Camila Giorgi, un’ebrea italiana vince un Master 1000

Sì, la star tennistica italiana Camila Giorgi è ebrea. Il suo libro favorito è “Il diario di Anna Frank”*

Lo scorso 15 agosto Camila Giorgi ha vinto il più prestigioso torneo canadese, il National Bank Open e ciò segna una pietra miliare per due ragioni.

Primo, si tratta del titolo più importante vinto nella carriera della 29enne tennista e un suo grande balzo nella graduatoria mondiale : 71° prima di battere alla finale Karolina Pliskova che sta al 6° posto.

Secondo, Giorgi è la prima ebrea a vincere l’evento in 56 anni, dopo l’americana Julie Heldman  che l’aveva ottenuto nel 1965 quando ancora si chiamava Canadian Open. Fondato nel 1881, l’Open canadese rappresenta il secondo più antico torneo dopo Wimbledon. La stessa Giorgi ne è rimasta sorpresa. “Non credevo di avere l’opportunità [di vincere il torneo] quest’anno” ha detto al JTA, emozionata,  subito dopo il match.

Da anni si diceva che fosse ebrea e stesse considerando l’ipotesi di ottenere la cittadinanza israeliana per poter giocare come componente nazionale nella Fed Cup, il torneo mondiale. Ha confermato che i suoi genitori, immigrati  in Italia, sono ebrei e che il suo libro preferito è “Il diario di Anna Frank”.

“Il libro mi ha emozionato perché sono ebrea ma anche perché lei era una brava persona che vedeva il bene negli altri.”

Sebbene non abbia visto vincere Giorgi alla televisione, Julie Heldman sapeva della giocatrice italiana e della sua ebraicità e ha detto di esser euforica per la sua vittoria.

Julie Heldman, ebrea americana, aveva vinto il torneo canadese nel 1965

“L’impresa parla non solo della volontà e il talento di Giorgi ma anche della popolarità del tennis nel mondo e nella Diaspora”. Heldman, oggi nonna e settancinquenne, l’ha dichiarato da Santa Monica in California dove vive.

“Non ci sono molti ebrei in Italia, così il titolo di Giorgi dimostra che chiunque nel mondo, inclusi degli ebrei (sic), sono in grado di raggiungere simili risultati nel tennis o in qualsiasi altro campo”, ha aggiunto la già campionessa arrivata al 5° posto della classifica mondiale nel 1969 e inserita il mese scorso nella Hall of Fame del Tennis.

La conquista del  National Bank Open ha portato Camila Giorgi al 34° posto della classifica dopo una serie di successi: ha vinto 16 match su 20. Dagli Open in Francia  a fine di maggio fino ai quarti di finali per l’Italia alle Olimpiadi di Tokio.

Giorgi attribuisce il suo successo al padre Sergio, che in Argentina, nel 1982, aveva combattuto nella guerra delle Falkland ed è stato il suo allenatore fin da quando ha preso in mano la prima racchetta.

Il team di padre e figlia è solo uno dei  tanti che hanno avuto successo nel tennis professionale. Anche la madre di Heldman, Gladys, ne è stata un’icona: aveva fondato il World Tennis Magazine e fu la promotrice del circuito autonomo per i tornei  femminili nel 1970.

Claudia e Sergio Giorgi sono immigrati in Italia da La Plata, prima della nascita di Camila nel 1991. La piccola ha incominciato a giocare a 5 anni, vincendo molto presto in tornei giovanili e già a 9 anni ha ottenuto una borsa di studio presso il famoso allenatore Nick Bollettieri.

Nick Bollettieri con André Agassi

Nonostante una costante crescita nella carriera sportiva, nel 2012 non era ancora stata selezionata dall’Italia per la Fed Cup,  e Raphael Geller –  commentatore della radio sportiva israeliana – sostenne che i suoi genitori furono contattati dai reclutatori  israeliani vedendo in Camila una possibile n° 2 dietro Shahar Peer.  Giorgi ha però deciso di rimanere a competere in Italia e dal 2014 partecipa alla Fed Cup.

Nella sua carriera, oltre ad aver vinto il National Bank Open, Giorgi ha incontrato  numerose n° 1 incluse le star Victoria Azrenka, Maria Shaparova e Caroline Woznizcki. Giorgi, nel 2018, è poi anche arrivata ai quarti di finali di Wimbledon perdendo contro Serena Williams.

“Ciò che impressiona della Giorgi è che a 29 anni è capace di adattarsi e trasformare il suo gioco in modo da arrivare a vincere a Montreal contro giocatrici di altissima qualità” ha scritto di lei Cindy Shmerler del New York Times e già editor del World Tennis Magazine.

* di  Marvin Glassman; tratto dal Jewish Telegraphic Agency, del 18 Agosto 2021. Si ringrazia per la traduzione: Micaela Vitale

 

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