La Comunità di Milano va tenuta fuori dalle feste dei partiti
Milo Hasbani, vice presidente UCEI e consigliere della comunità di Milano, chiede la dimissioni del presidente Meghnagi dopo la lettura del suo messaggio alla kermesse di Fratelli d’Italia. A Riflessi spiega perchè
Milo Hasbani, il messaggio inviato dal presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, alla manifestazione di Fratelli d’Italia non è stato digerito bene da ampie parti dell’ebraismo italiano. Tu sei consigliere a Milano: come valuti quel messaggio?
Lo ritengo inappropriato e inopportuno, insomma profondamente sbagliato. Conosco Walker Meghnagi da 50 anni, tutti sanno che ha a molto cuore Israele, però questo non basta, e non giustifica gli errori commessi. In questo caso l’errore è molto grave, perché rischia di pregiudicare l’intera comunità ebraica di Milano.
Perché?
Un presidente non può esporsi politicamente coinvolgendo la sua Comunità. Anche se, ad esempio, si vantano amicizie personali e familiari consolidate con alcuni esponenti politici, nel momento in cui si ricopre una carica occorre comportarsi con assoluta imparzialità. Mi spiego: certamente il ruolo di presidente di comunità ci porta ad avere relazioni e rapporti con il mondo della politica, ma sempre su un piano istituzionale. Ad esempio, posso avere un incontro con un assessore per chiedere aiuto a migliorare i livelli di sicurezza del Tempio, o della scuola, ma non posso chiedere un appuntamento personale con un dirigente politico per lo stesso scopo. Occorre sapere distinguere i ruoli, gli incarichi, e soprattutto capire a che titolo stiano parlando con i nostri interlocutori. Mi sembra, invece, che in quello che è successo lo scorso fine settimana tutto ciò non sia successo, e sia venuto così meno quel ruolo istituzionale che è richiesto al presidente di una comunità ebraica.
Il Presidente Meghnagi ha risposto affermando che si trattava di un messaggio privato. Questo cambia qualcosa?
Che la lettera fosse o meno destinata a una lettura privata non conta, ormai. Dopo quello che è successo non cambia nulla, e comunque avrebbe dovuto essere più accorto. Comunque rappresenta la Comunità e il suo messaggio è approdato ad un evento pubblico di partito. In quell’evento la Comunità di Milano non doveva in alcun modo entrarci, e invece la lettera di Walker Meghnagi è stata letta, è in quel mondo ecco che la Comunità si è vista tirare dentro una kermesse di partito. In un certo senso, quando si è presidente della Comunità, lo si è sempre, e la differenza tra pubblico e privato è molto sottile, come purtroppo abbiamo visto.
Anche tu sei stato presidente della comunità di Milano. A tuo avviso, che rapporti occorre tenere con le forze politiche nazionali, quando si è investiti di una funzione rappresentativa nel mondo ebraico?
Io ho sempre avuto ottimi rapporti istituzionali, ma senza mai essere coinvolto politicamente. Quando si incontrano le persone, del resto, quelle ti guardano sempre per quello che rappresenti, non per la persona che sei.
Allora non è possibile dire nulla in veste “privata”?
Siamo, in un certo senso, figure pubbliche, abbiamo un ruolo, che dobbiamo mantenere. Chiunque abbia un ruolo deve sapere svolgerlo. Non importa con chi. Si incontrano altri politici per il loro ruolo istituzionale, non politico. Io mantengo ottimi rapporti con le istituzioni, ma non a livello politico.
A tuo giudizio, a Milano esiste un problema neofascista?
A mio avviso purtroppo sì e bisogna essere vigili. Ci sono a Milano gruppi estremisti di destra, anche se non penso che sia peggio di altri posti.
Quali sono state le reazioni della Comunità a quella lettera?
In moltissimi non hanno approvato la lettera, la Comunità sta reagendo molto male. Le persone ci stanno spingendo giustamente a chiedere chiarezza e a chiedere le dimissioni del presidente.
E ora? Che iniziative avete preso nella comunità a seguito di quanto accaduto? Cosa ti aspetti dal presidente Meghnagi?
Come ho detto, ritengo che la situazione sia molto grave. Per questo, già la sera di domenica ho chiesto una riunione straordinaria del consiglio, che il presidente però ha posticipato di giorno in giorno, fino a proporre la data del 10 maggio, già fissata. È un chiaro modo di rinviare il confronto, ma non voglio polemizzare. Chiedo però che il 10 maggio ci sia un unico punto all’ordine del giorno: le dimissioni del presidente.
E se lui sarà di diverso avviso?
Il consiglio potrebbe decidere di dimettersi in blocco, di fatto sfiduciandolo. Se invece l’attuale maggioranza (9 consiglieri contro 8, n.d.a.) si rifiutasse, si dovrà trovare un’altra soluzione. La verità è che dal primo giorno siamo stati di fatto tagliati fuori da ogni confronto; anzi, il presidente ha preferito dare incarichi a non eletti, piuttosto che dialogare con noi.
Mi sembra di capire che, anche a prescindere dalla lettera, il rapporto sia molto logorato in consiglio.
Purtroppo è così. Da ottobre ascoltiamo dal presidente promesse sulla necessità di una collaborazione – tieni conto, come ho detto, che la sua maggioranza è di 1 solo voto, 9 a 8, la vittoria è stata decisa per soli 25 voti – che non è stata mai mantenuta. Non c’è mai stata collaborazione, per una sfiducia a priori nei nostri confronti. Eppure sono l’unico presidente che negli ultimi 15 anni è riuscito a terminare un mandato, aprendo al dialogo, offrendo la vice presidenza e alcuni assessorati. Adesso, anche se non siamo entrati in giunta, ho subito chiesto di lavorare a un nuovo regolamento per consentire la governabilità della comunità; anche qui, però, ho sentito solo parole, e nessun impegno concreto.
Riflessi ha chiesto anche al presidente della Cem, Walker Meghnagi, di esprimere il suo punto di vista sulla vicenda. Ci ha risposto che, pur molto amareggiato, in questo momento preferisce non rilasciare dichiarazioni. Naturalmente, Riflessi è disponibile in ogni momento a ospitare un suo intervento
Ecco il testo del mesaggio letto sul palco di Fratelli d’Italia da Ignazio La Russa
«Caro Ignazio, Cara Giorgia, ringrazio per l’invito ad intervenire come ospite alla vostra assemblea programmatica alla quale per impegni fuori Milano non potrò essere presente. Ho seguito dai mezzi di informazione la vostra manifestazione così come, sin dai tempi della tua sincera amicizia con mio padre Isacco, seguo con attenzione l’evoluzione della destra politica italiana che mai ha mancato di schierarsi con Israele in politica estera e che è in prima fila nella condanna dell’Olocausto e delle orrende leggi razziali, la più grande tragedia, la Shoah. Sono a conoscenza dei vostri ottimi rapporti a Roma come a Milano con esponenti della comunità ebraica e mi rallegra sapere che ci accomuna l’amore per il valore della libertà e da buoni conservatori, lo sguardo al futuro ma sapendo conservare le tradizioni e l’identità che contraddistingue ogni popolo. Buon lavoro per il bene della concordia e della crescita della Nostra Italia».
17 risposte
Caro Ignazio, cara Giorgia,
la fiamma tricolore che spicca sul simbolo del vostro partito mi ricorda, se mai ce ne fosse stato bisogno che chi nasce tondo non muore quadrato e per rispetto alla nostra Memoria le nostre Comunità dovrebbero prendere le distanze sempre e comunque da chi emana un odore di fascismo, anche se dice di appoggiare Israele. Se la Memoria ha una funzione non dovremmo ripetere gli stessi errori che tanto cari costarono ai nonni di molti di noi, che all’epoca appoggiarono fiduciosi e candidamente i vostri nonni, per poi essere vittime delle leggi razziali italiane e poi consegnati ai nazisti (ma sempre nel sostegno dei valori della libertà e da buoni conservatori).
Vero, dovremmo tutti prendere le distanze da chi emana odore di fascismo, ma non solo da partiti politici che ripropongono vecchi simboli, ma anche (se non soprattutto) da chi fa scelte che
a mio avviso odorano di fascismo, come astenersi , o addirittura votare a favore di vergognose risoluzioni ONU che non riconiscono il legame storico degli ebrei con Gerusalemme, o che condannano Israele quando osa difendersi…, O come quei politici che si rifiutano di adottare (o di proporne l’adozione) la definizione IHRA sull’antisitismo. … E quanti illustri fascisti si sono reinventati antifascisti e sono stati accolti a braccia aperte dalla sinistra italiana? Non hanno usato il simbolo della fiamma tricolore, ma hanno per esempio messo a presiedere la Corte costituzionale italiana colui che aveva presieduto la commissione sulla razza durante il periodo fascista…
Concordo Signora Laura. Molta gente scorda o fa finta di non ricordare. O, peggio ancora, nasconde scheletri nell’armadio.
Mi vergogno di essere rappresentata da W Maghnagi, che spero presto dimissionario Presidente della Comunità Ebraica di Milano. Abbiamo bisogno di persone che promuovano la nostra identità ebraica in maniera costruttiva, oggi come in passato per affrontare mali estremi come l’antisemitismo, e stemperare sentimenti nocivi per tutti. Mi auguro che la gente di Milano sappia agire bene. Shabbath Shalom a tutti. Denise Tanzer
Ha ragione Signora Denise, anche io NON mi sento rappresentato da POLITICI MILITANTI (non solo conoscenti diretti o attraverso i genitori) in Partiti Politici. Persone che governano, a Milano, in Italia e in Israele, in partiti al fianco di arabi (anche Fratelli Musulmani, che ci vogliono MORTI; oggi, non 80 anni fa.
Premesso che sarebbe opportuno abbassare i toni.Desidero comunque dare solidarieta al nome Megnagi,tutti.A suo tempo Fiano come presidente si presento col PD Allora? Due pesi e due misure?
Si nota comunque il solitolivore di chi ha perso la poltronae pur di riaverla e disposto a fare un bagno di fango
Bravo. Lei ha ragione. Fiano al PD con deputate arabe o pro arabe che odiano gli ebrei e Israele. Megnagi non ha brillato ne per acume ne per saggezza ma questa caccia alle streghe è disgustosa.
Al solito alla SX viene concesso tutto (vediamo i risultati, Italia alla frutta) ma alla DX viene rimproverato anche il respiro.
Chissa perche non ti sei vergognata delle conduzioni precedenti che hanno permesso il saccheggio che non hanno mai controllato il malaffare del loro protetto e che poi NON SI SONO COSTITUITI PARTE CIVILE contro il ladrone!Walker ha avuto il coraggio di svelare e denunciare il ladrocinio e ora chi ha permesso il saccheggio vuole tornare a fare il pavone Che tacciano e meglio
Simon, le tue sono osservazioni molto pertinenti e condivisibili.
Forse abbiamo sbagliato a perdonare gli errori e gli orrori delle gestioni passate.
Fu in primis Walker che decise di non fare nessuna azione e richiesta danni proprio per amore della comunità e questo lo ribadi anche in una affollata assemblea
Purtroppo molta gente dimentica presto le tante iniziative per la CEM portate avanti da Walker negli anni.
Posso esprimere solo il mio pensiero personale su Walker. Walker è intelligente, gentile , generoso, coraggioso, ed ha una forte determinazione. Ha sbagliato a rispondere ad un invito? Forse si, come avrei sbagliato anch’io e chissà quanti altri, credo, anzi sono convinto che Walker ha la capacità, saggezza e determinazione di essere e continuare ad essere un eccellente presidente per la comunità ebraica di Milano e spero che tanti la pensino come me, che va oltre a quell’idea politica, perché oggi non solo nelle comunità ebraica, anche nella politica Italiana e nella società tutta, ci voglio persone forti e determinate come Walker, soprattutto per il periodo in cui viviamo, abbiamo la necessità di persone come Walker.
Ma cosa ha mai fatto Meghnagi di così terribile oltre a scrivere una educata lettera di ringraziamento scusandosi per la mancata partecipazione? Nella lettera non c’è proprio nulla di compromettente. Forse, l’averla letta in pubblico è stato un torto nei confronti dell’autore che, facendo riferimento all’amicizia con il padre Isacco, ha voluto sottolineare il tratto personale della missiva. E su questo, a mio parere, Meghnagi avrebbe dovuto insistere senza sentire il bisogno di giustificarsi. Non oso pensare cosa sarebbe successo se avesse partecipato. È mai possibile che chi si rivolge alla destra debba essere criminalizzato? Punito? E che dire del Presidente Ucei che aveva appoggiato, complimentandosi, il secondo governo Conte? Se ben ricordo furono in molti a dissociarsi sottoscrivendo una lettera aperta. E Fiano, che è addirittura dentro il partito? A quante manifestazioni ha partecipato? Per lui non vale? Già, ma quando si tratta del Pd vale tutto. E la Segre? Quante volte la Segre ha preso posizione? A che titolo? Personale? Mai. Anche lei ha una carica istituzionale oltre ad essere una figura simbolo. E mai si è sganciata quando è stata tirata per la giacchetta dalla sinistra. Tanto per citarne alcuni. Ma basta! All’ebraismo italiano, portatore di grande cultura, non giova dare forma e voce ai fantasmi fascisti.
Già, e che direi quando la persona intervistata nell’articolo, in qualità di Presidente della Comunità di Milano, ha espressamente e pubblicamente appoggiato SOLO un candidato alle elezioni Comunali, ignorando correligionari che si presentavano con altri Partiti dell’arco costituzionale ??
P.S. suggeritomi da un amico ebreo.
Cosa dire dei cortei pro PAL che gridano «morte agli ebrei» a Milano da corso Venezia a piazza Cavour? Con un sindaco e un esponente del Pd muti? Alla sin non si contesta nulla. Mai. Gli ebrei del Pd hanno mai reagito a quest’infamia con fermezza?A memoria mai! Certo le atrocità della 2a guerra mondiale non si dimenticano, ma non si capisce perché il solo fatto di
essere di destra susciti delle reazioni così sopra le righe. La CEM sembra diventata un rettilario.
Vero, dovremmo tutti prendere le distanze da chi emana odore di fascismo, ma non solo da partiti politici che ripropongono vecchi simboli, ma anche (se non soprattutto) da chi fa scelte che
a mio avviso odorano di fascismo, come astenersi , o addirittura votare a favore di vergognose risoluzioni ONU che non riconiscono il legame storico degli ebrei con Gerusalemme, o che condannano Israele quando osa difendersi…, O come quei politici che si rifiutano di adottare (o di proporne l’adozione) la definizione IHRA sull’antisitismo. … E quanti illustri fascisti si sono reinventati antifascisti e sono stati accolti a braccia aperte dalla sinistra italiana? Non hanno usato il simbolo della fiamma tricolore, ma hanno per esempio messo a presiedere la Corte costituzionale italiana colui che aveva presieduto la commissione sulla razza durante il periodo fascista…
Mi rattrista leggere tanti commenti pieni di livore nei confronti di chi ha sottolineato un’imperdonabile comportamento da parte del Presidente della CEM che, in quanto tale, non deve assolutamente esprimere simpatie verso alcuna parte politica.
Il Presidente Meghnagi dovrebbe essere Presidente di tutta la Comunità di Milano e non solo di quella parte che manifesta simpatie per la Destra (che sarebbe più corretto chiamare estrema destra come il RN della Le Pen in Francia).
In questo modo invece il Presidente Meghnagi ha deliberamente assunto un atteggiamento divisivo nei confronti degli iscritti alla Comunità e di conseguenza ha perso il diritto di rappresentanza che gli compete.
Un ruolo istituzionale richiede la conoscenza ed il rispetto delle regole, regole che sono state palesemente violate.
Per questo ritengo che almeno per dignità il Presidente Meghnagi dovrebbe rassegnare le dimissioni.
Mi permetto infine di ricordare che l’ex presidente Fiano, citato polemicamente da qualche iscritto, si dimise dalla presidenza della Comunità prima di intraprendere un’attività politica pubblica al fine di evitare qualsiasi conflitto di interesse.
Un cordiale shalom.
Le critiche rivolte a Walker Meghnagi mi hanno riportato alla mente una lettera (che riporto di seguito) di qualche anno fa, nella quale voci autorevoli dell’ebraismo italiano protestavano con la presidente Noemi di Segni per il suo benvenuto, troppo benevolo e acritico, nei confronti del governo Conte 2.
La critica era chiara e molto simile a quella oggi rivolta a Walker Meghnagi, ma senza richieste di dimissioni!
«12/settembre 2019
Noi sottoscritti, ebrei italiani, di antico retaggio come pure di recente immigrazione, di vario orientamento politico e culturale, in riferimento alle recenti prese di posizione dell’Ucei e della sua presidente Noemi Di Segni in merito alla crisi di governo e alla sua presente risoluzione, esprimiamo il nostro pieno dissenso.
Gli ebrei italiani sono caratterizzati da diversità di opinioni politiche e sociali, come il resto della comunità nazionale. Hanno in comune valori etici, una ricchissima tradizione di pensiero, la sensibilità di chi è stato nella storia spesso vittima di atroci persecuzioni. Ma ciò non significa affatto una posizione comune nello schieramento politico. L’Ucei è l’organo rappresentativo di tutto l’ebraismo italiano. Deve quindi rispettare questa pluralità ed evitare di porsi sul terreno dei partiti e dei movimenti che li affiancano.
Se lo fa, come è accaduto con ogni evidenza nei giorni scorsi, tradisce la sua missione istituzionale, culturale e religiosa, a grande detrimento degli ebrei italiani e peraltro ledendo i principi preziosi e basilari di laicità delle istituzioni dello Stato e di distinzione tra Stato e fedi religiose. L’Ucei può certamente promuovere temi etici e sensibilità civili, ma, salvo in casi di gravissimo turbamento della pace civile e di reale minaccia alla pacifica convivenza della comunità nazionale o di minaccia concreta alla condizione civile degli ebrei italiani o di atti o provvedimenti di antisemitismo (incluso l’antisionismo), ha il dovere preciso di astenersi da prese di posizione sul dibattito dei partiti e sulla formazione delle maggioranze parlamentari».
Ricordo che tra i firmatari compariva anche il nome di Walker Meghnagi.
Sicuramente non è questo il motivo dell’attacco riservato oggi a Meghnagi, ma parlare con tanta durezza di dimissioni per una lettera con la quale – oltretutto – viene declinato un invito, mi sembra esagerato e ingiusto al punto da indurre a pensare che potrebbe trattarsi di una vendetta.
Sono certa che non si tratti di questo, ma trovo comunque molto triste vedere tanta intolleranza nei confronti di una persona che ha dato e che può offrire ancora tanto!
Quando si ricopre una carica istituzionale, qualunque presa di posizione nei confronti di politici non rimane personale ma rappresenta il pensiero dell’istituzione stessa: per questo Meghnagi dovrebbe dare le dimissioni.