Il miglior cinema italiano in Israele? Ci penso io
Ronny Fellus è il fondatore e Codirettore Artistico del Film Festival del Cinema italiano in Israele. Ideatore nel 2006 del Kolnoa Festival, organizzato dal Pitigliani, ne è stato il responsabile per 11 anni. Ora, trasferito in Israele, prosegue a Tel Aviv la sua attività culturale
Ronny come nasce l’iniziativa di realizzare in Israele il festival del cinema italiano ?
Direi casualmente……durante uno dei miei viaggi in Israele per scegliere i film da presentare al Kolnoa, sono incappato in un festival del cinema irlandese ed ho subito pensato che se il cinema irlandese destava interesse, ancora di più lo avrebbe avuto il cinema italiano, che ha una storia ben più importante. Ho proposto l’iniziativa all’Istituto di cultura italiano che ha subito accolto il progetto con entusiasmo, perché non esisteva niente del genere. Da quel momento ho cominciato a lavorare per la prima edizione del 2014 ed ormai siamo nel pieno dell’ottava edizione.
Dal punto di vista culturale Tel Aviv che tipo di città è ?
Senza dubbio è molto frizzante. Non a caso è definita “la città che non si ferma mai”. È una città che offre tutto a tutti: religiosi, gay, laici, sportivi, artisti etc. C’è molta offerta culturale, l’età media è bassa e tutti a loro modo sono creativi. Ci sono sempre stati teatri, cinema e sale per ascoltare musica classica o jazz, ma negli ultimi anni c’è stata una vera e propria esplosione e qualsiasi iniziativa raccoglie molti visitatori. Amos Oz ha detto che Tel Aviv è un miracolo creativo del popolo ebraico non inferiore al Talmud. TA è l’espressione della diversità del popolo ebraico, è un mix di ogni elemento della vita, e tale ricchezza rappresenta un vero e proprio miracolo. La scelta che ha fatto l’amministrazione della città è di dare priorità alla dimensione umana. È per questo che si tolgono i parcheggi per le macchine e si costruiscono le piste ciclabili. È una scelta radicale ma strategica ed irreversibile.
Con quale criterio scegli i film italiani da presentare al Festival ?
È un lavoro di squadra fatto insieme a Dan Muggia, l’altro codirettore, che ogni anno va al Festival di Venezia, mentre io seguo quello di Roma ed altre manifestazioni di Cinema, ed anche in collaborazione con Filmitalia Cinecittàluce. Generalmente seguiamo due criteri: scegliamo i film migliori dell’ultimo anno dal nostro punto di vista, e speso siamo contenti di constatare che ogni anno i film che vincono i David di Donatello sono stati già presentati da noi. Il secondo criterio di scelta è determinato dalla volontà di dare un’immagine complessa sia dell’Italia, che dello stato dell’arte del Cinema Italiano contemporaneo.
È più apprezzato il cinema italiano in Israele o il cinema israeliano in Italia ?
Piacciono entrambi molto, ma per ragioni diverse. I film israeliani in Italia hanno suscitato interesse un sull’onda del successo di grandi scrittori come Oz, Yeoshua, Eskol, Keret, Grosmann, molto letti in Italia. L’apprezzamento per la letteratura ha creato curiosità per il cinema, e poi nei primi anni del duemila, diversi film israeliani hanno iniziato a vincere premi nei Festival di Cinema più importanti ed Il Cinema Israeliano ha iniziato a farsi conoscere nel mondo. Il Kolnoa ha dato la possibilità di rispondere a questo interesse e curiosità presentando al pubblico italiano il meglio della cinematografia israeliana.
E in Israele?
In Israele conoscono e amano il cinema classico, i film del Neorealismo italiano, la commedia all’italiana, e naturalmente i grandi registi come Fellini, Visconti e Pasolini. C’è attenzione anche alle nuove generazioni e Sorrentino o Moretti sono nomi conosciuti ma noi vogliamo far conoscere anche il Cinema italiano di questi anni, i nuovi nomi che dominano la scena, registi come Mordini o Paolo Genovese, entrambi nostri ospiti, o attori come Alba Rohrwacher ed Elio Germano. Far conoscere la nuova generazione che raccoglie l’eredità del cinema italiano e vince premi nel mondo.
Qual è la tipologia di spettatore ? È di origine e cultura italiana ?
No, è israeliano al 90%. A differenza con quanto accade con il Festival del Cinema francese, ad esempio, noi non possiamo contare su una comunità come quella francofona in Israele, il nostro è un pubblico quasi esclusivamente locale.
Negli anni il pubblico del Festival è aumentato? Quante presenze avete durante i Festival?
Sì, aumenta ogni anno. Solitamente un Festival si svolge in 8 città in contemporanea, da Rosh Pina a Sderot passando per Gerusalemme Haifa e Tel Aviv, ci sono in media circa 70-80 proiezioni ed il pubblico totale varia da 8 a 10.000 presenze. Paradossalmente la pandemia da Covid-19 ci ha anche aiutato; siamo stati forse i primi al mondo ad organizzare le visioni on line. Abbiamo dovuto superare molti ostacoli
organizzativi ed inventare nuovi parametri sia per l’acquisizione dei diritti che per le proiezioni attraverso le cineteche, ma siamo stati premiati. I primi film andati online all’inizio del primo lockdown in aprile, una rassegna sui primi film di Fellini di cui ricorreva il Centenario dalla nascita, hanno avuto punte di 5000 “visioni”, e possiamo immaginare che davanti allo schermo ci fosse più di una persona… sono numeri che per noi erano impensabili. Un grande successo.
Negli ultimi anni le serie televisive israeliane hanno avuto un grande successo nel mondo. In che maniera questo si è riverberato nel cinema israeliano ?
Le Serie israeliane rappresentano il nuovo successo della produzione artistica in Israele che attirano i capitali delle grandi piattaforme internazionali contribuendo ad innescare un circolo virtuoso: più investimenti, più produzione e tanti giovani che si iscrivono alle scuole di Cinema e si avviano a diventare i futuri protagonisti di questa industria. Segnalerei anche la nascita del nuovo canale pubblico televisivo KAN 11, in pochissimi anni ha rivoluzionato l’assetto dell’offerta televisiva in Israele ed dato un’ulteriore scossa a tutto il settore: la sua offerta di programmi televisivi, serie TV e documentari sono di altissima qualità e riscuotono un grandissimo successo sia in Israele che all’estero.
I registi, gli sceneggiatori, i tecnici hanno studiato e fatto esperienza all’estero o sono il risultato delle scuole di formazione israeliane ?
Non ho informazioni precise su questo aspetto ed immagino che molti vadano all’estero, magari anche per un periodo, ma la maggior parte sono giovani diplomatisi nelle tante scuole di Cinema israeliane, che sono di altissimo livello e rappresentano il fiore all’occhiello dell’industria del cinema in Israele.
Grazie Ronny e buone visioni!