Hila Blum Come amare una figlia

Si sbaglia troppo per amore?

Hila Blum, scrittrice israeliana, in questo suo secondo romanzo, “Come amare una figlia”, mostra di essere una grande autrice internazionale.

Sapir Award Hila Blum
Hila Blum nella cerimonia di consegna del premio Sapir per “Come amare una figlia”

Come amare una figlia” è un romanzo avvincente, le pagine scorrono con facilità ma, nello stesso tempo, è un libro che fa riflettere il lettore, specialmente femminile, perché tira fuori dinamiche relazionali tra figli e genitori in cui ognuno può ritrovarsi.

Tutti i dubbi e le perplessità che abbiamo avuto nel modo di educare i nostri figli vengono ripercorsi durante la lettura di questo libro. Le pagine iniziali sono molto toccanti. Una donna israeliana, Yoela, è sola, in una strada di una cittadina olandese, lontana cinquemila chilometri dalla sua abitazione. Aspetta che cali il buio per avvicinarsi ad una finestra, solo qualche minuto, per rivedere la sua amata figlia Leah e conoscere le sue nipoti, Lotte e Sanne, e suo genero.
La donna osserva quello che accade nella casa: “…La loro vita senza veli splendeva pericolosamente sotto i miei occhi…
Quasi si vergogna di essere riuscita a trovare la figlia, a vedere dove vive, a spiarla a sua insaputa, così decide di tornare in Israele.
Tornerà altre volte a Groningen, sempre con discrezione e molto timore. Yoela non pretende di rientrare nella vita di sua figlia, vuole solo assicurarsi che stia bene, che sia felice.
Yoela è una donna che ha avuto problemi di depressione, superati, in parte, dopo la nascita di Leah. Ha sempre avuto un amore incondizionato per la figlia, a volte eccessivo e possessivo, non sa se il suo amore è e sarà mai abbastanza, se la figlia è felice, se come genitore sia adeguata o meno. Lotta contro l’ansia, contro la paura che succeda qualcosa a sua figlia, la vorrebbe proteggere e salvare da ogni dolore, cerca di rassicurarla, di lodarla, di consolarla, la rimprovera raramente e quando lo fa si fa prendere dai sensi di colpa, da mille domande.

Hila Blum

“…Quando Leah era fuori dal mio raggio visivo ero sempre sul chi vive, attenta a tutto. La mia era una specie di attenzione scaramantica, molto prossima alla superstizione…”
Madre e figlia sembrano avere un rapporto di complicità e reciproca fiducia. Che cosa era successo? Perché Leah all’età di diciotto anni abbandona la sua casa e i suoi genitori per ricominciare una nuova vita altrove? Perché finge di essere in viaggi lontani da Israele che la tengono molto occupata?
Yoela vuole capire che cosa sia rimasto del tanto amore, dei giochi e degli abbracci con la figlia, chi e che cosa le ha allontanate ma soprattutto vuole sapere se la figlia stia bene.
Il romanzo è un percorso all’indietro, tra il presente ed il passato, spesso doloroso, incessante, senza pause.
QUANTI ERRORI COMMETTIAMO PER TROPPO AMORE? E’ la domanda che mi ha accompagnato durante la lettura di questo romanzo…

 

Nella foto in alto, Hila Blum nella cerimonia di consegna del premio Sapir per “Come amare una figlia”

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