Ha-Bait è la nostra comunità
Daniel Regard (Billy) si candida a presidente della CER nelle elezioni del 18 giugno. Su Riflessi apre la corsa al voto parlando di sè, della nuova formazione che mette in campo, e dell’idea di comunità per cui si prepara a chiedere il voto agli ebrei romani
Daniele, il 18 giugno si vota per il rinnovo del consiglio della comunità ebraica di Roma, e tu ti candidi come Presidente per una nuova formazione: “Ha-Bait. La casa di tutti”. Cominciamo allora dal nome: perché Ha-Bait?
Abbiamo deciso di chiamare questa nuova esperienza “Ha Bait” perché vogliamo una Comunità che sia davvero la casa di tutti: una casa accogliente, aperta ed inclusiva.
Parliamo un po’ di te. Nella comunità, soprattutto nei movimenti giovanili, sei una figura nota; puoi provare a descriverti per chi ancora ti conosce meno?
Ho 37 anni, sono sposato con Giorgia e sono papà di due meravigliose figlie, Bianca e Gaia. Fin da più giovane sono sempre stato attivo all’interno della nostra Comunità; inoltre ho avuto la fortuna di rappresentare i giovani ebrei d’Italia per ben due anni, nel 2011 e nel 2012, come presidente dell’UGEI. Sono giornalista, dal 2015; oggi, nella mia vita professionale, mi occupo di comunicazione digitale.
Un candidato under 40 è un segno importante di novità. Non temi chi ti dirà che sei troppo giovane e inesperto per guidare la Cer?
Credo che l’età anagrafica non possa essere il metro delle capacità e delle qualità di una persona. Sono convinto invece che la mia candidatura sia un segnale della vitalità della nostra Comunità: la mia scelta è a favore di una comunità in cui i giovani siano una componente che vuole farsi sentire e dare il proprio contributo.
Nel primo comunicato diffuso come candidato, martedì scorso, parli dei tanti amici e amiche che ti hanno convinto ad accettare questa responsabilità, e dell’accordo tra Binah e Menorah per sostenerti: ci puoi spiegare cosa ha spinto le due liste a tornare insieme?
Si tratta di una scelta molto importante, che finalmente ricuce una separazione che ormai non aveva più senso, e che molti elettori chiedevano da tempo di eliminare. È una scelta che dà un segnale di unità e condivisione di valori, segnale tanto più importante oggi, in un momento cioè in cui in tanti hanno la sensazione, purtroppo fondata, che ci sia una Comunità divisa e troppo chiusa su alcuni temi.
Un problema storico della nostra comunità è la disaffezione degli iscritti, aumentata negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani. Come pensi di tornare a coinvolgere chi oggi si sente ai margini?
Occorre far capire a tutti che non è possibile sempre delegare ad altri la responsabilità di qualcosa che ci appartiene. La mia scelta, di un giovane uomo che decide di impegnarsi, mi auguro possa riportare passione e voglia di tornare in campo anche a chi ha più esperienza e più anni sulle spalle o a chi si è allontanato dalla Comunità per svariati motivi. Oggi c’è bisogno di tutti per dare una mano e migliorare la nostra Comunità, la nostra casa.
Un candidato a presidente della Cer deve saper spiegare anche che obiettivi vuole realizzare: ci puoi indicare quali traguardi ti prefiggi di raggiungere per migliorare la nostra comunità?
Abbiamo – e dico abbiamo perché non sarò da solo in questa corsa, stiamo lavorando per mettere in campo una bella squadra – l’ambizione di riaprire la Comunità a chi da troppo tempo si è allontanato, di realizzare progetti per i giovani, realizzare progetti che raccontino la storia della comunità più antica della diaspora, una comunità che torni a essere di tanti e non solo di pochi. Molti finora hanno già risposto all’appello, invito chiunque voglia far parte di questa squadra a farsi avanti.
Chi fosse interessato a farsi avanti come candidato/a, può scrivere a [email protected]: c’è un curriculum ideale di chi vorresti in lista con te?
“Ha Bait” è aperta a chiunque voglia uscire dalla retorica del “destra-sinistra” nella Comunità, a chiunque creda nell’inclusione e nella libertà di esprimere le proprie idee. Noi ci siamo.
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Una risposta
In bocca al lupo Billy