possibili e sulla salvaguardia della propria identità. Ringraziando gli altri consiglieri che hanno lavorato al progetto (Gloria Arbib, Ariel Dello Strologo, Davide Jona Falco, Massimiliano Boni) ha pure ricordato Elio Carmi z’l’, che ha lavorato fino all’ultimo, donando il logo che campeggiava anche nell’aula magna fiorentina. Amedeo Spagnoletto, direttore del Meis, ha infine illustrato il progetto dei laboratori didattici che hanno sempre accompagnato ogni incontro e ha ricordato che la mostra inaugurata da poco a Ferrara sugli ebrei del Novecento ha al centro proprio il concetto di cittadinanza.

Adriano Fabris, Irene Stolzi e il rabbino capo di Roma

Hanno poi preso la parola i relatori.

La presidente Ucei, Noemi Di Segni, ha ricordato che il progetto non voleva evidenziare una richiesta di tutela, ma sottolineare il contributo ebraico a favore dell’uguaglianza e della solidarietà. Questo perché la solidarietà è un elemento fondamentale dell’ebraismo, che sull’etica della responsabilità fonda l’intera comunità e il legame dentro il popolo ebraico. Venendo all’attualità, la presidente ha sottolineato il clima preoccupante che si respira oggi nelle università italiane, e che le guerre in atto impongono invece di fare delle scelte e assumersi una responsabilità. Le università devono cioè essere luogo di confronto, non di violenza né di imposizione della propria volontà su quella altrui. Ha dunque auspicato un chiaro rifiuto di ogni forma di boicottaggio e la ricezione da parte delle università della dichiarazione IHRA.

qui e sotto: altre immagini della giornata

Irene Stolzi, ordinaria a Firenze, ha ripercorso lo sviluppo dei concetti giuridici di uguaglianza e solidarietà in età moderna. Il principio di uguaglianza è trascritto per la prima volta in una costituzione nel 1789, perché prima si nasceva diseguali, ossia in base al proprio ceto sociale. Né uguaglianza e solidarietà sono state subito appaiate: l’età illuminista, ad esempio, ha sostenuto con John Locke che gli individui più intraprendenti prevalgono nella società, e che dunque la povertà, ad esempio, può trasformarsi in una colpa, in una società libera ma non solidale. Per questo l’art. 3 della Costituzione è così importante: perché in modo rivoluzionario afferma che tutti siamo liberi, ma al tempo stesso riconosce le disuguaglianze di fatto che esistono nella società e chiede che vengano rimosse. E questo spiega anche perché oggi non si parla di individui, ma di persone: la Costituzione chiede di tener conto delle varie differenze: ad esempio tra giovani e anziani, uomini e donne, ricchi e poveri, e aiutare chi resta indietro.

Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, dopo aver rimarcato il suo dissenso da Massini, perché, ha detto, occorre respingere i luoghi comuni secondo cui i bambini non sono consapevoli delle differenze e che la migliore società sia quella “senza muri” ( le siepi, se correttamente intese, servono infatti a preservare le libertà di ciascuno), ha anche precisato che in realtà l’uguaglianza nasce molto prima del 1789, e cioè nella Torà, dove la creazione del primo uomo, da cui deriva tutta l’umanità, secondo la letteratura rabbinica dimostra che siamo tutti uguali: come spiega rav Sacks, le costituzioni sono scritte in lingua locale, ma hanno accento ebraico.  Proseguendo nella sua disamina, il rav ha anche evidenziato come la Torah dia sempre ai singoli la possibilità di scegliere, come dimostra Abramo, capace di liberarsi dei vincoli sociali e familiari per avviare una nuova storia dell’umanità. Secondo il midrash, ha spiegato il rav, Abramo vede nel messaggio che gli dice di lasciare la sua terra “un palazzo in fiamme”. Invece di focalizzarsi sulle fiamme, spiega ancora rav Sacks, Abramo comprese che era il palazzo che andava salvato: da qui impariamo che compito di ciascuno di noi è ridurre il disordine del mondo.

Al termine dell’incontro la presidente Di Segni, ha ricordato che, avendo il progetto mosso i primi passi alla Corte costituzionale, ora che stanno per essere consegnati tutti i dossier che ne sono parte integrante essi saranno poi presentati al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

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